Livorno, si barrica dentro il bagno del treno, poi picchia un agente della stazione
Il giovane senese, diretto a Quercianella, non voleva pagare il biglietto: denunciato. Il poliziotto dimesso con sette giorni di prognosi dopo aver ricevuto un colpo alla schiena
LIVORNO. Prima, sperando di non essere notato, insieme all’amico e compagno di viaggio si è nascosto nel bagno del vagone. Poi, scoperto dal capotreno, si è rifiutato di fare il biglietto, di scendere, e quando sono arrivati gli agenti della polizia ferroviaria li ha aggrediti, colpendo con un pugno sulla schiena di uno di loro e mandandolo al pronto soccorso, dal quale è stato poi dimesso con sette giorni di prognosi.
Caos nel primo pomeriggio di venerdì 2 maggio su un convoglio partito da Livorno alla volta della stazione di Quercianella. Due giovani di 26 e 24 anni, originari della provincia di Siena, avrebbero infatti voluto viaggiare senza pagare, almeno nel tratto finale da Pisa alla frazione labronica. Saliti a Empoli, così almeno hanno dichiarato al dipendente di Trenitalia, sostenevano di aver acquistato il tagliando solamente fino a Pisa centrale, mentre dopo avevano fatto il cambio di convoglio senza corrispondere il prezzo dovuto per la tratta regionale. Poi si sarebbero rinchiusi nel bagno nel tentativo di non essere visti dal capotreno. Ma il controllore, notando la toilette costantemente chiusa e quindi preclusa agli altri viaggiatori, si è preoccupato e insospettito, aprendola e scoprendo che all’interno c’erano i due passeggeri che volevano arrivare a destinazione a sbafo.
La reazione non è stata delle migliori, ma solo da parte del ventiseienne: al dipendente delle Ferrovie, infatti, ha esplicitamente detto di non voler pagare il biglietto, né scendere. Per questo, il lavoratore, è stato costretto a chiamare il 112. Sul posto, alla stazione di Livorno centrale, sono infatti intervenuti gli agenti della polfer. Hanno tentato di tutto per far scendere pacificamente i due giovani, ma il ventiseienne non voleva sapere, sedendosi e rifiutandosi di scendere. Provocando, fra l’altro, un quarto d’ora di ritardo alla corsa. Poi l’aggressione, con il passeggero che è stato portato a fatica sulla banchina e denunciato per rifiuto di fornire le proprie generalità e violenza e resistenza a pubblico ufficiale.
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