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Da Livorno a Trevico, Rossano Vittori racconta l’amico Ettore Scola: «E’ stato il mio maestro»

Da Livorno a Trevico, Rossano Vittori racconta l’amico Ettore Scola: «E’ stato il mio maestro»

Il giornalista-scrittore ospite d’onore all’omaggio organizzato con i grandi del cinema: «Mi ha invitato sua figlia Silvia: a lui mi legano tanti aneddoti e storie»

09 maggio 2024
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LIVORNO Rossano Vittori è un giornalista, scrittore, regista che negli ultimi anni si è dedicato con incessante intensità alla poesia, diventata col tempo la sua massima fonte di espressione. Un artista che nella vita ha viaggiato e conosciuto tanti personaggi famosi, veri assi nella loro professione. Uno di questi è il cineasta campano Ettore Scola, nome eccellente nel campo della settima arte italiana.

Venerdì 10 maggio a Trevico, il suo paese natale, Scola (scomparso nel 2016) viene omaggiato con un evento organizzato da Maria Raffaella Calabrese De Feo, presidente dell'associazione IrpiniaMia con la figlia di Ettore Scola, Silvia e al quale partecipa lo storico Paolo Speranza. Evento al quale Vittori sarà ospite d’onore. Nel corso della sua carriera, infatti, lo scrittore livornese col professor Piermarco De Santi, ha realizzato un libro, edito da Gremese, dal titolo “I film di Ettore Scola”.

Il lavoro gli permise di allacciare un bel rapporto con l’immenso autore di “C’eravamo tanto amati”. «Era il 1986, ci recammo a Fiesole per proporgli il progetto - racconta - Piermarco, con grande deferenza, cominciò ad introdurre l’argomento. Ma Scola guardava me con insistenza, quasi disinteressato alle parole del professore. A un certo punto disse: “Ti conosco”. E io “No guardi, si sbaglia”. Ma lui continuò “Certo, ti conosco. Tu sei quello che ha realizzato la riduzione cinematografica dei “Sei personaggi in cerca d’autore”. L’ho letta, molto interessante. Il libro me lo ha dato Bernardino Zapponi, critico dell’Espresso, perché sto lavorando a un progetto simile con Vittorio Gassman”. Rimasi sorpreso. Ci propose di andare a Roma, accettando di aiutarci a realizzare il nostro libro. Così ogni tanto passavo dal suo studio di Cinecittà a trovarlo». Un giorno Vittori arriva, e Scola non è solo.

«Stava preparando il film “La famiglia”, per i quale mi ero proposto per fare un backstage. Quando entrai nella sua stanza per proseguire il lavoro biografico, vidi una persona di spalle. “Marcello, questo è Rossano”, e quando l’ospite si alzò e mi tese la mano mi accorsi che si trattava di Mastroianni. Chiamarono Scola al telefono e rimanemmo soli. Mastroianni mi chiese di accompagnarlo fuori per fumare una sigaretta, mi prese a braccetto, e cominciammo a parlare. Una passeggiata che ci permise di cominciare una bella amicizia. Ci siamo rivisti su altri due set di Scola “Splendor” e “Che ora è?”, dove ebbi la ventura di incontrare Massimo Troisi».

Tornando al film “La Famiglia”, per Vittori l’avventura sul set dura due mesi, nei quali si organizza acquistando una videocamera, e lavorando da solo in quanto Scola non voleva nessuna troupe televisiva d’intorno. Fatto che gli ha permesso di essere l’unico in possesso di un dietro le quinte prezioso, proiettato anche al festival di Locarno.

«Mi aveva preso a benvolere. La sera, al termine della giornata di lavoro, mi portava al montaggio. Lì ho imparato tantissimo. Mi sono formato in compagnia di un personaggio eccezionale. Vederlo lavorare era illuminante. Mi sentivo affine a lui, anche nel comportamento». Un periodo magico, irripetibile.

«Ebbi la fortuna di interagire con attori leggendari, dal citato Gassman, a Fanny Ardant, che mi concesse la prima intervista in italiano della sua vita. Poi Stefania Sandrelli, Sergio Castellitto, Philip Noiret, e tanti altri. Realizzai immagini preziose».

Il libro esce nel 1987 in concomitanza col film, e questo crea un evento nell’evento. «Lo presentammo prima dell’anteprima de “La Famiglia”. C’erano tutti. Anche il compositore Armando Trovajoli. Ci siamo divertiti molto». Un rapporto, quello tra Scola e Vittori, proseguito nel tempo. «Ci siamo scambiati molti biglietti di auguri, ci sentivamo per telefono. L’ultima volta ci siamo incontrati a casa di Alfredo Angeli, regista livornese, che aveva una villa a Roma. Faceva le feste con tutti grandi del cinema. E come al solito fu molto piacevole».

A Trevico Vittori racconterà queste ed altre esperienze, a Palazzo Scola, dove Ettore nacque nel 1931. L’associazione che organizza è IrpiniaMia che da anni opera per la salvaguardia della cultura locale e per la diffusione della cultura cinematografica. La manifestazione si intitola "VII ciak: Ettore Scola, La Famiglia il Set e Dintorni”.

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