Tentano di rubare al bar Papillon. Due ladri in fuga a Livorno: «Abbiamo fame»
Uno dei malviventi, scoperto dagli abitanti, si è così giustificato prima di scappare. Per il locale di viale Alfieri è il secondo raid in 20 giorni: «Servono più controlli»
LIVORNO. «Io ho fame». Con queste parole, mentre insieme a un complice stava tentando di spaccare la vetrina del locale, si è giustificato di fronte ai genitori della titolare, che allarmati dai rumori sono scesi di casa per capire cosa stesse succedendo. Furto sventato, attorno all’una e mezzo della notte fra martedì 20 e mercoledì 21 maggio, al bar Papillon di viale Vittorio Alfieri, proprio di fronte all’ingresso dell’ospedale, dove ieri mattina è intervenuta una ditta specializzata per la riparazione della vetrata.
Vetrata, quella di una delle due porte d’ingresso, che era già stata danneggiata il primo maggio passato, quando un ladro riuscì a entrare rubando gli spiccioli del fondo cassa, per fortuna poche decine di euro, e il cellulare di una dipendente, «con le foto mie e di mia figlia», che veniva utilizzato per mettere la musica in alcuni momenti della giornata. Il colpo di ieri non è andato invece a buon fine, ma i danni purtroppo per la nuova gestione dell’attività commerciale non sono stati banali, visto che un’impresa della città è dovuta intervenire per rimettere in sesto l’entrata rotta. Ad agire – secondo quanto ricostruito – due persone: una più giovane, fuggita subito appena i genitori della titolare si sono resi conto di quanto stava succedendo, l’altra – più anziana – scappata nell’arco di pochi secondi, dopo essersi giustificata con il fatto di aver bisogno di cibo: «Ho fame».
Avrebbero entrambi usato delle bici per far perdere le loro tracce, secondo quanto raccontato dagli abitanti della zona che si sono svegliati di soprassalto sentendo i forti tonfi provocati dai colpi sul vetro, avvenuti con un oggetto pesante. Sul posto è intervenuta la polizia di Stato, con la Squadra volante della questura coordinata dal commissario capo Gabriele Nasca: gli agenti hanno ascoltato i testimoni, poi parlato con la titolare, che comprensibilmente ora ha paura. Infine hanno effettuato un sopralluogo all’interno del bar all’incrocio con via Angiolo Badaloni per verificare i danni agli infissi. «Abbiamo paura – spiega la titolare – perché è già due volte che ci troviamo a fare i conti con i ladri. La prima volta era uno, ora due. Speriamo che le forze dell’ordine possano fare più controlli in questa zona, anche alla luce dei ripetuti raid».
«Sono infastidita – le parole di una dipendente – perché quando il malvivente è entrato, fra il 30 aprile e il Primo maggio, ha portato via il cellulare con le foto di mia figlia. Era vecchio, il problema non è certo il valore economico, quanto che nella memoria erano salvate le foto della mia famiglia. Questo mi urta il sistema nervoso, mi infastidisce, ha le mie cose, immagini personali». Delle indagini, dopo la denuncia che i titolari presenteranno in questura, appena riceveranno gli atti se ne occuperanno i colleghi della Squadra mobile di via Fiume, diretti dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, che analizzeranno anche le eventuali telecamere presenti in zona.
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