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Alessandro Lazzaro: «Il Caprilli orgoglio dei livornesi e noi lo porteremo in serie A»

Alessandro Lazzaro: «Il Caprilli orgoglio dei livornesi e noi lo porteremo in serie A»

L’amministratore di Sistema Cavallo, detta i tempi dei lavori in vista del nuovo criterio di classificazione che premierà la qualità degli impianti

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LIVORNO. Seconda giornata di corse all’ippodromo Caprilli, con un meteo che incoraggia l’afflusso già la scorsa settimana molto buono. Sole, poco vento, temperatura piacevole. E Alessandro Lazzaro, amministratore unico di Sistema Cavallo, che sarà presente oggi per assistere all’evento sportivo, farà il punto sulle opere da fare, quel che è stato pianificato, e che a breve, dopo le due riunioni di gennaio, cominceremo a vedere. I primi passi sicuri in questa esperienza livornese, arrivati con un importante bagaglio fatto di alti incarichi nel mondo dei cavalli, lo fanno pensare con l’equilibrio di chi ha tutto ben definito nei pensieri senza lasciarsi a facili proclami. È ormai lui, il braccio operativo di Silvio Toriello, che in questo periodo pensa più alla parte sportiva e alle relazioni strategiche che possono far crescere e rendere sempre più appetibile questo impianto. Sistema Cavallo ha fatto la sua scommessa, vincendo prima il bando per l’affidamento ventennale della struttura attraverso lo strumento del partenariato pubblico-privato e va ora dritta verso il conseguimento dei molteplici scopi da raggiungere riqualificando il Caprilli.

Un parco per le famiglie, un ippodromo, una scuola di equitazione per uno sport per tutti, una scuola di fantini, i box per un parcheggio stanziale dei cavalli (posti di lavoro assicurati) , luogo per mostre e concerti. Una bella sfida, certo, ma non impossibile. Arriverà la nuova classificazione degli ippodromi, un nuovo modello pensato anche per attribuire le giornate di corse, premiando soprattutto la qualità tecnica. Tre fasce dinamiche (con promozioni e retrocessioni) che potranno permettere agli imprenditori di fare il loro mestiere, decidendo loro stessi quale sarà il loro futuro. Livorno partirà da quella di mezzo, ma con aspirazioni di andare nell’elite. Grazie ai lavori che nel 2025 cominceranno a migliorare tangibilmente l’ippodromo con tanti servizi che al momento non ha.

Lazzaro fa un passo indietro per raccontare quel che è già stato fatto prima dell’apertura di sette giorni fa: «La società ha fortissimamente voluto migliorare il fondo della pista. Il manto erboso è perfetto e gli incaricati del ministero che hanno fatto una serie di ispezioni, alla fine delle quali erano davvero molto soddisfatti. Sembrano piccole cose, ma fanno pervenire già ai quartieri alti il segnale che stiamo facendo le cose in maniera giusta. Avere una pista molto buona, significa infatti badare alla sicurezza dei cavalli e dei fantini. Il primo mattone cioè su cui costruire un ippodromo».

Pensa al pubblico presente alla ouverture invernale e riprende. «C’è una stretta correlazione tra la città e il suo Caprilli, concepito proprio come parte integrante della cultura e della tradizione. L’ho notato a tutti i livelli. Dalla gente che lo frequenta, fino alle istituzioni. Una attenzione a questo gioiello che per noi di Sistema Cavallo, rappresenta la grande responsabilità di effettuare gli interventi per restituire al Caprilli l’importanza a livello nazionale che aveva prima. In questo 2024, con i tempi stretti che c’erano e, ricordiamo con ancora la parte burocratica che non si è definitivamente compiuta, qualcosa di importante abbiamo già fatto. Dopo la pista, cominceranno passo passo, gli altri interventi».

Il calendario aiuta ad avere un percorso di corsa sempre ben tenuto. Permette infatti la doppia semina, quella autunnale e quella primaverile per avere il fondo perfetto nei periodi di utilizzo: dicembre-gennaio e giugno-settembre. E dopo la coda del 4 e 11 gennaio, si potrà attaccare, pancia a terra, il crono programma pensando ad aver terminato il primo step in tempo per metà giugno. «Uno, sarà propriamente ippico, con l’impianto di illuminazione di ultima generazione alimentato attraverso le torri faro; poi la volontà di mettere in moto una serie di servizi come il bar al prato, il primo che si trova dopo l’ingresso. Gli altri tre sono già entrati in funzione. Della struttura che si raggiunge attraverso il tunnel, ce ne occuperemo più avanti. Ci sono già i progetti, ma il piano prevede di arrivare a pieno regime con un Caprilli al massimo della sua forma, in cinque anni. Questo perché sappiamo bene che ogni lavoro deve essere compatibile con il programma delle corse. Cioè, cominciato e terminato prima di aprire ogni stagione».

E quindi, subito l’illuminazione. Ma anche la sistemazione dell’ingresso storico sul mare con gli sportelli della biglietteria e il restyling della cancellata, la ristrutturazione dell’agenzia di scommesse. Tutte cose sicuramente avviate e concluse nel 2025. Assieme alla situazione dei bagni e nuove fognature. «Un’altra priorità – riprende Lazzaro -, perché se è vero che le torri faro sono indispensabili pensando alle corse in notturna, è altrettanto vero che i bagni, che fanno parte del pacchetto servizi, non solo rappresentano una necessità per gli avventori, ma costituiscono anch’essi parte dei criteri sui quali il ministero si basa per stilare le sue classifiche annuali di promozione e retrocessione. Noi vogliamo salirla questa classifica, vogliamo raggiungere anzi un livello tale che possa permettere nel 2026 di cominciare, chissà, con le corse, anche a fine maggio. Una richiesta per un paio di riunioni in più che sarebbero possibili solo nel caso in cui la commissione nazionale avesse riconosciuto al Caprilli un certo status».

E poi i box, una delle situazioni che possono dare vita giornaliera all’ippodromo, creando posti di lavori. «Esistono già manifestazioni di interesse a portare i cavalli qui. Avere un numero di esemplari che lavorano quotidianamente all’ippodromo, ne richiama altri, rende opportunità lavorative, incidendo positivamente su tutte quelle figure che operano attorno ad un cavallo. Che l’interesse generale stia crescendo, lo si evince anche dalla giornata di apertura: 50 cavalli, in cinque corse, la media di 10 ciascuna. Erano anni che non succedeva».

Non è stato in Qatar assieme a Toriello che recentemente ha avuto un altro incontro con Faisal Al Rahmani, presidente l’Ifahr, l’organo supremo che disciplina il mondo delle corse dei purosangue arabo a livello internazionale. C’è un grosso interesse a scegliere Livorno come base in Italia sul continente europeo. «Altri impegni me lo hanno impedito, ma direi che le premesse per ottenere un importante accordo, ci sono tutte. Gente seria con la quale può nascere una sinergia incredibile. Averli come interlocutori, potrebbe significare raggiungere traguardi di rilievo. E avere un turismo sportivo al quale possa contribuire l’ippica, può rappresentare un effetto volano».

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