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Livorno, «Importavano droga dall'Olanda»: due arresti in Toscana - Chi sono

di Stefano Taglione
Un'auto della polizia (foto d'archivio)
Un'auto della polizia (foto d'archivio)

Nel dicembre del 2023 i poliziotti avevano fermato alla Rosa un'auto con una pistola, cocaina e 47.860 euro. Poi, con le intercettazioni, le indagini sono proseguite

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LIVORNO. Il 28 dicembre del 2023, in via Settembrini, i poliziotti delle volanti li avevano fermati su un’auto con una pistola Beretta calibro 7,65, due bilancini di precisione, 6,49 grammi di cocaina, un involucro termosaldato in cellophane e una borsa per il computer al cui interno erano nascosti ben 47.860 euro in contanti. Tre i cittadini marocchini, oltre a una trentenne livornese, furono denunciati per possesso ingiustificato di arma comune e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti durante il controllo, apparentemente di routine, svolto nel quartiere della Rosa dagli agenti dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della questura insieme ai colleghi “Baschi verdi” della guardia di finanza.

Due giorni fa, a un anno e mezzo di distanza da quel blitz, il giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in cui dispone l’arresto, messo a segno all’alba di giovedì 8 maggio, di due dei fermati dell’epoca: sono il quarantaquattrenne Hamid Zoubir, marocchino residente a Firenze, e il trentottenne Jawad Diai, connazionale di stanza a San Miniato, nella zona del Cuoio pisano. I due indagati, per i quali stamani si terrà l’interrogatorio di garanzia per via telematica, sono assistiti dagli avvocati Maurizio Nasti di Prato e Roberto Pellegrini di Firenze.

«Droga dall’Olanda»

Zoubir si trova recluso, in regime di custodia cautelare, nel carcere fiorentino di Sollicciano, mentre Diai per gli stessi motivi è al Don Bosco di Pisa. Nell’ultimo anno, gli investigatori, avevano messo sotto intercettazione i loro telefoni e quelli degli altri indagati, che sono però in libertà in quando la loro posizione risulterebbe più lieve in merito ai fatti contestati. I due sono «gravemente indiziati di aver importato cocaina e hashish dall’Olanda per distribuirla in Toscana», spiega in una nota la questura labronica, riepilogando l’operazione messa a segno. Per le indagini, oltre alla Squadra mobile diretta dal vicequestore aggiunto Riccardo Signorelli, hanno collaborato i colleghi delle stesse unità di Pisa e Firenze, le province di residenza dei due indagati, con gli agenti che si sono presentati «nelle loro rispettive abitazioni e, all’esito delle perquisizioni nel corso delle quali sono stati sequestrati materiali utili all’indagine», sottolineano dalla questura. Nella mattinata del 10 maggio, come anticipato, si terrà in videoconferenza l’interrogatorio di garanzia, con i due indagati che avranno la facoltà di esporre la loro versione dei fatti davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna e al pubblico ministero titolare dell’inchiesta.

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