Professore arrestato a Livorno per pedopornografia, Grieco: «Situazione molto triste»
La provveditrice ed ex assessora regionale alla scuola: «Dispiace che proprio un educatore sia coinvolto in una vicenda del genere»
LIVORNO. «Non posso entrare nel merito della vicenda, visto che non la conosco e le indagini sono ancora in corso, ma vorrei porre l’accento sulla grande collaborazione che c’è, da sempre, con le forze dell’ordine per l’utilizzo consapevole dei social da parte dei ragazzi. Nel caso specifico ci troviamo di fronte a un episodio molto triste, perché è coinvolto un educatore, ma è venuto alla luce proprio grazie all’attenzione degli investigatori. Siamo comunque in una fase dove vige la presunzione di innocenza». A parlare – dopo la notizia dell’arresto per pedopornografia da parte della polizia postale di un docente di una scuola superiore livornese di 56 anni, Nicola Giunta – è la provveditora di Livorno, Cristina Grieco. Il professore, in ogni caso, ha lavorato in città solo poche settimane, visto che si è trasferito dal Nord Italia in Toscana subito prima di quest’anno scolastico e, quindi, fino al 2023/2024 insegnava altrove.
Poco conosciuto, dunque, sia fra gli studenti, che fra i colleghi dell’istituto, i suoi comportamenti sarebbero sempre risultati normali e comunque, nelle contestazioni degli inquirenti, la sua attività di docente ne resta completamente estranea. «Noi, da sempre – prosegue Grieco, provveditora labronica da pochi mesi ed ex assessora regionale a istruzione, formazione e lavoro – siamo molto legati con tutte le forze dell’ordine, la nostra è una rete con l’obiettivo di fornire ai ragazzi gli strumenti corretti per non cadere in situazioni che possono essere molto spiacevoli ed è fondamentale, in questo, che vi sia un’azione di prevenzione e anche di cultura della consapevolezza su come usare la Rete e di cosa vi si può trovare di pericoloso. L’obiettivo è preservare i nostri giovani, ci impegniamo molto per arrivare a quest’obiettivo». Sul caso in questione, Grieco, aggiunge di essere «molto dispiaciuta, perché è coinvolto un adulto e per altro un formatore».
«Per il resto – prosegue – non conosco i dettagli di quest’operazione della polizia postale, come tutti ne ho solamente letto il resoconto, e chiaramente vige il principio della presunzione di innocenza. Non conosco il docente». La polizia di Stato, nella nota ufficiale riepilogativa dell’operazione, ha spiegato che «gli investigatori, per intervenire, hanno atteso che l’uomo fosse solo in casa nell’intento di divulgare in rete materiale pedopornografico. Nel corso della perquisizione informatica, effettuata sui numerosi dispositivi a lui in uso, è stata riscontrata la detenzione di un ingente quantitativo di materiale pedopornografico ritraente atti sessuali tra minori e con adulti». Di fatto, stando a quanto emerso, avrebbe condiviso il file con un poliziotto, che si trovava dall’altra parte del computer. Dopodiché, nell’abitazione, sono intervenuti gli agenti ed è scattato all’arresto, messo a segno dal centro operativo per la sicurezza cibernetica di Firenze coadiuvato dalla sezione operativa di Livorno. L’arresto, nei giorni scorsi, è stato convalidato in carcere dal giudice per le indagini preliminari.