Livorno, colpo dei ladri al ristorante “Ai Paparazzi”: «Il ventesimo da quando ho aperto»
Ennesimo raid nel locale di piazza della Vittoria. Il titolare Sandro Saccoccio: «Mi hanno preso di mira, qui la notte è terra di nessuno»
LIVORNO. «Non ne posso più, mi sento impotente. Ogni volta, i ladri, entrano alla stessa ora: alle 4,30 di notte. Da quando ho aperto, 32 anni fa, ho contato 20 furti, l’ultimo dei quali sette-otto mesi fa. Dieci da quando ho installato l’allarme. Cosa devo fare? Mi hanno preso di mira, sono veramente sconfortato, il morale è a terra». Sandro Saccoccio è il titolare del ristorante “Ai Paparazzi” di piazza della Vittoria, un punto di riferimento nel centro della città.
Nella notte fra il 6 e il 7 maggio, mentre dormiva, è stato svegliato dall’allarme telematico, collegato anche con le centrali delle forze dell’ordine. Quando è arrivato nel suo locale, infatti, ha trovato l’ingresso spalancato (era stato forzato) e una pattuglia dei carabinieri allertata dall’istituto di vigilanza con cui ha stipulato un contratto per cercare di disincentivare i raid. «Hanno rubato il fondo cassa, c’erano un centinaio di euro – racconta il noto ristoratore labronico – e all’interno avevo messo pure degli assegni. Ma non importa, il problema non è tanto questo, quanto i danni visto che hanno forzato l’entrata e la serialità di questi episodi, dato che purtroppo accadono con troppa frequenza. È evidente che sono diventato un punto di riferimento per i malviventi, penso di essere il ristoratore più bersagliato di Livorno e non solo. Mi sono protetto, ho installato un sistema di videosorveglianza, di più davvero non posso fare».
In uno dei passati furti, nel luglio del 2022, Saccoccio sul bancone lasciò provocatoriamente pure un salvadanaio per le offerte con su scritto: «Offerte per i ladri, vi diamo una mano così». «Stavolta non lo rifarò – prosegue – perché sono stanco. Mi sento davvero impotente». In quell’occasione, i malviventi, gli avevano portato via 200 euro, con il registratore di cassa trovato distrutto per la strada. «Ormai, dentro – aveva spiegato all’epoca – ci lascio sempre un po’ di soldi».
La paura, infatti, è che non trovando nulla si accaniscano sui locali, devastandolo. Meglio, a suo dire, lasciare sempre qualcosa. Come stavolta, dove hanno trovato un centinaio di euro, oltre agli assegni che comunque sono inutilizzabili. Le telecamere del ristorante, per fortuna, hanno inquadrato i ladri in azione. «Non so se siano uno o più di uno, non le ho ancora viste – continua Saccoccio – ma le ho ovviamente consegnate ai carabinieri. Sulle indagini mi hanno detto che c’è il massimo riserbo, ma spero che riescano a prendere queste persone. Una volta il ladro che rubò nel mio ristorante venne catturato, il problema è che poi il giorno dopo era già libero. A cosa serve, quindi, la legge? Gli anni passano, i furti continuano e noi continuiamo a fare gli stessi discorsi. Non è cambiato nulla».
Secondo il ristoratore «di notte, come prima, piazza della Vittoria è terra di nessuno. Io non l’ho con le forze dell’ordine, sono poche e fanno il massimo, dopo l’allarme per altro sono arrivate qui velocemente e i malviventi si erano allontanati da appena cinque minuti, non penso potessero fare di più. Tutta la città, a mio parere, è nelle condizioni di piazza della Vittoria e io stesso in passato ho sventato un colpo sia nel mio ristorante che in un’attività accanto, vedendo che queste persone stavano tentando di scavalcare un muro». Il problema, secondo Saccoccio, «è che ormai non sei più padrone di niente nemmeno a casa tua e questo in me genera un profondo senso di impotenza. Tempo fa mi capitò di fare una cronistoria di tutti i raid che ho subìto qui: sono arrivato al conto mostruoso di 20 colpi in 32 anni, con punte di raid ogni due-tre mesi nei momenti peggiori. È evidente che non si può più andare avanti, è il sistema che non va bene, ma non voglio fare polemiche».
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