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Dai Templari alle piramidi, ecco i misteri della Valle Benedetta

di Maurizio Silvestri
Dai Templari alle piramidi, ecco i misteri della Valle Benedetta

Un libro, un film e aneddoti sulle suggestioni di un luogo magico che aveva attirato anche Dante. Si parla perfino di macchine del tempo

06 gennaio 2023
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Livorno Nel cielo al tramonto della Valle Benedetta il vento si diverte a disegnare le forme più strane con le nuvole, Un po’di fantasia ed una è un drago che sputa fiamme, l’altra un toro inferocito. «Ma quella è per te – mi dice il Caporale sottovoce per non farsi sentire dal resto della troupe – . Vedi, pare un monaco con la mano alzata… Un giorno capirai». Siamo alla fine di una giornata di riprese del film di produzione americana “Templars the Medici Mistery”, ispirato al mio libro “Origini segrete e misteri di Livorno”. La troupe è guidata da Luca Centoni, regista italoamericano della casa cinematografica “Web Icon Inc.”. Le riprese sulla città effettuate anche con il drone, hanno portato alla luce molti elementi templari: nelle Fortezze e nella cripta di San Iacopo.

Presso le grotte di Castel Sonnino, la Madonna Nera in San Sebastiano. Ma la Valle Benedetta potrebbe essere il trait d’union tra tutti gli elementi trovati. Qui di segreti e misteri ne sono custoditi a bizzeffe. «Ci sono tante storie che si mescolano alla verità – sogghigna sornione Il Caporale, la nostra guida, personaggio a dir poco enigmatico e piuttosto misterioso pure lui, che vuole mantenere l’anonimato – È leggenda che qui siano arrivati nel 1221 i Templari, con un carico di reliquie ed uno strano macchinario, il cronovisore ovvero la macchina del tempo al quale si è interessato, secoli dopo, addirittura Hitler che mandò sul posto un capitano delle Ss italiane per svolgere indagini. È verità che ci sono ville ed abitazioni dove succedono da sempre fatti molto singolari. Che esistono cunicoli lunghissimi, scavati per custodire chissà mai cosa. Ed anche la pantera, una bestia feroce che appare periodicamente. Eppoi storie di morti ammazzati e di corpi mummificati. Addirittura il ritrovamento dello scheletro di un cavaliere incatenato al suo cavallo, scheletro pure lui…». Sorride, il Caporale, e fa capire che lui la sa lunga e che in fondo lui ci crede. Ed in effetti qualcosa di vero c’è. In chiesa ci sono reliquie vecchie di secoli e dipinti di grandi artisti che si prestano a mille interpretazioni. Anche la storia dei cunicoli non è del tutto inventata. «Questa è una galleria che probabilmente porta a villa Huygens – afferma il parroco eremita don Christian mostrandoci il tratto di cunicolo sotto la chiesa – . Questo muro impedisce di andare oltre. Sembra sia stato fatto nel 1802 dal parroco dell’epoca, probabilmente perché pericolante». La scritta 1802 si legge ancora bene. Anche la storia dei fenomeni strani accaduti in alcune ville è stata registrata dalla cronaca: cancelli che si aprivano da soli, Tv che si spegnevano o accendevano all’improvviso: il compianto professor Vizzoni, che negli anni Settanta abitava alla Valle, denunciò quei fenomeni attribuendone la responsabilità al vicino radar, da dove però si è sempre smentito tutto. «La verità potrebbe essere in un singolare fenomeno di magnetismo che interessa quest’area – spiega Massimo De Santi, fisico nucleare già in forza al ministero della Ricerca scientifica che ha trascorso un periodo di studio alla Valle – Occorrerebbero accertamenti più approfonditi». Qualcuno ci ha già provato. Il Caporale ci mostra una foto aerea scattata chissà quando e da chi: «Non vi posso dire di più». Nella foto si vede che la chiesa è al centro di una sorta di coppa, «o è una combinazione oppure la riproduzione del Santo Graal». La stessa chiesa, secondo la leggenda sarebbe il vertice di una piramide, ora coperta dalla vegetazione, la forma effettivamente è proprio quella. Le origini della Valle Benedetta si perdono nella notte dei tempi. A quando questa zona si chiamava valle Inferno ed aveva attirato la curiosità di Dante e poi di Leonardo. Benedetta la Valle lo diventò per volontà di due uomini, il padre Vallombrosano Celestino Barsi (non Bassi, come ci ricorda Piombanti nella sua “Guida storica ed artistica di Livorno” stampata nella Pia casa del Refugio nel 1873) e dal ricchissimo mercante livornese, Antonio Huigens che qui ha costruito una splendida villa oltre ad aver realizzato tutto il resto, chiesa, villaggio, tutto in stile esoterico. Nella villa ci sono due enigmatici giardini simili a quelli viterbenesi di Bomarzo. I giardini sono coperti dalla vegetazione e li abbiamo visti durante le riprese del film col drone.

