Il Tirreno

Livorno

Il caso Alp arriva in commissione. Lavoro portuale, scoppia la bufera

Il caso Alp arriva in commissione. Lavoro portuale, scoppia la bufera

Buongiorno, M5s e Potere al Popolo all’attacco. Pci: è la corsa al minor costo

03 luglio 2022
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LIVORNO. Arriverà a Palazzo Civico la discussione sulla situazione in casa Alp, la società partecipata dai principali operatori del porto (e dall’Authority) che è l’unico soggetto autorizzato a offrire manodopera per affrontare i picchi di lavoro in porto. È stato richiesto di discuterne in commissione consiliare per iniziativa sia del Pd (col segretario cittadino Federico Mirabelli) sia del fronte composto da Buongiorno Livorno, Movimento 5 Stelle e Potere al Popolo che chiedono «l’audizione della Rsu e dei vertici aziendali». Le tre forze di minoranza preannunciano già che, se la presidente della commissione fa melina, raccoglieranno le firme come opposizioni per «richiedere di ascoltare i lavoratori nelle sedi istituzionali».

Sulla questione interviene anche il Partito comunista italiano segnalando la propria preoccupazione: «La continuazione del blocco degli straordinari e la proclamazione di altri tre giorni di sciopero, unica soluzione vista l'assenza di relazioni sindacali inspiegabilmente interrotte dall’azienda e della vacuità delle istituzioni preposte al raffreddamento e alla ricerca di un dialogo nelle vertenze che si innescano nella cinta doganale».

Per Buongiorno, M5s e Potere al Popolo – che ribadiscono come tutta questa situazione di crisi non risultasse nei mesi precedenti – ricordano i «tre giorni di sciopero, dopo ben 50 giorni dalla proclamazione dello stato di agitazione e nessun tentativo di conciliazione da parte dei vertici aziendali e da parte dell'Autorità portuale»: a loro giudizio c’è una «chiusura assolutamente ingiustificata».

Le tre formazioni di minoranza, dopo aver sottolineato di aver presentato un question time in consiglio comunale e di aver partecipato al presidio dei lavoratori davanti all'Authority, scagliano due frecciate. L’una è per il Comune: c’è una «totale inerzia dell’Amministrazione comunale», tant’è che l’assessora Bonciani – viene riferito – «ha candidamente ammesso di non aver fatto niente per attivare i tavoli di raffreddamento, con la motivazione di non aver voluto entrare troppo dentro delle “dinamiche aziendali”». L’altra è per la maggioranza: è in «imbarazzo», perché il nuovo presidente di Alp è «un noto esponente del Pd livornese, ex segretario del partito ed ex consigliere comunale».

Il Pci ricorda che in questa corsa al minor costo possibile Livorno è «il porto con il più alto indice di produttività a livello nazionale e con una tariffa dell’art 17 che viene presa a parametro come tetto massimo di appalti e sub appalti del nostro porto: la più bassa di Italia». Le voci di crisi «giungono dopo che l’azienda e l’Authority hanno dato il benestare al reintegro della pianta organica con l’assunzione 8 operativi». I comunisti sottolineano che Alp è «un servizio fornito al porto di Livorno e in quanto tale non è soggetto che necessariamente debba registrare profitti».
 

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