Motorizzazione fuori legge: il caso ora arriva in prefettura
Livorno, la direttrice si trincera dietro al silenzio, ma la Cisl attacca: «Struttura abbandonata per anni, non paghino i cittadini»
LIVORNO. Si dice che il ministro De Micheli sia rimasta non poco stupita dell’intenzione della direttrice della Motorizzazione Sabrina Giannulli di chiudere la sede di Livorno, di cui non era stata messa a conoscenza.
Al punto che la stessa direttrice avrebbe anche pensato di tirarsi indietro, tentata di smentire la notizia pubblicata dal Tirreno mercoledì scorso in cui si riportava la sua volontà di fermare temporaneamente le attività in via dei Pelaghi, volontà che però la stessa Giannulli aveva espresso in maniera esplicita durante una riunione svoltasi la scorsa settimana alla presenza di numerosi interlocutori e che già aveva paventato da più parti fin dall’inizio di novembre, al punto che era stato interessato della questione anche il parlamentare Andrea Romano, che poi - dopo la notizia data dal Tirreno - ha chiesto che il ministro intervenisse immediatamente.
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Va notato, tra l’altro, che era stata la stessa Giannulli, la scorsa estate, a produrre per il ministero la relazione che aveva portato alla chiusura della Motorizzazione di Pisa, per problemi simili a quelli di Livorno, legati all’agibilità della struttura.
Fatto sta che dopo le rassicurazioni del ministro sul mantenimento della Motorizzazione di Livorno, adesso c’è da capire come la Giannulli - insieme al Provveditorato delle Opere pubbliche del ministero dei trasporti - intenda risolvere i tanti problemi di sicurezza e le tante situazioni fuori norma (impianti elettrici, porte, caldaia) che si sono accumulate negli anni per l’incuria dei vari direttori che si sono succeduti.
Ieri tuttavia la stessa Giannulli, contattata dal Tirreno per capire come spiegasse le tante situazioni fuori norma dell’edificio di via dei Pelaghi e come intenda procedere per risolverle senza creare disagi all’utenza livornese, si è trincerata dietro al silenzio.
Quel che è certo è che la questione approderà presto sul tavolo del prefetto. Lo ha annunciato il segretario della Funzione Pubblica della Cisl, Francesco Redini: «Stiamo attivando il tavolo prefettizio a tutela di tutti i lavoratori, associati alla Cisl e non, e siamo in attesa di una convocazione in cui si dovrà dare conto di tutto alle autorità competenti», ha affermato Redini in un comunicato stampa firmato insieme ai delegati Cisl all’interno della Motorizzazione: «Fra l’altro si parla di spostamento del personale a Lucca, in barba a tutte le procedure che devono essere attivate in questi casi, e senza tener conto che fra i lavoratori interessati ci sono anche delle categorie protette».
La posizione della Cisl - che è il sindacato maggioritario in via dei Pelaghi - è molto dura nei confronti della direttrice: «È stato uno sgarbo istituzionale venire a sapere dalla stampa della chiusura della Motorizzazione a Livorno e del suo trasferimento a Lucca, senza aver comunicato e informato le organizzazioni sindacali che rappresentano, come categoria, i lavoratori e come confederazione il territorio e i cittadini di Livorno e provincia», dice Redini.
Secondo il segretario della Funzione Pubblica «quanto riportato dal Tirreno certifica il fallimento di chi ha diretto negli anni tale struttura e che l’ha portata allo stato in cui è, e getta nel panico cittadini e lavoratori».
«L’intera cittadinanza - aggiunge Redini - verrebbe oltretutto danneggiata, in quanto si sposterebbero presso la sede di Lucca tutti i servizi della Motorizzazione, revisioni, patenti, fogli rosa, patenti speciali per anziani e disabili, revisioni per mezzi militari delle caserme della Folgore e delle forze dell’ordine. Se ci sono problemi di sicurezza della struttura, insieme possiamo sicuramente trovare soluzioni che non penalizzino nessuno e anzi rilancino un servizio essenziale per la città e la provincia di Livorno». —