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Il lutto

Livorno piange Pasquale Rispoli: la figlia Liana morì sul Moby Prince

di Stefano Taglione
Livorno piange Pasquale Rispoli: la figlia Liana morì sul Moby Prince

Era il padre di Loris, punto di riferimento dei familiari delle vittime della strage

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LIVORNO. Ora potrà riabbracciare l’amata figlia Liana, morta 41 anni fa nella strage del Moby Prince, la nave sulla quale aveva trovato lavoro come commessa in un negozio e dove purtroppo ha perso la vita. Tutta la città è in lutto per la scomparsa di Pasquale Rispoli, padre del presidente dell’associazione che rappresenta i familiari delle vittime Loris e appunto di Liana, che al momento della tragedia aveva 29 anni.

Il novantaquattrenne, questa la sua età, ha perso la vita poco dopo le 3.30 di ieri notte nel suo appartamento di via della Vecchia casina, in centro, dove abitava con la famiglia e si prendeva cura del figlio Loris, da un anno e mezzo costretto alla quasi paralisi dopo un ictus e il salvataggio, a seguito di ben tre arresti cardiaci, dei volontari della Svs di via San Giovanni e dei sanitari della Misericordia di via Verdi. A casa del padre sono intervenuti proprio questi ultimi soccorritori, insieme alla dottoressa del 118, che purtroppo non hanno potuto fare niente per salvarlo. «A nome delle due associazioni che rappresentano i familiari delle vittime della strage della Moby Prince – scrivono Nicola Rosetti (Associazione 140, quella di Loris) e Luciano Chessa, dell’associazione 10 aprile – esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia Rispoli per la perdita di Pasquale, padre di Loris e di Liana. Pasquale se n’è andato senza sapere la verità e senza conoscere i nomi di chi ha ucciso la propria figlia. L’impegno che noi promettiamo a lui e a quanti ci hanno lasciato è quello di proseguire nella ricerca di verità e giustizia. Un abbraccio alla moglie, alla famiglia e forte a Loris Rispoli. In questo momento così difficile tutti noi familiari delle due associazioni si stringono attorno ai familiari». «Ciao amico mio – scrive Valentina Montibeni – Rimarrai sempre nel mio cuore. Ora riabbraccia Liana e dalle un bacio da parte mia, ero piccina ma mai l’ho dimenticata».

Sette anni fa Pasquale, con la moglie Renata Pellegrini, aveva festeggiato 60 anni di matrimonio, le cosiddette nozze di diamante. A loro proprio il figlio Loris aveva scritto una lettera di cui riportiamo uno stralcio, pubblicata anche sul Tirreno insieme alla bellissima foto dell’uscita dalla chiesa: «Ci sono momenti in cui uno nella vita comincia a fare dei bilanci, delle proprie azioni, dei successi e insuccessi, e io guardandomi intorno vi devo chiedere perdono – si legge – perdono per non essere riuscito nemmeno in parte a colmare qual vuoto che Liana ha lasciato in famiglia, perdono per non essere stato sicuramente un buon padre per i miei figli, per essere stato incapace di valutare le forze in campo, avrei dovuto capire fin dall’inizio che una battaglia impari con il potere non poteva essere vinta da soli, anche se non ho mai smesso di chiedere aiuto. Oggi dovrebbe essere un giorno di festa, 60 anni insieme di cui la maggior parte passati nel dolore di un evento terribile che vi ha strappato una figli. Babbo, mamma, mille auguri di cuore, io vi prometto che in ogni caso continuerò a cercare di far emergere quelle responsabilità e quei responsabili che quella notte vi hanno privato di una figlia». 




 

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