Il Tirreno

L'inchiesta

Livorno, morto in scooter contro un furgone: indagato l’autista del camioncino

Stefano Taglione
A sinistra un'immagine dell'incidente (foto Daniele Stefanini/Agenzia Silvi) e a destra la vittima in un suo scatto pubblicato su Facebook
A sinistra un'immagine dell'incidente (foto Daniele Stefanini/Agenzia Silvi) e a destra la vittima in un suo scatto pubblicato su Facebook

L’accusa è omicidio stradale: il conducente del mezzo pesante era fermo sulla corsia di marcia per un'avaria in via Jacoponi

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LIVORNO. La procura ha indagato per omicidio stradale l’autista del furgone coinvolto nel drammatico incidente che nel tardo pomeriggio di sabato 11 marzo è costato la vita a Luciano Morganti, il settantaquattrenne livornese (residente a Calambrone) padre di cinque figli morto nell’impatto contro il camioncino in via Jacoponi, vicino alla Darsena Toscana. È l’esito delle prime indagini, coordinate dal sostituto procuratore Massimo Mannucci, delegate alla polizia municipale, subito intervenuta per i rilievi e stabilire le responsabilità della tragedia.

I sequestri

Parallelamente, gli agenti locali, su disposizione del pubblico ministero hanno sequestrato entrambi i mezzi: in primis il motorino, in sella al quale la vittima da Calambrone si stava dirigendo verso Livorno, poi il furgone di proprietà di una ditta della zona che sul cassone stava trasportando materiali metallici, fra cui un cartello blu della segnaletica stradale. Sotto sequestro anche la salma del settantaquattrenne, che il Primo maggio avrebbe festeggiato 75 anni, che si trova al cimitero dei Lupi in attesa che venga disposta l’eventuale autopsia per fare piena luce su quanto accaduto.

Autista ancora a bordo

L’autista del mezzo pesante, secondo quanto ricostruito, era ancora a bordo del mezzo al momento dello schianto. Il camioncino, infatti, era fermo con le quattro frecce accese (lo erano almeno quando i soccorritori sono arrivati sul posto) in un tratto a doppia corsia di marcia e a senso unico. Un’avaria al mezzo, stando ai primi elementi raccolti dalla municipale, lo avrebbe costretto a fermarsi lungo la carreggiata in attesa del soccorso stradale. Il conducente, per evitare di intralciare il traffico, si era anche spostato per quanto possibile verso il guardrail di destra, visto che in quel punto non c’è la corsia di emergenza, non potendo fare altrimenti in attesa di un carroattrezzi.

Le cause

Intanto la procura, attraverso gli agenti, sta cercando di capire come è possibile che il settantaquattrenne, poco prima del tratto sotto la Fi-Pi-Li, abbia impattato contro il cassone del camioncino, purtroppo morendo sul colpo, tanto che i soccorsi immediati della Svs di via San Giovanni, con a bordo il medico del 118, sono stati inutili. L’incidente è avvenuto all’ora del tramonto, con il sole alle spalle di Morganti, e fra le ipotesi c’è quella di un riflesso che possa averlo distratto tanto da sbattere contro il camioncino. Un’altra possibilità è il malore improvviso prima dell’incidente. Lo stabilirà l’eventuale autopsia che dovrebbe essere disposta nei prossimi giorni dalla procura.