«La villa è avvolta nel mistero. E è stata luogo di almeno un paio di tragedie». È storia la morte misteriosa di una dipendente di Huigens finita con la testa stritolata tra le macine del frantoio. Macine che sono ancora nel prato di fronte alla villa. Vero anche il volo nel pozzo della villa di un altro della servitù, il cui corpo non è mai stato trovato. «Se è per questo non è mai stato trovato neanche il corpo di Huighens. Secondo la leggenda il nobile ha ottenuto l’immortalità e tutt’ora, in certe notti si affaccia al balcone della villa e getta monete d’oro. A volte le raccoglie il fantasma di una nobildonna». È «la signora con l’ombrellino», dicono alla Valle tutti quelli che conoscono la leggenda (ma qualcuno dice di aver avuto davvero l’apparizione) . Huygens aveva costruita la sua villa sopra un antico monastero ed aveva iniziato a fare ricerche. «Di cosa? Ma dei cunicoli e dei tesori dei templari tra i quali il cronovisore. Non si sa che cosa trovò». Il cronovisore in realtà ha una spiegazione scientifica: «Gli atomi hanno una memoria – spiega De Santi – Dunque a livello teorico se si riuscisse a farli parlare, la macchina potrebbe esistere».

Lo stesso Fermi aveva effettuato studi in materia. Dunque non si sa cosa abbia trovato Huigens ma è vero che (pare) sui disegni trovati nei cunicoli di villa Huigen due ricercatori, entrambi religiosi, padre Ernetti e padre Brume hanno fatto esperimenti sul finire degli anni Sessanta. I risultati furono giudicati prematuri per i nostri tempi e quindi abbandonati. La villa, attualmente di proprietà di una famiglia slovacca, è stata sede del comando tedesco durante la guerra mondiale e questa è storia. Proprio un bombardamento alleato avrebbe portato allo scoperto uno dei tanti cunicoli che cercava Huigens. All’interno i soldati trovano reperti antichissimi. Si avverte subito Himmler, il responsabile delle ricerche esoteriche di Hitler, grande occultista come tutti i nazisti. Viene inviato sul posto Leale Martelli, capitano delle SS italiane per fare una indagine. Martelli, autore tra l’altro di un libro sul nuovo assetto dell’Europa, avrebbe cercato e trovato – secondo la leggenda – addirittura il cronovisore. Dalla villa, per sottrarla ai tedeschi, la macchina sarebbe però stata nascosto nella cripta di San Felice nella chiesa della Valle Benedetta. «La cripta è stata murata molti anni fa – spiega il parroco attuale – C’erano stati dei cedimenti nella struttura ed era a rischio tutta la chiesa». Se mai è esistito, il cronovisore giace sotto tonnellate di cemento armato. E, se certe teorie sono vere, è anche bene che sia così: ad alimentare la macchina sarebbe una pila atomica che avrebbe minato la salute di tutti quelli che hanno studiato i vari fenomeni, compresi i tanti artisti che hanno lavorato nel luogo sacro. Del capitano si perdono le tracce nel 1947. «Il cronovisore potrebbe averlo portato a combattere in altre epoche prima della missione finale. Quale? Il tempo dirà. Dipende anche da Lui». Chi? A questo punto la guida ci svela con circospezione l’esistenza di un altro personaggio o meglio un’altra leggenda. Si tratta del protagonista di tutta la storia, una entità superiore che custodiva nell’antico Egitto la macchina del tempo e che sarebbe venuto a Livorno con i templari. A lui deve (nella leggenda ovviamente) l’immortalità Huigens.

La celebrità e la bellezza Vivi Gioi, al secolo Vivienne Trumpy (attrice notissima nel Ventennio) che avrebbe promesso di non rivelare quanto aveva visto nella sua villa alla Valle Benedetta, villa Trumpy ora abbandonata, divenuta scuola elementare dopo aver ospitato i migliori artisti sempre del ventennio da Amedeo Nazzari in poi. L’entità innominabile sarebbe alla base di tutti i fenomeni. «Voi potreste esserci entrati in contatto nella cripta di San Iacopo». Ovvero? Il Caporale si riferisce al corpo di un monaco custodito in una bara che abbiamo effettivamente visto nell’ossario. Un monaco di un certo livello visto che aveva avuto una speciale sepoltura. «È lui che guidò i templari alla Valle Benedetta. E non per caso: questa zona aveva delle caratteristiche ben precise. Era il luogo migliore per custodire i segreti dei Templari. E don Christian che dice? «Che la macchina del tempo esiste. Quando si entra in questa come in ogni altra chiesa e ci si abbandona al Signore. Si entra in un’altra dimensione». Il drone, sfuggito all’attacco dei piccioni in difesa dei loro nidi sopra la chiesa, sta tornando a terra. Ora le riprese sono veramente finite. Alla Valle Benedetta gli intrusi, noi ed il drone se ne vanno. Torna il silenzio a coprire i misteri, il Caporale inesistente, i cunicoli e forse l’ingresso ad un mondo sotterraneo che nessuno è ancora pronto per conoscere. La mia nuvola in cielo si è dissolta. l

(1, continua)

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