Porto, Guerrieri ora prova a far partire una nuova trattativa
Nel mirino le tariffe, l’articolo 17 e i “precarissimi”: «Comprendo il malessere dei portuali e, con esso, la necessità di dare risposte ai lavoratori»
LIVORNO. «Comprendo il malessere dei portuali e, con esso, la necessità di dare risposte ai lavoratori»: parola di Luciano Guerrieri, presidente dell’Authority, dopo che anche il faccia a faccia dopo il presidio dei lavoratori davanti a Palazzo Rosciano non aveva portato alla soluzione, benché il numero uno del governo del porto abbia segnalato che si impegnerà per ottenere risultati concreti.
Se la battaglia sull’equo compenso per il lavoro svolto «è in linea di principio sacrosanta», c’è però secondo Guerrieri l’esigenza che sia «portata avanti nelle giuste modalità e nei limiti delle competenze che la legge attribuisce alle Autorità di Sistema Portuale». Tradotto: l’Authority è l’arbitro, non la controparte. Ma, siccome Guerrieri non rinuncia alla mediazione, aggiunge: «Riteniamo che i tempi siano maturi per un confronto tra i terminal operator e le imprese portuali, al fine di sviluppare una riflessione condivisa sugli assetti tariffari in porto».
A ciò si aggiunga che i vertici dell’istituzione portuale hanno confermato di voler continuare a «svolgere attività di controllo in porto» riguardo a: 1) il rispetto delle regole sugli avviamenti al lavoro nelle imprese portuali; 2) un percorso di ristrutturazione dell’Alp, l’unico soggetto autorizzata a fornire manodopera qualificata alle imprese portuali. Con una sottolineatura: serve – questa l’argomentazione di Guerrieri – che «un nuovo “articolo 17” adeguato alle nuove esigenze dettate dal mercato possa contribuire a definire degli schemi organizzativi utili a risolvere la maggior parte dei problemi di precarietà in porto, tra cui quelli lamentati dai lavoratori di Intempo». A proposito dei “precarissimi” di Intempo, l’Authority punta «entro pochi giorni» a cercare la disponibilità del mondo imprenditoriale ad «assumere i primi impegni».
Niente promesse, dunque, ma ascolto attento delle istanze avanzate da una nutrita delegazione di sindacalisti e lavoratori, nella seconda giornata di sciopero totale, al termine dei dieci giorni di sciopero
Guerrieri non ha nascosto «la propria amarezza per il fallimento di una trattativa che era stata incardinata su un binario positivo», come segnalano da Palazzo Rosciano: comunque, si è mostrato «disponibile ad agire per tentare una riapertura del tavolo, invitando i sindacati a interrompere le ostilità e a presentare una nuova piattaforma programmatica».