Livorno, addio all’imprenditore Gabriele Fava: dal servizio idrico al porto alla guerra dell’acqua
Appassionato di nautica e golf, l’impresa di famiglia offrì un servizio unico ai tempi
LIVORNO. È stata la sua famiglia, per prima, a portare l’acqua potabile in porto e sulle isole dell’Arcipelago toscano. Offrendo, con una flotta di cinque bettoline, servizi al tempo inimmaginabili. Anche agli armatori, sotto forma di bunkeraggio. «L’ultimo territorio servito – così lo ricordano i parenti più stretti – è stato Giannutri, ha dato tutto per l’azienda».
La guerra dell’acqua
È lutto in tutta la città per la scomparsa dell’imprenditore livornese Gabriele Fava, morto in ospedale a 74 anni. Appassionato di nautica e golf, è stato il legale rappresentante della gloriosa “Acquedotto portuale”, la società che riforniva d’acqua potabile il nostro scalo fino a che, la concessione pubblica, non è passata al colosso idrico Asa, l’Azienda servizi ambientali, con una serie di ricorsi avviati proprio da Fava per quella che, come aveva raccontato più volte al nostro giornale, è stata chiamata la “guerra dell’acqua”. «Il servizio idrico in porto è nato con la mia famiglia – disse l’imprenditore durante una delle tante interviste rilasciate al Tirreno – ha iniziato mio nonno, poi mio padre e infine sono subentrato io». Fino al 2008, l’Acquedotto portuale, ha operato come fornitore unico: un’azienda conosciuta non solo in città, ma anche all’Elba, a Capraia, a Gorgona, al Giglio e, appunto, a Giannutri, l’ultimo territorio dove hanno lavorato lui e i suoi dipendenti con la flotta di navi.
Il ricordo dei figli
Una persona amata e benvoluta da tutti, il settantaquattrenne, che lascia i figli Irene, Francesco Paolo e Tommaso. Che ieri, a riprova di quanto fosse stimato il loro babbo, hanno ricevuto alla camera mortuaria di viale Vittorio Alfieri, dov’è stata allestita la camera ardente, la visita di tantissime persone addolorate per la scomparsa di un uomo buono, capace, nonché di un pioniere per il nostro porto, che con le sue bettoline ha rifornito per decenni il fabbisogno necessario a mandare avanti i servizi di prima necessità. «Nostro padre – spiegano i figli – è stata una persona eccezionale, buona e benvoluta da tutti. Fra le sua passioni ricordiamo la nautica e il golf».
Il cordoglio della Compagnia portuale
«L’ho conosciuto tramite amicizie in comune, è capitato a volte di frequentare gli stessi luoghi – è il ricordo del presidente della Compagnia portuale di Livorno e vicepresidente di Cilp, Enzo Raugei – e, anche se non avevamo un rapporto di amicizia vero e proprio, posso dire che era sicuramente una persona molto corretta e aperta al dialogo. Pacato, mi dispiace veramente molto per la sua scomparsa».
Il funerale
In molti, nelle ultime ore, si sono stretti al dolore dei familiari esprimendo le più profonde condoglianze per la scomparsa dell’imprenditore livornese, la cui famiglia ha di fatto trasformato il porto, offrendo servizi nuovi, fino al 2008. Il funerale, a cura delle onoranze funebri della Svs di via San Giovanni, si terrà mercoledì 5 febbraio alle 15 nella cappella della camera mortuaria dell’ospedale labronico, in viale Alfieri, dov’è morto. Qui, i tanti amici e conoscenti, potranno tributargli l’ultimo saluto. «Rimarrai sempre con noi», concludono i familiari.