Il Tirreno

Livorno

La tragedia

Morto in scooter contro un’auto parcheggiata: la procura indaga il proprietario

di Stefano Taglione

	L'auto dove è morto il settantaquattrenne (foto Daniele Stefanini/Silvi)
L'auto dove è morto il settantaquattrenne (foto Daniele Stefanini/Silvi)

Livorno: l’accusa è omicidio stradale, ma l’uomo (un quarantaduenne livornese) non era lì quando c’è stato l’incidente

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LIVORNO. Ha parcheggiato l’auto in via Salvatore Orlando, in un posto a bordo strada che non creava intralcio alla circolazione, e ora si ritrova indagato per omicidio stradale. È l’accusa mossa dalla procura nei confronti di un quarantaduenne livornese, il proprietario del Suv della Bmw contro il quale si è schiantato in scooter, morendo dopo poche decine di minuti al pronto soccorso, l’ex portuale e anima della cantina della Venezia Claudio Bedini, 74 anni.

L’indagine

L’automobilista è stato iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto dal sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Massimo Mannucci, che per gli accertamenti ha delegato la polizia municipale, prontamente intervenuta sul posto lo scorso 7 marzo, quando si è verificata la tragedia, per i rilievi e i primi accertamenti. Un’iscrizione a sua tutela, prima dell’autopsia svolta dal medico legale sulla salma dell’ex portuale, dato che in questo modo ha avuto la possibilità di nominare un avvocato e un perito in grado di assistere all’esame medico-legale, naturalmente irripetibile. Il reato, secondo il codice penale, prevede una reclusione da due a sette anni.

La dinamica

Il quarantaduenne, al momento dell’incidente, non era a bordo della macchina. L’aveva parcheggiata diverso tempo prima, solo dopo quando ha visto i danni nella parte posteriore ha saputo della tragedia, avvenuta attorno alle 11. Di fatto, quindi, non ha avuto alcun ruolo nel dramma che, oltre ai familiari, ha sconvolto l’intero rione della Venezia, il quartiere dove Bedini è cresciuto e dove tutti, dal primo all’ultimo abitante, lo conoscevano e stimavano anche per la sua continua attività di volontariato nella sezione nautica, che frequentava assiduamente dando una mano a tutti. Secondo la prima ipotesi, con i soccorsi scattati immediatamente dai volontari della Svs di via San Giovanni e dal medico del 118, il settantaquattrenne potrebbe aver avuto un malore improvviso mentre, con il suo motorino, stava andando verso il concessionario Balzarini Moto di via Leonardo Da Vinci per un problema a una serratura dello stesso mezzo a due ruote.

Chi era la vittima

«Una bravissima persona, che dava sempre una mano agli altri». Così, la cugina Melania Caleo, aveva ricordato al Tirreno il familiare poco dopo la tragedia. Il pensionato – ex dipendente della Compagnia portuale – era stato intubato e ha raggiunto il pronto soccorso in condizioni gravissime. Poi, purtroppo, la morte, nonostante il personale medico abbia fatto tutto il possibile per salvarlo. Proprio fuori dal reparto di emergenza-urgenza di viale Gramsci, nelle ore successive al dramma, si sono precipitati i familiari (fra cui la figlia e la nipote) e tantissimi fra amici e conoscenti, con il funerale che è stato celebrato sabato scorso al cimitero dei Lupi. «Un nonno esemplare – così lo ha ricordato un altro parente – Buono, sempre allegro, gioviale. Con la battuta pronta». l


 

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