Il Tirreno

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La storia

Sergio Consani e il libro sul campione livornese Massimo Rizzoli: «Un esempio di coraggio»

di Luca Balestri
Sergio Consani e il libro sul campione livornese Massimo Rizzoli: «Un esempio di coraggio»

Lo scrittore: «Non solo vittorie, parlo soprattutto della sua infanzia, di com’è stato sfrontato, della lotta per sopravvivere alla Rosa, quando il quartiere era pieno di bulletti di quartiere»

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LIVORNO Arriva su carta la storia di Massimo Rizzoli, campione del mondo della World association of Kickboxing organizations (Wako) nel 1990, oltre che vincitore di vari altri prestigiosi titoli. A scriverla è l’ideatore del Livorno Librexpo Sergio Consani. “Massimo Rizzoli. Frammenti di vita, storie e vittorie”, il titolo della nona fatica letteraria di Consani, edita da Infuga Edizioni. «L’idea è nata perché Massimo sentiva il bisogno di raccontarsi. Attraverso gli sport da combattimento lui è uscito da un giro pericoloso, anche di droga, che aveva conosciuto fin da quando era piccolo, nel quartiere popolare della Rosa». È Consani a presentare il suo libro. Consani spiega scrive la biografia del campione, che oggi ha sessantacinque anni e che utilizza ancora lo sport come strumento di socialità, insegnando diverse arti marziali. «Il libro non è legato solo alle vittorie sul campo che il campione ha ottenuto, anzi -continua l’autore-. Parla soprattutto della sua infanzia, di com’è stato sfrontato, della lotta per sopravvivere alla Rosa, quando il quartiere era molto periferico rispetto al centro città, ed era pieno di bulletti di quartiere». Il campione, trovandosi in un contesto socioeconomico svantaggiato, «ha fatto di necessità virtù. Ha dovuto imparare a combattere, e da qui è diventato campione del mondo». Da come ne parla, si percepisce che Consani ha messo anima e cuore nel racconto.

«Del suo racconto mi ha appassionato non tanto che lui sia stato così determinato a diventare campione nel mondo, quanto la sua forza di uscire da un ambiente povero, come la periferia dove viveva. Mi è piaciuto da subito il suo coraggio. Il feeling è come la bellezza, è una cosa soggettiva. Con chi ti chiede di scrivere la sua biografia, deve esserci un legame. Non si può scrivere la vita di tutti. Durante la conoscenza, per la stesura della biografia, ci si deve mettere a nudo. Se non ci si mette a nudo manca l’emotività nella scrittura. Il biografo deve essere il confessore del protagonista in questione».

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