Collesalvetti, la battaglia per la casa di madre e figlia: «Fra un mese saremo per strada»
L’ufficiale giudiziario ha già bussato alla porta: «Chi può ci dia una mano. Avremmo trovato un’altra abitazione ma non siamo in grado di dare garanzie per l’affitto anche se possiamo pagarlo»
Collesalvetti «Entro un mese non avremo più una casa. Chi può ci aiuti». È un grido disperato, un appello dritto al cuore di chi legge. Perché presto Ilaria Graber, 53 anni il prossimo 15 luglio, e la madre Daniela, 81, dovranno chiudersi definitivamente alle spalle la porta di quella casa a Guasticce in cui hanno trascorso gli ultimi dieci anni di vita. Il contratto di affitto (non rinnovato) è scaduto a giugno e l’ufficiale giudiziario ieri ha bussato, dando un ultimo termine (questa volta perentorio) per andarsene.
Ma il paradosso di questa storia è che le due donne avrebbero già trovato un’altra abitazione in cui trasferirsi insieme alla loro cagnolina Dea. Sempre lì, a Collesalvetti. E a volerla dire tutta – sottolinea Graber – l’affitto non sarebbe neppure così proibitivo. «Circa 370 euro al mese – racconta – Il problema, però, è che io non ho un lavoro stabile e viviamo con la pensione minima di mia mamma, a cui da tempo è stata assegnata un’amministratrice di sostegno, e una piccola pensione d’invalidità a mio carico. Non siamo in grado di dare garanzie per la locazione e i proprietari di casa non si fidano. Eppure saremmo in grado di pagare. Invece saremo in mezzo alla strada dal 10 luglio».
L’unico aiuto – racconta Graber – arriva dalla Caritas e dalla parrocchia, ma non basta. «L’ex consigliere comunale Vito Capogna si è precipitato qui non appena ha saputo della nostra situazione e lo ringraziamo per l’interessamento – aggiunge – Abbiamo chiesto al Comune di Collesalvetti di poter accedere agli alloggi di edilizia residenziale pubblica visto che eravamo iscritte nelle liste delle case popolari, ma ci è stato risposto che immobili disponibili non ce ne sono. La “soluzione” che mi è stata prospettata è quella di andare a vivere in una casa famiglia e di trasferire mia madre in un istituto e la nostra cagnolina, che abbiamo adottato, in un canile. Ovviamente ho detto no».
Così Ilaria Graber ha deciso di lottare e di lanciare un appello perché chiunque – istituzioni o cittadini – ascoltino il grido delle due donne che, mai come adesso, è disperato. «Mia mamma ha difficoltà a camminare e quindi cerchiamo una casa che sia necessariamente al piano terra – aggiunge – e sarebbe l’ideale se avesse anche un piccolo giardino per il nostra cagnolina Dea: adottarla dal canile è stato un atto di amore e vogliamo continuare a prenderci cura di lei. Ha portato una ventata di gioia nelle nostre vite, ma sappiamo che diversi proprietari non gradiscono gli animali tra le mura domestiche, ma noi a Dea non rinunciamo. È di famiglia ormai».
«Nonostante le difficoltà cerchiamo di guardare con ottimismo al futuro – conclude la donna – Cosa ne sarà di noi? Il 15 luglio sarà il mio compleanno e vorrei svegliarmi una mattina e rendermi conto che è stato soltanto un brutto un sogno. Chi può ci aiuti. Voglio che mia madre trascorra questi anni in una condizione di serenità e senza un tetto sulla testa non è possibile»l