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L'intervista

Gazzetti, Livorno e la vittoria di Schlein: «“Si viene per la bimba”. Vi racconto perché abbiamo fatto la storia»

di Federico Lazzotti
Gazzetti, Livorno e la vittoria di Schlein: «“Si viene per la bimba”. Vi racconto perché abbiamo fatto la storia»

Il consigliere regionale ha sostenuto la nuova segretaria Pd. Dalla scelta del candidato sindaco alla possibile alleanza con il Movimento: «I segretari sceglieranno il percorso migliore, ecco cosa mi auguro per la città»

28 febbraio 2023
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LIVORNO. Francesco Gazzetti, consigliere regionale Pd, domenica ha vinto (e festeggiato) due volte. Con chi – a differenza sua – non avrebbe scommesso un fiorino sulla vittoria di Schlein e Fossi alle primarie dem. E contro chi, anche nel suo partito, lo aveva bollato come attendista, capace di raccogliere voti a Livorno per seguire la corrente buona verso Firenze. «Adesso – dice – mi sento a casa. Finalmente il Pd ha un’identità chiara. Quella che in passato è mancata per metterci in connessione con gli elettori. È per questo che mi sono buttato in questa avventura fin dall’inizio senza paracadute e continuerò a farlo all’assemblea nazionale».

Gazzetti, ha sentito Elly Schlein dopo la vittoria?

«Sì, le ho mandato un messaggio. Ma quello che le ho scritto lo tengo per me».

La visita di Schlein a Livorno il 18 dicembre scorso ha portato bene.

«Le dico due cose. La prima è che Livorno è stata la città da cui è iniziato il tour toscano. La seconda è che proprio dal dibattito al circolo di Salviano è nata l’idea di effettuare gli incontri successivi senza la platea da un lato e la scrivania dall’altro, bensì in cerchio».

È il nuovo modello Livorno?

«Se si riferisce a quello che potrebbe essere il sistema per vincere le amministrative del prossimo sono sicuro che i segretari metteranno in campo il percorso migliore».

Eppure molti degli esponenti Pd che hanno sostenuto la candidatura di Salvetti alle amministrative del 2019 sostenevano la mozione Bonaccini. Questo risultato può cambiare equilibri e scelte?

«Se qualcuno immagina che questo risultato possa mutare i rapporti interni non ha colto il messaggio della gente. Chi ha votato non è venuto per dirci: spaccatevi, litigate. Ma ci ha detto: occupatevi delle politiche, non delle elezioni politiche. Chi non ha vinto ha la responsabilità di portare avanti questione per arricchire. Non per modificare gli equilibri interni, ma dare identità forte al partito».

Allora parliamo di alleanze. Schlein ha sempre detto di voler aprire un dialogo a livello nazionale con i Cinque Stelle. Questo secondo lei sarà possibile declinarlo anche a livello locale?

«La declinazione è la stessa sia a livello locale che nazionale. Per trovare un accordo intanto bisogna essere almeno in due. E per il confronto servono reciproche disponibilità. Vanno costruiti i programmi elettorali».

Forse prima – parlo di Livorno – serve una pace nel partito dopo i veleni che si sono registrati durante il congresso.

«Il congresso è finito, e mi auguro davvero che da ora in poi ci sia la possibilità di parlare di temi politici e di cogliere la possibilità che ci danno Fossi e Schlein. Voglio sperare che certe situazioni possono rientrare ed essere superate per tornare a parlare di politica, perché c’è bisogno di avere una comunità politica ancora più coesa. Il messaggio delle genti è chiaro: lavorare per trovare soluzioni ai problemi».

Torniamo alle primarie. Quando ha capito che Schlein ce l’avrebbe fatta?

«A quelli con cui ho parlato nei giorni prima del voto lo avevo detto. Avevo questa forte sensazione. Incrociavo le persone e mi dicevano: “Vado a votare per la bimba”. Quando domenica mi sono svegliato e ho visto il tempo brutto ho un po’temuto, ma quando sono andato ai seggi e ho visto tutta la gente in fila, ho capito».

E cosa ha fatto?

«Ero a San Pietro in Palazzi dove tutto è cominciato. Quando ho capito che avremmo vinto ho preso la macchina e sono andato a Firenze, in via Forlanini, sede del Pd, per festeggiare con Emiliano (Fossi) . Nei giorni precedenti, da buon livornese avevo comprato una bottiglia e l’avevo messa in auto. È con quella che abbiamo brindato a una vittoria storica. Soprattutto perché è stato un lavoro di squadra. A cominciare da Marco Furfaro, coordinatore della mozione nazionale e il grande lavoro fatto, in questi anni, per tenere viva la “speranza” a livello regionale insieme a Monia Monni e Stefano Bruzzesi. Su Livorno mi piace ricordare i coordinatori della mozione: Giulio Profeta, Alberto Brilli, Piero Tomei con il grandissimo lavoro di Claudia Leone e Mia Diop. A livello provinciale c’è uno straordinario coordinamento della Bassa Val di Cecina con figure come, Emiliano Costagli, Monica Giuntini e Roberta Torretti».

Gli analisti per Schlein temono due cose: l’essere stata votata dai non iscritti e il fuoco amico dentro il partito

«Il nostro obiettivo non è sostituire le segretare o cambiare gli equilibri. Ma tornare a essere credibili e vincere contro il governo più di destra della storia italiana. Ecco perché le prime parole di Schlein – “la mia elezione sono una bruttissima notizia per il governo Meloni” – sono una bellissima notizia per chi vuole costruire un’alternativa alla destra. A quello che dice il ministro Valditara, alle politiche sull’immigrazione. Partendo da tre capisaldi: lotta alle disuguaglianze, alle prevaricazioni sul lavoro e in favore della tutela ambientale».
 

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