Il Tirreno

Livorno

Talenti di casa nostra

Livorno, Irish Braschi firma il film su Eleonora Abbagnato «Così racconto la vita di una stella della danza»

Livorno, Irish Braschi firma il film su Eleonora Abbagnato «Così racconto la vita di una stella della danza»<br type="_moz" />

Venerdì 29 marzo in prima serata su Rai 3 il lavoro sulla regina mondiale dell’Opera de Paris: dentro i contributi di Baglioni, Ficarra e Picone e Vasco Rossi. Il regista: "Il tema è quello del sogno: se hai il giusto fuoco dentro, puoi realizzare qualsiasi cosa tu voglia"

28 marzo 2024
3 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO  Irish Braschi, regista televisivo e cinematografico livornese, approda col suo ultimo lavoro alla prima serata Rai con il docufilm “Eleonora Abbagnato. Una stella che danza”. Venerdì Domani alle 21.20, la terza rete nazionale trasmetterà la storia che ripercorre le emozioni dell’ultima giornata vissuta dalla grande danzatrice siciliana, come Étoile del grande teatro Opèra di Parigi.

Un addio che si fonde con le emozioni di un’intera carriera, che, partendo bambina da Mondello, con coraggio, determinazione e grandi speranze, l’ha condotta sulla vetta più alta della danza mondiale.

«Il tema del film - spiega Braschi- è il sogno: quello che ognuno di noi ha. E non deve essere necessariamente per una cosa artistica. Ma semplicemente per seguire la propria passione. Eleonora rappresenta fisicamente l’idea del sogno. Lei era una bambina palermitana, una delle tante iscritte ad un’anonima scuola di danza. Ma a soli quattro anni aveva già deciso di raggiungere i livelli più alti. Il sottotitolo potrebbe essere: nessun sogno è impossibile, se hai il giusto fuoco dentro, puoi realizzare qualsiasi cosa tu voglia. L’essere umano ha dei super poteri, ma spesso non lo sa».

Il docufilm è prodotto da Matteo Levi (11 Marzo Film) con Rai Documentari e con il contributo del ministero della Cultura. Girato tra Roma (specie nei laboratori di scenografia del Teatro dell’Opera), e a Parigi. Non senza qualche piccolo, grande intoppo. «Purtroppo - prosegue il regista - la fase di produzione è stata condizionata dalla pandemia. La spina dorsale del progetto è la serata di addio della protagonista all’Opèra di Parigi. Dovevamo girarla, era già tutto organizzato per dicembre 2019. Ma ci fu lo sciopero del teatro, generale, di tutti i tecnici e i ballerini. La struttura venne bloccata per oltre due mesi. Quando finalmente sembrava potessimo battere il ciak, arrivò il colpo di grazia, il Covid; e a quel punto abbiamo dovuto aspettare un anno e mezzo».

Braschi ha pensato il suo docufilm in tre parti: c’è il racconto del presente, quello dell'ultimo giorno da Étoile che segue dalla mattina al risveglio, fino all’applauso finale del pubblico. Poi la vicenda si interseca col ricordo del passato, i vari momenti narrati con le sue parole quelle degli altri, le immagini di repertorio. E infine il terzo tassello, il sogno. «È incarnato attraverso una chicca finale: dove Eleonora balla sulle note di un pianoforte suonato dall’uomo del momento, Dardust, pianista e produttore e autore super top».

Come detto, dal film emerge forte il senso del sacrificio. Quello necessario per lasciare casa ad appena dieci anni, e partire verso un viaggio ignoto, fatto di studio, di ballo, di solitudine. «La svolta avvenne dopo un provino fatto in Sicilia con Roland Petit, leggenda del balletto. Lei aveva 11 anni. Petit venne colpito da quel talento e decise di portarla con sé. A quel punto nessuno avrebbe potuto fermarla, neppure la famiglia. Aveva un energia e un fuoco dirompenti». Ci sono anche interventi prestigiosi: parlano Vasco Rossi, Claudio Baglioni, Ficarra e Picone, che nel loro percorso lavorato con Abbagnato.

«Una bella emozione che ripaga di tutto il lavoro che abbiamo fatto, un segno di apprezzamento nei confronti di un progetto al quale ho sempre creduto, portandolo avanti con grande coraggio». Per Braschi adesso è il momento di guardare al futuro, per il quale non esclude un progetto a Livorno. «Stiamo sviluppando il fronte docufilm, per rimanere sul solco di questo lavoro - conclude- Ma tutti lo sanno, il mio cuore è a Livorno: c’è una storia già pronta da tempo, ambientata in città. Stiamo provando a metterla in piedi, speriamo bene». l


 

Primo piano
Povertà energetica

Caro bollette, in Toscana 200mila persone non riescono a pagare a pagare gas e luce: «Col mercato libero va anche peggio»

di Martina Trivigno