Si è spento Giancarlo Gennari: a Livorno è stato il pioniere del soccorso stradale
Con la sua azienda a Biscottino, sull'Arnaccio, si occupava del recupero dei mezzi, dando loro nuova vita o avviandoli alla rottamazione. Attivo nella protezione civile con la Svs e nel Topolino club, da giovane ha corso in pista con l'Alfa Romeo e per lavoro con i suoi carriattrezzi ha seguito anche il Rally dell'Elba
COLLESALVETTI. Tutti lo conoscevano come il «disfattino» di Livorno, l’imprenditore e pioniere del soccorso stradale che recuperava le auto distrutte donando loro una nuova vita o avviandole alla rottamazione. Lutto per la scomparsa di Giancarlo Gennari, 80 anni e dal ’79 proprietario dell’omonima azienda sull’Arnaccio, nella frazione di Biscottino, dove abitava. Un dolore che tocca anche i comuni di Collesalvetti e Cascina, dove l’artigiano era molto conosciuto. «Lavoravamo molto anche con il “Rally dell’Elba, lì i carriattrezzi all’epoca non esistevano – ricorda il figlio Gabriele – e da piccolo io lo seguivo sempre. Mio padre è stato un gran lavoratore. Fra le sue passioni c’erano le auto da corsa, mi ha raccontato di aver gareggiato da giovane pure con l’Alfa Romeo Gta, anche sulla pista di Vallelunga».
Giancarlo in gioventù era stato assunto come autista nella vecchia Atam, poi diventata Atl, Ctt nord e infine – com’è oggi – Autolinee toscane. Lì lavorava anche suo fratello Valter, come lui conducente sulle linee urbane, passato poi nelle squadre dell’officina, mestiere che lo ha poi accompagnato fino alla pensione. Oltre a Valter, ai figli Gabriele, Federico e Angelo, e alla moglie Luisa, l’ottantenne lascia i fratelli Milco, Milvia, Grazia, Iside, Gabriella e Fabio. Giancarlo, negli anni Settanta, aveva preso l’aspettativa dall’azienda dei trasporti, poi si era licenziato aprendo la ditta sull’Arnaccio: qualche decina di anni fa era l’unico in grado di poter rimuovere con i carroattrezzi i mezzi pesanti. Storica anche la sua convenzione con il Comune di Livorno per la rimozione delle auto in divieto, come la collaborazione con la “Scuderia Livorno”. Prolungato anche il suo impegno con la protezione civile, indossando la divisa della Svs, mentre per anni è stato socio del Topolino club.
«Mi ricordo benissimo di Giancarlo – racconta l’ex collega di lavoro all’Atam, il settantunenne livornese Paolo Testi – dato che per circa cinque anni abbiamo lavorato per la stessa impresa della mobilità. Lui guidava i pullman urbani, come il fratello Valter poi passato in officina, e all’epoca tutti noi dipendenti eravamo molto uniti. Per imparare a guidare e prendere confidenza con le vetture ricordo che ci mandavano a bordo anche come bigliettai e tutti conoscevano tutti, c’era una clima diverso rispetto a quello degli ultimi anni e ti scambiavi spesso i ruoli fra autista e controllore. C’era unità. Giancarlo me lo ricordo come un tipo alla mano, con cui si parlava molto tranquillamente, anche se avendo una decina d’anni più di me non è che ci frequentavamo moltissimo. Io fui assunto ventenne, lui ne aveva una trentina e ricordo che aveva questa passione per i motori». Testi lo aveva poi rivisto recentemente, vicino a casa sua: «Ogni tanto in giro lo avevo rivisto – conclude il pensionato dell’azienda dei bus – poi ci siamo visti e salutati a una fiera qui in paese a Nugola, dove io abito». Il funerale di Gennari si è svolto ieri pomeriggio, alla camera mortuaria dell’ospedale, a cura delle onoranze funebri della Svs di via San Giovanni. Poi è stato sepolto al cimitero di Collesalvetti.
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