Caos a Calafuria, il sindaco: «Capienza a 600 persone deliberata dopo i lavori della proprietà»
Luca Salvetti spiega il lavoro della commissione comunale di vigilanza e rivendica di aver posto il problema viabilità che ha poi portato alla riduzione a 196
LIVORNO. «Sono molto contento di come l’allarme che ho lanciato nel giorno di Pasquetta sia stato accolto in maniera decisa dal prefetto Giancarlo Dionisi e dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La commissione di vigilanza, nel 2021, aveva ricevuto l’istanza per aumentare la capienza del locale: da quel momento i tecnici comunali, i vigili del fuoco e l’Usl hanno posto tutta una serie di indicazioni e interventi per quella capienza. Sono stati effettuati saggi sulla tenuta della terrazza, il rifacimento della balaustra, l’illuminazione sulle vie di fuga, il divieto di sosta per le vie di esodo e l’impatto acustico. A quel punto, quel locale, così come è strutturato aveva tutti i requisiti per la capienza a 600 persone».
A parlare è il sindaco Luca Salvetti, che spiega come mai la capienza della discoteca “Precisamente a Calafuria” sia stata alzata da 200 a 600 persone dalla commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo e rivendica, allo stesso tempo, di aver posto il problema sull’impatto generato dal massiccio afflusso dei giovani sulla litoranea del Romito nei giorni scorsi. «Quello che è accaduto a Pasquetta e anche il 25 aprile ha determinato un sistema di afflusso e deflusso dalla discoteca che provocava evidenti problemi esterni. Ed è per questo – sottolinea il primo cittadino – che ho evidenziato come, indipendentemente dalla capienza interna, ci fossero in quella zona almeno il doppio dei ragazzi e un numero insostenibile di mezzi a motore. Un quadro che mette in discussione la sicurezza dell’area esterna alla discoteca e non quella interna. Serve rivedere complessivamente la fruizione di quel pezzo di costa nel momento che la discoteca è operativa, se non accade questo non vogliamo assolutamente transigere sulla sicurezza dei ragazzi. Se non c’è sicurezza esterna, per me, si mette in discussione tutto a cominciare dal numero di persone che possono entrare».
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