Paolo Roncucci in pensione e Spartaco Sani si emoziona: «Difficile pensare all’ospedale senza lui»
La lettera dell’amico-collega: «Un riferimento umano e professionale per tutti»
LIVORNO. Come anticipato dal Tirreno la settimana scorsa, quello di ieri è stato l’ultimo giorno di Paolo Roncucci col camice. Lo storico primario della Rianimazione ha compiuto 70 anni domenica scorsa, raggiungendo il limite massimo di età consentito dalla legge.
Per l’ospedale è la fine di un’era. Roncucci, nonostante un carattere apparentemente introverso, è stato uno dei medici più amati dai livornesi, sia per le competenze professionali e l’altissimo livello a cui ha portato il suo reparto, sia per l’umanità che ha sempre saputo trasmettere alle migliaia di famiglie che in questi anni hanno avuto a che fare con la Terapia intensiva. Era entrato in viale Alfieri nel 1981 e vi è rimasto per 43 anni.
«Rimarremo sempre amici, ma pensare all’Ospedale di Livorno senza Paolo Roncucci è difficile e sembra impossibile», ha scritto in una lettera carica di emozione Spartaco Sani, primario di Malattie Infettive con Roncucci in prima linea in epoca Covid (ma non solo) .
«Sento l’esigenza di esprimergli la riconoscenza mia e di tutti i miei collaboratori, per tutto quello che ha fatto nei tanti anni in cui ha diretto la Rianimazione – scrive Sani – . Credo che la città di Livorno gli debba molto per la sua costante presenza, in tutte le situazioni sia di assistenza quotidiana ai pazienti, sia nelle tante situazioni di emergenza sanitaria che si sono susseguite in questi anni, con la sua elevatissima competenza, la saggezza ed il tratto umano che lo hanno reso un riferimento fondamentale per tutti».
«Noi delle Malattie Infettive gli dobbiamo molto – continua il primario infettivologo – : la certezza della sua presenza e disponibilità ad affrontare le situazioni, la professionalità sua e dei suoi collaboratori, ha permesso alle nostre Unità Operative di diventare riferimento per tutta l’Azienda per patologie infettive importanti provenienti da tutto il territorio dell’Asl anche ben oltre la provincia di Livorno in un lavoro comune che ci ha fatto crescere professionalmente tutti ottenendo risultati importanti per i pazienti che poi è la cosa più importante».
Sani si dice «certo che i suoi collaboratori sapranno portare avanti il suo lavoro e che, in un modo o nell’altro, Paolo continuerà a darci una mano». E ricorda in questo senso la storia della Rianimazione livornese: «Paolo Pacini e Beppe Logi (che recentemente ci ha lasciato, una persona speciale) medici ed uomini di grande valore, dei quali Paolo, insieme a Francesco Genovesi, è stato allievo ed erede eccellente».
In una nota dell’Asl anche Maria Letizia Casani, numero uno dell’azienda, ha voluto salutare Roncucci: «È stato un riferimento umano e professionale imprescindibile del presidio ospedaliero livornese. La sua grande competenza e disponibilità hanno spinto la sanità locale verso un processo di continua evoluzione permettendo di rimanere sempre allineati con i principali centri nazionali. È riuscito così a mantenere ed elevare ulteriormente la qualità di un reparto costruita grazie all’impegno dei suoi illustri predecessori. Negli anni impegnativi della pandemia è stato, da subito e per tutto il periodo necessario, in prima linea nella lotta contro il Covid anteponendo gli interessi collettivi e della salute pubblica a quelli personali».