Il Tirreno

Livorno

Economia

Le imprese livornesi resistono al Covid, poi alzano bandiera bianca – Tutti i dati

Le imprese livornesi resistono al Covid, poi alzano bandiera bianca – Tutti i dati

Ma le anticipazioni sui dati di giugno ipotizzano una ripresina

4 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. Nella lunga fase dell’emergenza Covid sono morte le persone (771 nella nostra provincia) ma non le imprese: comunque meno della “strage” attesa. Dipende dal fatto che mai così tanta parte dell’economia si era fermata nel mondo eppure non è vero che tutto si è fermato: Il Tirreno ha i riscontri nero su bianco che anche nella fase del lockdown più duro il 47,6% delle realtà produttive in provincia di Livorno era autorizzato a rimanere in funzione (parliamo di 19.614 aziende in deroga su oltre 41mila) e il via libera a far lavorare, magari in smart working, 64.847 addetti su 102mila in organico (più del 63%).

La consueta preziosa sventagliata di numeri e percentuali nell’ultimo report del centro studi della Camera di commercio sembrano però mostrare che fra gennaio e marzo scorsi qualcosa è cambiato: quest’equilibrio attendista sembra essersi rotto. Fra Capodanno e fine marzo fa un balzo all'insù il numero delle imprese che muoiono: nel territorio del nostro ente camerale schizzano da 1.039 a 1.160. Ed è un'impennata principalmente targata Livorno: in provincia di Grosseto le cessazioni passano da 500 a 536, nel territorio livornese l'incremento percentuale è più che doppio (quasi il 16% passando da 539 a 624, benché sul dato della Maremma pesi anche un gran numero di cancellazioni d'ufficio.

Come stare a galla

Ma c’è un “ma”. Anzi, ce ne sono parecchi: a cominciare dal fatto che non bisogna sottovalutare la capacità delle aziende di tirare la cinghia. Non è tutto: 1) almeno agli inizi il Covid è stato visto da molti come una parentesi complicatissima ma che prima o poi sarebbe finita, dunque bisognava comportarsi come in una lunga apnea; 2) in questo senso hanno aiutato gli aiuti governativi, anche se non per tutti i settori in maniera sufficiente; 3) una azienda si chiude ma soprattutto si vende, e venderla durante la pandemia voleva dire regalarla; 4) chiudere senza vendere poteva permetterselo solo chi aveva le spalle coperte da altri redditi, anche perché il meccanismo standard del chiudere per riaprire non funzionava. Risultato: molti hanno preferito rimanere a galla in qualche modo. Poi è arrivato lo choc della guerra ed è difficile arrangiarsi per anni e anni...

Chi era già molto pericolante però è uscito di scena proprio agli inizi del lockdown dopo lo choc dei contagi a Codogno: in quei pochi giorno sparirono 64 aziende a Livorno, 17 a Piombino, 13 a Cecina e altrettante all’Elba, una decina a Rosignano, quattro a Collesalvetti, solo per indicarne alcune. È utile tornare a vedere la mappa in città di queste chiusure: quasi sempre microditte individuali (83% dei casi, solo 9 erano “srl” nella pienezza dei poteri). Dove? Nella striscia di città popolare fra Sant’Andrea, San Marco e Shangai (14 piccole imprese), fra piazza della Repubblica e via Magenta (undici), quattro in zona Garibaldi.

Dev’essere per questo che nei primi tre mesi dello scorso anno le statistiche dell’ “anagrafe” della Camera di commercio hanno segnalato il più basso numero degli ultimi dieci anni in fatto di debutti di nuove ditte ma anche – forse soprattutto – giù in picchiata (meno 24% in appena dodici mesi) riguardo alla quantità di aziende che hanno tirato giù definitivamente la saracinesca. Tradotto: una fase di attesa, la voglia di non arrendersi, l’impossibilità di trovare sbocchi nel reinventarsi come lavoratori dipendenti. . Basti dire che la serie storica delle chiusure di imprese nel territorio dell'ente camerale (le province di Livorno e di Grosseto) è stato a lungo al di sopra di quota 1.600 con un picco a un niente da 1.900 cessazioni in un trimestre (nel 2012, nei due anni successivi e nel 2017) o quantomeno oltre la soglia di 1.300 chiusure (sia nel 2015 che nel 2016 come pure dal 2018 al 2020). Nell’anno clou della pandemia no: nei primi tre mesi dello scorso anno le saracinesche abbassate erano precipitare a poco più di mille.

Primo piano
Tecnologia e sicurezza

Alcol test, sullo smartphone ecco la app per valutare se mettersi al volante: come funziona e dove scaricarla

di Martina Trivigno
Sani e Belli