Il Tirreno

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Mercante d’arte muore a 68 anni: addio Alessandro, cuore ardenzino

di Stefano Taglione
Alessandro Elefante
Alessandro Elefante

Ha portato avanti per anni la galleria di famiglia in via della Gherardesca

13 gennaio 2024
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LIVORNO. Ha avuto un malore improvviso nel suo appartamento del Villaggio Emilio, a Stagno, e dopo poco è morto in ospedale a causa, si è poi scoperto, di una leucemia acuta. Tragedia in città per la scomparsa dell’artista e venditore ambulante Alessandro Elefante, 68 anni, per anni al timone della galleria di famiglia in via della Gherardesca e più recentemente instancabile venditore fra Lucca, Castiglioncello ed altre realtà toscane che raggiungeva con il suo furgone, «la sua seconda casa», racconta l’amico del cuore e presidente della sezione nautica di Ardenza, il quartiere dove è cresciuto, Alessandro Vezzi, che per l’ultima volta lo aveva visto a cena poco prima delle feste natalizie.

«Quando mi hanno detto che Alessandro non c’era più non ci potevo credere – le parole di Vezzi – visto che lo avevo visto recentemente e apparentemente stava bene. Mi ha chiamato un amico in comune, mai mi sarei aspettato una cosa del genere. So che si è sentito all’improvviso, anche perché quando lo avevo visto io apparentemente stava bene, nulla poteva far presagire a una sua scomparsa».

Dagli amici l’artista era soprannominato “Il mutolo”. «Quando prendeva la parola lui era uno spettacolo – prosegue Vezzi – e un po’ per scherzo gli dicevamo che avrebbe dovuto intraprendere la carriera politica. Avevamo una grande confidenza con Alessandro. Una bravissima persona, buona nel cuore, alla quale potevi chiedere qualsiasi cosa e che per aiutarti si faceva letteralmente in sette. Mai una discussione con lui, era una persona che cercava sempre il dialogo. Io conoscevo molto bene anche suo padre, che era sarto e in seconda battuta critico d’arte: Alessandro ha poi deciso di seguire la sua strada, proseguendo con la galleria, che però poi ha deciso di lasciare dedicandosi ai mercati dell’arte. Tutti parlavano bene di lui anche professionalmente. Sono un amico di famiglia e con Ale siamo cresciuti insieme, anche se le scuole non le abbiamo fatte nella stessa classe, perché lui aveva un anno più di me».

«Era un “figlio d’arte” – così lo ricorda l’amico e politico Marco Susini, deputato eletto fra le fila dell’Ulivo e dei Democratici di sinistra e in Parlamento dal 1996 al 2006 – perché il padre Vincenzo era il titolare della storica “Galleria Elefante” di via della Gherardesca, vera e propria fucina di giovani artisti. Alessandro, che in gioventù aveva lavorato alla Spica, aveva ereditato dal padre la passione per l’arte, specializzandosi nella pittura dei post Macchiaioli. Chiusa la galleria aveva preferito dedicarsi ai mercati antiquari delle diverse città toscane. Era una persona allegra, gioviale, amante della convivialità, chiamato dagli amici affettuosamente “Il mutolo" per il suo proverbiale eloquio fluviale».

In molti, ieri, si sono stretti alla famiglia del mercante d’arte appena si è diffusa la notizia della sua scomparsa. Il sessantottenne livornese lascia la figlia Veronica e la sorella Silvia. Oggi alle 11 l’ultimo saluto e la cremazione al cimitero comunale dei Lupi.


 

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