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Salvatore Todaro “torna” a Livorno: tutti in sala col regista del film Comandante per il nostro eroe che salvava i nemici

di Francesca Suggi
Salvatore Todaro “torna” a Livorno: tutti in sala col regista del film Comandante per il nostro eroe che salvava i nemici

Lunedì 6 novembre la proiezione: ci saranno anche anche la nipote e la figlia di Todaro. Ecco la storia diventata leggenda e come partecipare

05 novembre 2023
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Livorno L’Accademia Navale dove entrò nel 1923 e diventò guardia marina nel 1927. Il matrimonio in città nel 1933. La moglie livornese Rina Anichini. I due figli, dal sangue messinese e labronico. E la sepoltura del Capitano, nel cimitero della Purificazione di via dell’Ardenza. La vita dell’Ufficia gentiluomo Salvatore Todaro è intrecciata più che mai con Livorno. Ed è qui che domani dalle 20 “torna” al cinema The Space con la proiezione del grande film del regista Edoardo De Angelis con Pierfrancesco Favino che rende omaggio a questo eroe per troppo tempo dimenticato, quel capitano di corvetta di origini messinesi che salvava i nemici in mare. “Comandante” è un film di Edoardo De Angelis con protagonista Pierfrancesco Favino.

La sceneggiatura è scritta da Sandro Veronesi e De Angelis dalla quale è tratto l'omonimo romanzo edito da Bompiani. Una pellicola presentata come film d'apertura in concorso alla 80ª Mostra Internazionale dell'Arte Cinematografica di Venezia, una produzione Indigo distribuito in Italia da 01 Distribution dal 31 ottobre ispirata proprio da un articolo del Tirreno sull’argomento, del 2018, a firma di Mauro Zucchelli. L’appuntamento con “Saluti in sala” è per lunedì 6 novrembre alle 20 al Cinema The Space di via Bacchelli.

Il regista De Angelis, Jasmin Bahrabadi e Graziella Todaro che sono rispettivamente nipote e figlia del Comandante Todaro che vive in città saluteranno il pubblico in sala al termine della proiezione. E se De Angelis e Veronesi sono riusciti a portarlo nelle sale grazie al fatto che il collega Zucchelli l’ha raccontata sul giornale della città e che la famiglia, dopo averla svelata al giornalista ora in pensione, l’ha poi raccontata anche a loro. Todaro è un eroe. All’inizio della Seconda guerra mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga e carico di materiale bellico inglese, che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l'equipaggio italiano.

Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, Salvatore Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.
 

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