Il Tirreno

Livorno

Il racconto

Rapinato e accoltellato a 13 anni in Corea. L’ira del padre: «Noi ostaggio dei delinquenti»

di Stefano Taglione
Rapinato e accoltellato a 13 anni in Corea. L’ira del padre: «Noi ostaggio dei delinquenti»

Il babbo del ragazzino: «Il bandito deve solo sperare che non trovi prima me dei carabinieri. Mio figlio? È sotto choc come tutti noi». E fa un appello a questore e prefetto

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Livorno «Al rapinatore auguro solo di trovare prima i carabinieri e poi me, altrimenti non credo che gli convenga. È terribile sapere che puoi uscire di casa per portare a spasso il cane, alle 19.30, e non rientrare mai più. C’è da aver paura in questo quartiere, mi appello al prefetto e al questore: c’è troppa delinquenza, queste persone intendono fare cosa gli pare. Parlo anche da ristoratore, visto che ho subìto diversi furti. Sono persone impunite, bisogna fare qualcosa». È carico di rabbia il padre del tredicenne che poco dopo le 19.30 di martedì scorso, in via La Pira, è stato accoltellato e derubato dell’iPhone 11 mentre portava in giro il cane. Non dimenticherà mai la richiesta d’aiuto del figlio, poco dopo il fatto: «Ha suonato il campanello, poi io mi sono affacciato alla finestra perché sentivo urlare e ha gridato: “Babbo, babbo, corri che mi hanno tagliato il braccio e mi hanno rubato il telefono”».

Come sta innanzitutto suo figlio?

«È sotto choc, naturalmente, lo siamo tutti noi. Con che animo adesso usciamo di casa anche solo per portare in giro il cane? Ti può succedere qualsiasi cosa. Lui è un bambino, aveva preso il cane piccolo come lui per portarlo a spasso. In questo momento non siamo più sicuri di niente».

È stato dimesso dall’ospedale?

«Sì, oggi (ieri per chi legge ndr) all’ora di pranzo, con sette giorni di prognosi. Poi siamo andati subito dai carabinieri, che ringrazio per come hanno operato dal momento della chiamata a quanto li abbiamo incontrati».

Le ferite?

«Quella più profonda è sul braccio sinistro, le altre più superficiali al collo e all’addome. Per fortuna aveva il giubbotto, che ha attutito, mentre il braccio era scoperto, aveva la manica su».

Il quartiere dove vive lo reputa insicuro?

«I tempi sono cambiati: prima lasciavamo le case aperte, ora non più. Viviamo in un mondo brutto, pieni di delinquenza. E molta l’abbiamo importata dall’estero. Ho un appello da fare al questore e al prefetto...».

Prego.

«Sono un ristoratore e so bene cosa significhi la delinquenza: io e i miei colleghi abbiamo subìto scassi e furti in continuazione. Queste persone non possono fare cosa gli pare, vanno fermate. E subito. l


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