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Capraia, salta il sindaco Renzi: Il Comune sarà commissariato. Cosa succede adesso

di Martina Trivigno
La festa per la vittoria di Renzi (secondo da destra) nel 2023
La festa per la vittoria di Renzi (secondo da destra) nel 2023

Sei consiglieri firmano le dimissioni, arriva il funzionario dello Stato. L’ormai ex primo cittadino: «Atto totalmente irresponsabile verso la comunità»

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CAPRAIA ISOLA. È il 15 maggio 2023. Da poco sono state scrutinate tutte quante le 293 schede elettorali (su 404 aventi diritto al voto) depositate nell’urna e Lorenzo Renzi viene proclamato sindaco di Capraia isola per un voto di scarto rispetto all’avversaria, la prima cittadina uscente Marida Bessi. Renzi, nella foto, abbraccia i suoi e sorride, felice del risultato raggiunto. Da quel giorno non sono trascorsi neppure due anni e l’idillio è già finito, cancellato da dissapori, divisioni su come amministrare la cosa pubblica e valori non (più) condivisi. È così che nel Comune più piccolo della Toscana, Capraia, salta il sindaco Lorenzo Renzi e già da lunedì sull’isola arriverà il commissario prefettizio. Nel primo pomeriggio di ieri, venerdì 2 maggio, sei consiglieri comunali su undici (quindi la maggioranza) hanno rassegnato in contemporanea le dimissioni, di fatto facendo cadere il Consiglio comunale.

La norma

L’articolo 141, comma 1, lettera b, punto 3, del decreto legislativo 267/2000 (Testo unico delle leggi sugli enti locali) riguarda la cessazione dalla carica di un numero di consiglieri tale da non assicurare più il raggiungimento della maggioranza del Consiglio, a causa della dimissioni contemporanee di un numero di consiglieri pari alla metà più uno dei membri assegnati. Ed è proprio quello che è successo ieri nel primo pomeriggio a Capraia. A dimettesi sono stati Marida Bessi, Antonella Vito e Valentina Guarente (Progetto Capraia) e anche Fabio Mazzei, Nawal Menad e Pietro Scotti, fino a pochi giorni fa – prima della scissione – tra le fila della maggioranza.

La scissione

Ma ora, riavvolgendo il nastro degli eventi, il preludio di questo finale era stato già in qualche modo scritto alcuni giorni fa quando Mazzei, Menad e Scotti avevano lasciato la maggioranza, formando un gruppo consiliare a parte e di fatto sedendosi sugli scranni dell’opposizione. Ormai – raccontano i consiglieri – quello con Renzi era un rapporto tra “separati in casa”. Poi il colpo di scena: le dimissioni in contemporanea che hanno determinato la caduta del Consiglio comunale presieduto da Lorenzo Renzi e l’arrivo del commissario prefettizio.

«Amarezza e delusione»

L’ormai ex sindaco, ieri pomeriggio, ha confidato ad alcuni fedelissimi di essere profondamente deluso e amareggiato anche (e soprattutto) per il fatto che a colpirlo siano stati proprio i suoi, quei compagni di viaggio con cui, nel 2023, ha condiviso prima la campagna elettorale alla conquista del Comune e poi la felicità per la vittoria. «È stato un atto totalmente irresponsabile – commenta Renzi al Tirreno – non tanto verso di me quanto nei confronti dell’intera comunità per tutto quello che Capraia andrà a perdere e non potrà mai più essere recuperato».

«Stop al terrorismo»

Ma Mazzei frena, specificando che non bisogna temere il commissariamento. «Stiamo assistendo da giorni a una vera e propria campagna terroristica verso il commissariamento – evidenzia – . Ho una stima immensa nei confronti del commissario prefettizio che arriverà sull’isola già da lunedì e chiunque verrà sarà sostenuto dal sottoscritto e da tutti i dipendenti comunali. Remeremo tutti verso la solita direzione».

Il post della discordia

«È stato doloroso e le ultime decisioni non le ho certo prese a cuor leggero ma è un anno che provo a raddrizzare questa barca, ma senza risultato». Fabio Mazzei, ormai ex consigliere comunale, dice di essere dispiaciuto ma che, arrivati a questo punto, non c’era un’altra strada da percorrere. Forse – precisa – la storia avrebbe potuto prendere un altro corso se Renzi avesse chiesto scusa almeno per il post pubblicato sulla sua pagina Facebook (poi cancellato). Ma lì, tra quelle righe scritte di getto dopo la decisione dei tre consiglieri di abbandonare la maggioranza, Renzi si era lasciato andare a uno sfogo di “pancia”. «Creano un gruppetto consiliare nuovo per egocentrismo, per smania di protagonismo – aveva scritto – non essendo stati capaci di integrarsi in un gruppo che lavora all’unisono e in cui ciascuno apporta la propria parte di lavoro concorrendo a un interesse più grande e non essendo nemmeno capaci di comprendere come la forza di questa amministrazione non è nelle individualità ma nella sinergia di un lavoro comune e condiviso a favore di tutta una comunità».

Ma non è stato così per Mazzei che definisce Capraia “il condominio più bello del mondo” perché lì gli abitanti sono pochi. «Abbiamo vinto all’ultimo voto, ci ho messo tutta la mia passione per raggiungere questo risultato – prosegue l’ex consigliere – ma, a un certo punto, mi sono trovato accanto un sindaco, che era anche un amico, verso il quale sono venuti a mancare prima di tutto la fiducia e i valori. Certo, il programma elettorale è importante, ma la vera sfida per un sindaco è, prima di tutto, essere sensibile nei confronti del territorio e operatori. È fondamentale coinvolgere chi lavora e vive sul territorio in un percorso comune e condiviso».

«È sempre un fallimento»

Marida Bessi, alla guida del Comune più piccolo della Toscana prima di Renzi, avrebbe preferito che l’ormai ex sindaco desse le dimissioni, ma così non è stato. «Invocava un atto di sfiducia da parte dei consiglieri – racconta – e alla fine abbiamo deciso di dimetterci in sei. Siamo sicuri che il commissario potrà amministrare l’ente fino a nuove elezioni, garantendo la realizzazione dei progetti in essere. Da isolana nata a Capraia sapevo che non sarebbe stato facile: queste situazioni non fanno stare bene nessuno ed è sempre un fallimento. Ora, però, bisogna reagire, voltare pagina e andare avanti». Sia Mazzei che Bessi sottolineano di essere pronti, se sarà necessario, a rimettersi al servizio della comunità. E chissà che non possano stare di nuovo l’uno al fianco dell’altra come quando, nel mandato precedente a quello di Renzi, Bessi era la sindaca e Mazzei il suo vice, prima di scegliere di sostenere, candidandosi, Lorenzo Renzi.

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