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Il lutto

Livorno, addio a Nino Bolognesi, storico spedizioniere: «Un pezzo del porto e della città»

di Martina Trivigno

	L'imprenditore morto a Livorno
L'imprenditore morto a Livorno

Il fondatore della Labrosped è morto a 83 anni: lascia la moglie e due figli

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LIVORNO. La città dice addio allo storico spedizioniere Angiolo (ma conosciuto da tutti con il nome di Nino) Bolognesi, tra le altre cose fondatore della Labrosped Spa, casa di spedizioni internazionali di Livorno. Si è spento nella mattina di domenica 24 novembre a 83 anni, nel reparto di Cure palliative dell’ospedale di Livorno, circondato dall’affetto dei suoi cari: lascia infatti la moglie Antina, i figli Andrea e Arianna, il nipote Samuel, il fratello Paolo e la sorella Oriana.

Il lavoro
Il suo ingresso nel mondo portuale era iniziato nel lontano 1958 con la ditta Fratelli Bartoli di Livorno con la mansione di procuratore doganale; diventato poi spedizioniere doganale, negli anni Novanta era arrivato a ricoprire anche la carica di presidente del Consiglio territoriale degli spedizionieri doganali di Toscana e Umbria. Nel 1973 poi, quando il porto labronico era in pieno sviluppo, con i colleghi Mario Rutilio, Roberto Testa e Giovanni Pizzo, ebbe l’intuizione di costituire la Società dichiaranti doganali (Sdd) di cui si servono le più importanti case di spedizioni internazionali per l’espletamento delle formalità doganali, contribuendo non poco allo sviluppo delle attività portuali. In seguito, nel 1982, insieme al socio Pizzo, fonda la Transalpe Spa con uffici a Livorno, La Spezia e Napoli.

L’azienda

Ma è con l’ingresso dei figli nell’ambito societario che nel 1998 fonda la Labrosped Spa, casa di spedizioni internazionali di Livorno, che oggi attraverso le sue controllate – General Export Srl, Farosped Srl, Magazzini Volpi Srl e la partecipazione nella Kraal Company Trademare Srl – con uffici, depositi doganali a Livorno, La Spezia, Genova, Milano, Prato e Pistoia. «Vorrei che il consiglio si adoperasse per far arrivare alla famiglia del caro Nino Bolognesi il cordoglio sia personale sia del consiglio e dei colleghi iscritti – commenta Maurizio Macera, presidente del Consiglio territoriale degli spedizionieri doganali di Toscana e Umbria – . Oltre all’evidente perdita umana sicuramente abbiamo perso uno dei più brillanti e preparati e attenti colleghi iscritto all’albo fin dal maggio 1981: già allora era avanti nel sapere “professionale” e vi è rimasto sinora, sia rispetto a moltissimi colleghi sia alle dogane».
I ricordi

«Un altro pezzo del nostro porto e della nostra città è venuto a mancare – aggiunge Antonio De Luca, che aveva lavorato al fianco di Bolognesi fin dal 1978 e consigliere del Consiglio territoriale degli spedizionieri doganali – . Aveva ottenuto tanta stima anche nell’amministrazione delle Dogane per la sua profonda conoscenza e pratica del diritto doganale, tanto da costituire sempre un punto di riferimento per funzionari, amici e colleghi a cui non lesinava mai un consiglio o un suggerimento quando interpellato. Lascia un’eredità importante, raro esempio di lavoratore, imprenditore, professionista integerrimo, di genitore amorevole. Mancherà sicuramente a tutti gli impiegati, ad oggi più di 100, per i quali oltre ad essere il “capo” era uno di famiglia che con il suo fare bonario riusciva a ottenere da tutti sempre il massimo». «Ci piace pensare, che come esperto in dichiarazioni, di norma quelle fatte alla Dogana per sdoganare le merci, non avrà problemi a fare la sua per guadagnarsi il posto migliore in cielo», sottolineano i suoi cari.

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