Il Tirreno

Livorno

L'intervista

«A Livorno per cantare la pace». Noa e il suo legame con la città

«A Livorno per cantare la pace». Noa e il suo legame con la città

L’artista israeliana dà il via alla 39esima edizione di Effetto Venezia «Qui è nata una delle amiche più care: ho un rapporto speciale con la Toscana»

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LIVORNO. «Non c’è niente di più importante, per me, che usare la mia voce, le mie parole e il mio carisma per promuovere la comprensione, la compassione e la pace». Sono parole di Noa, celebre artista israeliana che stasera 31 luglio alle 22,30 si esibirà a Effetto Venezia, sul palco di piazza del Luogo Pio (ingresso gratuito), portando il suo show che si intitola “The voice of peace”.

Con lei una band formata da Gil Dor alla chitarra, Ruslan Sirota al piano, Omri Abramov al sax ed Ewi, Daniel Dor alla batteria.

Come tradurrà il suo messaggio di pace in musica a Livorno?

«Sostengo la causa della pace da 30 anni dall’assassinio di Yitzchak Rabin, il nostro primo ministro che ebbe il coraggio di avviare gli accordi di Oslo, con il potenziale di porre fine al conflitto tra israeliani e palestinesi. È stato assassinato da un estremista ebreo la cui mente è stata avvelenata, proprio come l’estremismo continua ad avvelenare le menti e i cuori sia dei musulmani che degli ebrei, fino ad oggi. Ero sul palco a cantare alla grande manifestazione per la pace a Tel Aviv, organizzata per sostenere gli accordi di Oslo, pochi minuti prima dell’assassinio. Questo evento ha cambiato la mia vita, ed è stato allora che ho deciso di raccogliere la fiaccola caduta dalle mani di Rabin e correre con lei. Sapevo che ci sarebbe stato un prezzo da pagare ma ero disposto a farlo. Il mio nuovo progetto, “The giver”, è una raccolta di canzoni scritte dopo il 7 ottobre (giorno in cui, nel 2023, si è verificato l’attacco terroristico di Hamas nel sud di Israele, ndr). I messaggi trasmessi in queste canzoni racchiudono la mia filosofia circa lo stato dell’umanità oggi, e lo stato dell’anima che dobbiamo cercare di raggiungere per elevare noi stessi e preservare l’umanità dal disastro. Presenterò alcune di queste canzoni a Livorno e, probabilmente parlerò anche io, cimentandomi con l’italiano».

Conosce Livorno? È la prima volta che viene?

«Non è la mia prima volta. Sono felice di esibirmi a Livorno, città a cui sono legata attraverso una donna che è nata e cresciuta a Livorno ed è diventata una delle mie amiche più care in Israele. Abbiamo cresciuto i nostri figli insieme e lei sarà presente al concerto».

Con la Toscana, in generale, ha un rapporto speciale, che la lega anche a Roberto Benigni e alla canzone “Beautiful that way” per il film “La vita è bella”, uscito nel 1997. Che ricordi ha di quella esperienza? E cosa le piace della Toscana?

«Adoro la Toscana, luogo magnifico. Quel fantastico film, girato ad Arezzo, e quella canzone che mi fu chiesto di scrivere e cantare mi hanno cambiato la vita per il loro messaggio profondo: il potere dello spirito umano, dell’amore, di un sorriso, di cambiare la realtà, anzi, di crearla! Dobbiamo ricordarci di avere questo potere, anche nei momenti più bui. Come quelli che viviamo oggi, sicuramente in Medio Oriente».

Da Venditti a Pino Daniele, Finardi e tanti altri. Ha collaborato con numerosi artisti italiani: c’è qualcuno a cui si sente più legata? E con chi le piacerebbe collaborare oggi?

«Amo tutti gli artisti con cui ho collaborato, ho un bellissimo ricordo di Carlo Fava, con il quale ho eseguito a Sanremo una bellissima canzone da lui scritta, “Un discorso in generale”. Ho avuto una chimica speciale con lui. E poi ci sono i miei fratelli napoletani, i magnifici adorati Solis String Quartet; ci esibiamo ancora insieme occasionalmente, li adoro. Per non dire dell’incredibile Nicola Piovani. In futuro spero di entrare in contatto con artisti come Niccolò Fabi».

Il suo impegno per la pace è da anni riconosciuto a livello internazionale. Qual è il suo stato d’animo rispetto ai due principali fronti di guerra, Ucraina e Gaza?

«Ammetto di essere meno coinvolta nella guerra in Ucraina, ma spero che finisca. Mi schiero dalla parte degli ucraini, ma credo che dietro questo conflitto ci sia più di quanto sembri. E questo vale anche per la guerra a Gaza. Dobbiamo lottare per la fine di tutte le guerre, la fine della violenza come mezzo di risoluzione dei conflitti; è ridicolo, antico e primitivo, avremmo dovuto andare avanti molto tempo fa. Credo solo nella pace, solo nella comunicazione non violenta. Non sostengo né Israele né la Palestina, sostengo la pace tra Israele e Palestina».




 

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