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Il lutto

Livorno, portuale muore di infarto: da giovane giocò nella Fiorentina. Il ricordo della moglie

di Stefano Taglione

	Graziano Ricci aveva 71 anni
Graziano Ricci aveva 71 anni

Addio a Graziano Ricci, la moglie Maria Grazia: «Viveva per la famiglia»

15 aprile 2024
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LIVORNO. È morto stroncato da un infarto. Lutto in tutta la città per la scomparsa di Graziano Ricci, conosciutissimo portuale livornese ed ex calciatore di talento, difensore nella Fiorentina under 19 degli anni Settanta, dove approdò in seguito al trasferimento dalla Marinese di Pisa, e più tardi anche nel Forlì e nel Ravenna, in Romagna. Dipendente della Clp, 71 anni e in pensione dal 2015, a causa di un incidente che subì il padre aveva deciso di lasciare il mondo del pallone per dedicarsi alla ditta di famiglia, stando così più vicino alla moglie Maria Grazia Moretti, storica segretaria dei vigili del fuoco di via Campania, che lo ha seguito quasi in ogni partita nel corso della sua carriera sportiva.

I figli di Graziano, Stefano ed Eleonora, sono due conosciuti “angeli in divisa”, arruolatisi nei pompieri e tornati a Livorno dopo aver svolto servizio fra Milano, Torino, Bologna e Piombino. «Ricordo quando andavo a vedere le partite di mio marito a Città di Castello, in Umbria – così lo ricorda la moglie Maria Grazia – quando giocava faceva la settimana corta a Forlì, tornando a Livorno la domenica sera, e spesso andavo a vedere le partite. Era molto bravo, quando era in viola ha conosciuto anche Giancarlo Antognoni. La morte è avvenuta improvvisamente, alle 4 di notte. È stato un infarto: il suo cuore era sano, anche se in famiglia in passato dei parenti sono morti per la stessa causa. Lo chiamavamo “il gigante buono” o “la roccia”».

Niente, purtroppo, hanno potuto fare i soccorritori della Svs di via San Giovanni, giunti nell’abitazione insieme al medico del 118. Ricci, con la moglie, risiedeva in via dei Salici, a Montenero. «Era una persona buona, aiutava tutti – prosegue Maria Grazia – e dopo aver iniziato a lavorare nella ditta di famiglia, come rappresentante di profumi, era entrato nella Compagnia portuale ed è andato in pensione qualche anno fa. Faceva carico-scarico dei container: proprio oggi sarebbe dovuto stare insieme alla nipote, che amava alla follia. Viveva per la famiglia, è stato un grande nonno, oltre che un grande padre e un marito eccezionale. Era orgoglioso dei nostri figli che, dopo essere entrati nei vigili del fuoco, sono riusciti a riavvicinarsi a casa, qui a Livorno, entrando in pianta stabile nel comando di via Campania».

La carriera calcistica, in fondo in fondo, Graziano non l’aveva mai abbandonata. Sempre informato sul mondo del calcio, qualche anno fa è stato chiamato come allenatore alla guida nel Nibbiaia, frazione del comune di Rosignano Marittimo. «E ha vinto il campionato di categoria – conclude la moglie – i calciatori lo amavano, era una persona speciale. Lui non ci sarebbe nemmeno andato, perché lavorava come portuale, ma lo hanno pregato e alla fine ha accettato. Era un grande mio marito, un nonno che amava le sue nipotine e tutta la famiglia». Da oggi, nelle salette della Svs del cimitero dei Lupi, è stata allestita la camera ardente. Domani (martedì 16 aprile), alle 11, il funerale nella parrocchia Nostra Signora di Fatima in Corea.


 

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