Il Tirreno

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Piazza della Vittoria

Nono colpo dei ladri “Ai Paparazzi”: «Ormai lascio sempre un po’ di soldi»

Stefano Taglione
I danni
I danni

Livorno, lo sfogo del ristoratore Sandro Saccoccio dopo l'ennesimo furto: «Se non trovano niente poi devastano tutto»

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LIVORNO. Con una pietra gli hanno sfondato l’ingresso del locale. Scappando con il registratore di cassa, ritrovato mezzo distrutto per la strada, e i 200 euro che aveva lasciato «per fare i resti al giorno successivo ma anche perché, se poi questi delinquenti non trovano i soldi, mi sfasciano tutto ed è peggio».

È un racconto surreale quello di Sandro Saccoccio, colonna dei ristoranti livornesi e titolare de “Ai paparazzi” di piazza della Vittoria, simbolo da tempo immemore della buona cucina della città. L’imprenditore – per la nona volta in due anni e mezzo – si è ritrovato la chiamata in piena notte delle forze dell’ordine che lo informano del raid appena subìto. E del furto dei 200 euro lasciati dentro. Una somma che per lui è diventata una sorta di assicurazione per non subire danni peggiori: «Io ho preso tutte le precauzioni possibili, ho le telecamere e l’allarme collegato alle guardie giurate – dice – ma se poi nella cassa non ci lascio nulla questi distruggono tutto e fidatevi è molto peggio».

Con il lancio della pietra, e una serie di pedate ben assestate, i malviventi hanno divelto la vetrata dall’ingresso, trovata appoggiata agli arredi del locale. Saccoccio l’ultimo colpo lo aveva subìto nel febbraio scorso, quando dopo aver chiuso alle 3.30 un ladro è entrato dentro il ristorante portando via soldi e documenti dal registratore di cassa. In quell’occasione, al Tirreno, l’imprenditore parlò «dell’ottavo furto in due anni». Quello prima, forse il più ingente, risale esattamente a un anno fa. Sembra quasi fatto apposta: vetrata rotta con la base di un ponteggio, poi la fuga con 600 euro di fondo cassa. «Non ne posso più – si sfogò all’epoca dopo il durissimo anno e mezzo di pandemia e chiusura forzata – perché in questa zona servirebbero decisamente più controlli, come anche in altre aree della città».

«A parte la saracinesca – conclude il ristoratore – io mi sono protetto con tutto. Non so cosa fare di più, “che palle” lo posso dire? La sala operativa delle guardie giurate, dopo che è scattato l’allarme, mi ha chiamato. Anche i carabinieri, ai quali non posso imputare niente, dopo cinque minuti erano già qui. Alle forze dell’ordine non posso muovere alcun rilievo, perché sono state efficientissime». l


 

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