Il Tirreno

Livorno

Temi e lavoro

Porti, sindacati all’attacco del governo: chiesto un confronto

di Maurizio Campogiani

	(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Uiltrasporti e Filt Cgil contro il decreto che sta per essere varato dal Governo e che, all’interno dei vari articoli, escluderebbe i dipendenti delle Autorità di Sistema Portuale dal Fondo di Accompagnamento alla pensione anticipata

2 MINUTI DI LETTURA





Nel cosiddetto “decreto salva Genova” ci sarebbe un aspetto che non piace assolutamente alla Filt Cgil e alla Uiltrasporti. Si tratta dell’esclusione dei dipendenti delle Autorità Portuali dal novero dei beneficiari del fondo di accompagnamento all’esodo.

Al riguardo, le due organizzazioni sindacali lamentano la mancata consultazione delle parti sociali riguardo a norme che giudicano pericolose per la portualità italiana. «A quanto ci risulta – commentano i dirigenti nazionali di Uiltrasporti, Marco Verzari e Giuliano Galluccio – ci sarebbe la volontà di escludere i dipendenti delle autorità di sistema portuale dal fondo di accompagnamento all’esodo, una disposizione introdotta dal decreto 228 del 2021. Se confermata, questa decisione, oltre a essere iniqua, rappresenterebbe un vero e proprio attacco al sistema regolato dei porti. Vogliamo infatti ricordare che il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro del settore è unico e riguarda tutti i lavoratori che operano all’interno dei porti e in special modo coloro che lavorano negli enti portuali, che sono i garanti della concorrenza regolata e del sistema di tutele esistente. Escludere dunque qualsivoglia lavoratore portuale, ivi compresi i dipendenti delle Adsp, dal fondo per ragioni che non comprendiamo, vorrebbe dire distruggere il Ccnl dei porti».

«Il governo – incalzano Verzari e Galluccio – continua a procedere a colpi di decreto, escludendo ancora una volta il confronto intermedio con le parti sociali. Se proseguirà con questa impostazione metodologica e continuerà a non coinvolgerci per queste scelte saremo pronti anche alla mobilitazione». Analoghe le considerazioni espresse dalla Filt Cgil che estende il discorso anche su altri settori e in particolare sull’annunciata, ennesima modifica della Legge 84/94. «Dopo quattro anni, trascorsi inutilmente – chiede l’organizzazione sindacale – riteniamo che sia imprescindibile ottenere un chiarimento sulle eventuali ragioni ostative e che il Governo dia seguito alle nostre richieste convocando uno specifico incontro. Bisogna evitare le forzature, dirimendo le questioni ancora aperte come quella che riguarda i dipendenti delle società di interesse generale che, pur versando ed accantonando le quote, risultano ancora esclusi. Inoltre, occorre scongiurare norme che non garantiscono lo sviluppo dei nostri porti e più in generale del nostro sistema economico e produttivo».

«La portualità italiana – conclude la Filt Cgil - non ha bisogno di una riforma, ma solo di pochi e specifici accorgimenti, tra cui la previsione di un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nei processi decisionali. L'impianto della legge 84/94 non va smantellato, ma applicato fino in fondo in maniera coerente su tutto il territorio nazionale».

Mondo

L'incidente

Nave scuola urta il ponte di Brooklyn, due morti: il momento dello schianto

Sani e Belli
Lulù Gargari, chi è l’ex attrice oggi chef digitale che strizza l’occhio al benessere: «L’incontro che ha cambiato la mia vita»
L’intervista

Lulù Gargari, chi è l’ex attrice oggi chef digitale che strizza l’occhio al benessere: «L’incontro che ha cambiato la mia vita»

di Sabrina Chiellini