Fabio a Livorno investe e apre cinque bar: «Ci sono tanti locali cinesi? La loro qualità sta aumentando»
Parla l'imprenditore livornese che ha inaugurato le attività: «Per fare ciò che ho fatto io ci vuole coraggio e anche un briciolo di incoscienza. Ma le soddisfazioni non mancano»
LIVORNO. Non ci sono solo i cinesi che stanno investendo nei bar della nostra città. Anche i livornesi. Fabio Corsi, dal luglio dell’anno scorso, ha ampliato a dismisura i suoi “Dollino”. Che adesso, dopo l’apertura due mesi fa di due altri locali, sono cinque: via Grande, via Marradi, piazza Matteotti (sotto al “grattacielo”), via Magenta e Borgo Cappuccini. Un imprenditore coraggioso che, nonostante la crisi, ha deciso di mettere mano al portafogli e di allargare le sue attività. Ormai un punto di riferimento nei vari quartieri.
Corsi, questo è un buon momento per investire nei bar?
«È propizio perché ora gli acquisti si fanno a prezzi inferiori rispetto al valore stesso dei locali, anche se certamente la fetta di mercato da dividere per tutti gli imprenditori rimane sempre la stessa».
Lei, con i suoi “Dollino”, è addirittura arrivato a quota cinque.
«Ci vuole tanto coraggio per fare ciò che ho fatto io e anche un briciolo di incoscienza, oltre a bravura e consapevolezza. Per altro, in questo momento, l’unico guadagno è la soddisfazione personale di vedere qualcosa fatto bene. E naturalmente i posti di lavoro che riesco a dare».
Non si incassa?
«Il mio è un progetto a lungo termine. C’è lungimiranza. È certamente più quello che dai, di quello che prendi, ma l’obiettivo è avere un capitale per il futuro».
In via Grande, con i croceristi, come vanno gli affari?
«Da questo punto di vista molto bene. Quando arrivano le navi da crociera in porto il Dollino di via Grande raddoppia gli incassi. Credo sia così anche per gli altri locali, infatti noi ormai abbiamo la lista delle navi che attraccano e ci organizziamo anche con i turni dei dipendenti, rinforzando il personale quando sappiamo che stanno per scendere».
Come vi organizzate?
«Nei miei cinque bar ho due dipendenti ciascuno, quindi do lavoro a dieci persone, per me già una grandissima soddisfazione. Quando so che arrivano le navi da crociera, in via Grande, mando altre persone in supporto. Ad esempio la mia compagna Francesca Tavaroli, che è anche socia dell’azienda, oppure altre persone a chiamata. Dobbiamo cercare di accogliere turisti e croceristi nel migliore dei modi, sarebbe bello riuscire a fermare i loro pullman diretti verso le bellezze della Toscana come Firenze, Pisa e il Chianti. A mio parere si deve lavorare molto su questo, perché ne beneficerebbero tutti, anche i ristoratori e gli altri commercianti».
In modo che lascino qualcosa anche a Livorno.
«Esatto, se i passeggeri in un anno sono ad esempio cinque milioni e ciascuno di loro lasciasse un euro nei bar, la città beneficerebbe di cinque milioni. Un introito molto importante per ristoratori e commercianti».
Voi siete aperti quasi tutto il giorno, dalle 6 di mattina fino alle 8 la sera.
«Esatto, abbiamo un orario molto ampio dal lunedì alla domenica. In via Grande e Borgo Cappuccini sto aperto anche la domenica pomeriggio, mentre negli altri punti vendita no, perché c’è meno clientela».
Pensa ad altre acquisizioni?
«Sto valutando l’apertura di ulteriori bar e magari di lasciarne qualcuno. Ma è solo una fase progettuale, non ho ancora deciso».
Gli imprenditori cinesi, negli ultimi anni, hanno acquistato molti locali. Ultimamente anche il “Bon Ton” di via Pian di Rota.
«Sì, stanno rilevando attività molto importanti, principalmente perché hanno un’ottima capacità finanziaria. Ma il loro livello di servizio è diverso».
In che senso?
«Stanno migliorando molto dal punto di vista della qualità, ma non sono ancora al nostro livello, devono lavorarci su. Il Dollino di piazza Matteotti, ad esempio, davanti ha proprio un bar cinese e il tipo di clientela è diverso. Non ci fa concorrenza. Noi offriamo una migliore ospitalità e prodotti migliori». l