Il Tirreno

Livorno

La battaglia

Porto, la battaglia dei riparatori nelle aree non ancora libere: «Commessa da due milioni a rischio»

di Flavio Lombardi
L'area di Gestione Bacini, con le lavorazioni in corso
L'area di Gestione Bacini, con le lavorazioni in corso

Gestione Bacini: «Ballano 250 posti di lavoro, le concessioni ci spettano perché abbiamo vinto un regolare bando». Romoli convocato all'Autorità di sistema, esce soddisfatto: «Attendo l’esame del mio ricorso al Tar, previsto per fine giugno»

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Sta diventando incandescente la battaglia dei cantieri dentro al porto. Marco Fiorillo, patron di Gestione Bacini, lancia un grido di rabbia: «Attendiamo la soluzione del problema che da troppo tempo si sta trascinando – dice –. L’associazione temporanea di imprese costituita da Gestione Bacini e Fratelli Neri ha bisogno di poter entrare e rendere finalmente attiva la concessione dopo aver vinto un regolare bando. È dal primo ottobre 2024 che avrebbero dovuto essere liberate e non possiamo più perdere tempo». «La situazione di stallo – aggiunge Fiorillo – sta sempre più danneggiando la nostra immagine, oltre al rischio di diventare inadempienti nei confronti degli impegni assunti con la stessa Autorità di sistema portuale, e che ci impedisce di diventare operativi, nonostante la presenza di contratti già firmati. Rischiamo severe penali».

Duecentocinquanta i posti di lavoro

La vicenda è ormai nota. La Ati, sulla cui attività a pieno regime sono attesi un totale di 250 posti di lavoro (fra vecchi e nuovi) ed un sensibile aumento di fatturato sulle attività di refitting e costruzione yacht, ha necessità di entrare nelle aree cantieristiche che appartenevano alle concessioni Montano e Romoli. Scadute e assegnate, appunto, a Gestione Bacini-Fratelli Neri. All’orizzonte si staglia un possibile accordo che trovi soddisfatte le parti in una disputa soprattutto con Roberto Romoli. I segnali sembrano esserci. E con il segretario generale di Palazzo Rosciano, Marco Paroli, nella figura del mediatore. La cosa sicura è che le due imprese che insieme hanno vinto il bando nell’area Darsena Pisa, hanno già visto saltare una commessa da 1,8 milioni con i cantieri San Lorenzo. Questo fine settimana, con il medesimo interlocutore, è stato sottoscritto un altro impegno, del solito valore. «Il nostro progetto, quello che può metterci davvero le ali, è lavorare sulle quattro aree - riprende Fiorillo -: dai Neri un piazzale per il refitting, da Montano tutto verrà abbattuto per dedicare una parte a piazzale e una a capannoni, la parte di Gestione Bacini, assieme a dove ancora insistono i cantieri Romoli, per uno scivolo che permetta ai grandi yacht di venire messi a terra».

Nuova commessa

Nel capannone attualmente occupato da Romoli è previsto l’utilizzo per le costruzioni. «Tutto però al momento è ingessato. Con San Lorenzo abbiamo stracciato un vecchio accordo e sottoscritto uno nuovo – aggiunge Fiorillo –. Per una barca diversa dal contratto precedente, previsti lavori sullo scafo e che interessano pure la sovrastruttura. Non ci possiamo permettere di rinunciare anche a questa commessa. Penale salata, danno di immagine e posti di lavoro potenziali in serio pericolo. L’alternativa, è andare nel frattempo nei cantieri di Pisa. Soluzione molto onerosa».

Romoli a palazzo Rosciano

Roberto Romoli cerca il pareggio della salvezza. Ha capito che dovrà comunque andarsene, ma lo sforzo è mirato a non chiudere bottega. Venerdì 21 febbraio ha sostenuto un incontro nella sede dell’Autorità di sistema portuale, convocato dal segretario generale Matteo Paroli. Un’ora e mezzo di colloquio, poi la stretta di mano con la promessa reciproca di un nuovo e risolutivo appuntamento. «Sono uscito soddisfatto - ha dichiarato l’ottuagenario imprenditore vero idolo del “popolo delle barchette” per la qualità delle sue lavorazioni - e auspico che accada presto qualcosa di utile per sbloccare una situazione che non fa bene a nessuno». Che ci sia qualcosa che bolle in pentola? È sempre Romoli che spiega: «Una parte di accordo potrebbe riguardare i tempi di consegna della concessione che ho perduto. Ma è chiaro che tutto dipende da altri fattori. Attendo l’esame del mio ricorso al Tar, previsto per fine giugno». Ma la sensazione è che questo argomento potrebbe essere risolto se si arrivasse ad un compromesso: quello di trovare una sistemazione per i cantieri Romoli da un’altra parte. Dove? «Avrei lanciato una proposta - prosegue Romoli - che potrebbe invogliarmi ad accelerare lo sgombero e lasciar perdere il ricorso, dando mandato al mio legale di Firenze, Ivan Maroni, di stracciarlo. Vorrei solo poter continuare a lavorare, e tutto ciò sarebbe possibile puntando la lente sui mille metri, con affaccio a banchina, nell’area dove c’era la ex cementeria Atlas. Lì potrei continuare a sopravvivere. Una zona attualmente sotto la giurisdizione della Autorità di Sistema, utilizzata per ormeggio di barche sequestrate e mezze affondate. Mi potessi spostare in quel luogo, potendo utilizzare una parte della struttura industriale ormai dismessa, la mia attività potrebbe sopravvivere».

Forse un accordo

A quando l’incontro? Interpellato, il segretario generale di Palazzo Rosciano, si limita a poche parole. «Entro massimo la prossima settimana, penso si possa allestire un terreno fertile per intraprendere un percorso. Per il momento tuttavia, ogni previsione è prematura». È chiaro che la partita si gioca su due tavoli correlati ma diversi. Argomenti autonomi e distinti. Il primo, riguarda la liberazione delle aree che attualmente Romoli occupa senza più titolo. Un tema che ha già determinato la sospensiva a Romoli che doveva lasciare dal primo di ottobre scorso, ricevendo nel frattempo intimazioni, diffide e ordinanze dall’Adsp. E la riunione alla presenza della controparte riguarderà proprio questo argomento: il rilascio con tempi certi delle aree a favore dei subentranti. Da qui non si prescinde. Su un altro tavolo la possibilità che Romoli acceda a una nuova area, facendone richiesta ufficiale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Primo piano
La storia

In Toscana c’è un borgo con una sola bottega rimasta: «Chiudo solo a Natale. Non mollo, altrimenti il paese muore» – Video

di Luca Barbieri
Sani e Belli