Il Tirreno

Livorno

Il crollo

Ceschina, il Torrino del 1800 collassa: «Ma il progetto di recupero va avanti»

di Francesca Suggi
Ceschina, il Torrino del 1800 collassa: «Ma il progetto di recupero va avanti»

Nuovi cedimenti della parte che guarda al mare e transenne per sicurezza lungo il marciapiede

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. E pur crolla ancora. Da troppo tempo martoriato. Agonizzante. Ingabbiato da almeno 20 anni da quelle impalcature che fanno parte, ormai, della struttura e mai sono servite a farlo rinascere. A pezzi la sua storia ottocentesca. Povero Torrino: la struttura del Belvedere del parco della Ceschina non ce la fa più. E l’altra notte collassa ancora.

Sempre più a pezzi

La parte che guardava il mare non c’è più. Giù archi e colonne. Ai livornesi dispiace. Quel baluardo di una storia che non c’è più è là da secoli, tutto intorno c’è un parco meraviglioso fronte mare tra viale Italia e via dei Pensieri: una parte vive grazie all’apertura del parco di Villa Letizia dove ha sede anche l’Università della Logistica. L’altra parte è il parco della Ceschina che, prima o poi, riaprirà alla città.

Il recupero in corso

Ed è proprio il Comune, preso atto dei nuovi crolli, a confermare quello che scrisse Il Tirreno lo scorso novembre: «Indicativamente il Torrino tornerà alla città restaurato seguendo le linee della Sovrintendenza nel ’26: per fortuna questi nuovi cedimenti non interferiscono col progetto di recupero in corso, cominciato con la pulizia dell’area la scorsa estate», a fare il punto è l’assessore alle Opere Pubbliche Federico Mirabelli, affiancato dalla architetta Melania Lessi che sta portando avanti il progetto architettonico con l’architetto Emanuela Politi e l’ ingegnera Elisabetta Pozzobon. Per il progetto strutturale impegnati gli ingegneri Benedetta Puccini ed Enrico Signorini. Ritardi di anni, lesioni sempre più mortali alla struttura, la Soprintendenza che chiede di "salvare il salvabile". Lessi conferma il cronoprogramma: «Contiamo di chiudere a breve la parte delle indagini geologiche, l’approvazione del progetto di restauro conservativo, consolidamento e ricostruzione che stiamo facendo, poi la gara di appalto: il 2025 è dedicato alla progettazione e il 2026 all’ultimazione dei lavori». Soprattutto assessore e dirigente sottolineano che i nuovi crolli non porteranno aumenti dei costi per il restauro: «Non servono soldi in più: il Comune a novembre ha stanziato 500mila euro e quelli saranno. Noi, seguendo le linee della Soprintendenza dobbiamo smontare e catalogare tutti gli elementi originali e poi ricollocarli ricostruendo le parti in muratura che mancano». E tornando al crollo: «Le impalcature che ci sono da 20 e che non possiamo togliere perché son diventate parte della struttura hanno di fatto contenuto il crollo: andremo a prendere gli elementi caduti, da catalogare e ricollocare».

Cosa prevede il progetto

A tutela di quel che è rimasto dell’epoca il restauro deve essere filologico. Il lavoro è complesso. Ma la direzione è quella giusta per far tornare a vivere la torretta che all’epoca aveva la funzione di portineria e belvedere del parco della Ceschina. Indagini strutturali, progetto di messa in sicurezza: sono tutte le fasi di cantiere e le varie tipologie di apprestamento necessarie per il lavoro in termini di sicurezza dei lavoratori. L’ufficio preposto nell’estate ha eseguito la pulizia dei rovi circostanti il Torrino per consentire l'accessibilità dell'area ed effettuare le prime indagini con la piattaforma elevatrice. Ispezionati anche i locali interni.

Un passo indietro

È anche lo stesso sindaco Luca Salvetti a riavvolgere il filo: «Il Torrino è crollato in parte ed è finito in disgrazia già da inizio anni 2000 - fa un passo indietro - Nel 2018 la giunta grillina aveva lanciato un progetto di recupero dell'intero parco con interventi anche sul Torrino. Nel 2019 quando sono arrivato io ho chiesto che gli interventi fossero attivati anche perché la sovrintendenza aveva dato l'ok, ad agosto del 2019 durante la notte e mentre il cantiere era approntato ci fu un grosso crollo a quel punto la Sovrintendenza richiese un nuovo progetto di restauro che abbiamo fatto nei mesi successivi». Qui l’intoppo. E i ritardi: «Quel progetto non ha trovato l'ok della Sovrintendenza ed è per questo che i lavori non sono ripresi: nel 2024 l'intervento è stato reinserito nel programma triennale dei lavori pubblici di quest'anno, annualità 2025, abbiamo affidato le indagini geologiche, stiamo redigendo il nuovo progetto di recupero per andare alla Sovrintendenza».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Italia e Mondo
Il caso in tv

Totti e l’invito a Mosca, Striscia prova a dargli il Tapiro d’Oro ma lui rifiuta

Sani e Belli