Livorno esce da Rifiuti Zero: «Anche il lavoro va tutelato»
Il Comune: «Non si può stare con chi vuole dettare scelte politiche»
Livorno È passato un mese preciso da quando Rossano Ercolini, presidente di Rifiuti Zero, diede l’ultimatum al sindaco. Trenta giorni di tempo per chiarire i tempi dello spegnimento dell’inceneritore, uno dei punti del protocollo firmato dallo stesso primo cittadino nel 2019, in piena campagna elettorale, e che secondo gli ambientalisti è stato disatteso. «Un mese ancora, poi Livorno sarà fuori dal nostro elenco dei 330 comuni italiani che vi hanno aderito applicando politiche mirate al virtuosismo perfetto», disse Ercolini.
Ma l’amministrazione ha giocato d’anticipo annunciando ieri la sua decisione di lasciare il progetto. «Si tratta di una scelta – si legge in una nota di sindaco e assessori – che non è assolutamente collegata alle sorti dell’inceneritore per il quale confermiamo il percorso di superamento e il patto sottoscritto nel 2019 con allegato documento da noi redatto che indicava le condizioni necessarie e imprescindibili da realizzare per arrivare allo spegnimento, condizioni che stiamo lavorando per attuare. Si tratta invece di una scelta strettamente legata alle recenti prese di posizione degli esponenti di vertice di Rifiuti zero, il presidente Ercolini in primis. Nelle ultime settimane, infatti, Rifiuti Zero ha tentato in ogni modo di mettere in contrapposizione i diritti dei lavoratori con la tutela dell’ambiente, attaccando in maniera del tutto strumentale le politiche assuntive di Aamps e di Retiambiente, che rispondono pienamente agli indirizzi politici di questa amministrazione».
L’amministrazione dice di rivendicare «con orgoglio» il percorso avviato per la stabilizzazione e l’internalizzazione di oltre 200 lavoratori, che, «oltre a garantire tranquillità a loro e alle loro famiglie, sta già creando le condizioni ottimali perché il servizio sia efficiente e governato in tutti i suoi passaggi dall’ente pubblico, come deve essere per i servizi di pubblica utilità». Si dice «convinta» che chi amministra una città «debba riuscire a tenere insieme diritti diversi, come quello al lavoro dignitoso e quello alla salute e al benessere, e d’altro canto non tolleriamo che il lavoro di chi ogni giorno pulisce la città venga sminuito o addirittura ridicolizzato da chi evidentemente non ne comprende bene l’importanza e il valore sociale».
La vicinanza ai valori di Rifiuti Zero è confermata dal fatto che ai vertici di Aamps è stato messo un amministratore per il quale gli stessi di Zero Waste avevano espresso grandi apprezzamenti, «che ha sempre tenuto una linea inequivocabile e di buon senso anche di fronte alle tante pressioni emerse da più parti che non consideravano il superamento dell’impianto come un bene per la collettività. Ma anche verso di lui nessun rispetto, solo offese gratuite, dettate dalla chiara volontà di non voler capire la complessità del contesto in cui ci troviamo». L’amministrazione ricorda che «siamo stati alleati di Rifiuti Zero su molte battaglie ambientali, che noi continueremo con entusiasmo e convinzione. In Italia nessuna delle grandi città salvo, Parma e Napoli, fanno parte di Zero Waste e a noi faceva particolarmente piacere essere nella rete virtuosa di chi ha dettato da molti anni una linea convincente sull’ambiente e sulla gestione dei rifiuti. Non è possibile però continuare a condividere un percorso con chi oltre a promuovere linea di pensiero ambientalmente virtuosa intende dettare scelte politiche, amministrative e tecniche che con responsabilità e buon senso altri sono chiamati a prendere». l