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Il Syrah che volle Giovannino Agnelli fa il giro del mondo e colleziona premi - Foto

Lara Loreti
Il Syrah che volle Giovannino Agnelli fa il giro del mondo e colleziona premi - Foto

La fattoria Varramista da sempre è legata alla famiglia torinese: qui si sposò Umberto con Antonella Bechi Piaggio

21 settembre 2018
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MONTOPOLI. Quando il cancello, a un passo dalla rotonda dell’uscita Montopoli Val D’Arno della Fi-Pi-Li, apre misteriosamente le sue porte, il sentiero si presenta timido e lento. Ai lati le campagne sonnecchiano paciose mentre gli appassionati passeggiano liberamente tra campi di grano e mais, all’ombra di antiche querce. Nessuno può ancora immaginare che a sinistra, dietro i poggi, la natura spalanchi le braccia a distese di vigneti, coltivati soprattutto a Syrah, ma anche a Sangiovese. E che in cima a quella piana si stagli maestosa una delle ville medicee più belle del Pisano, sede della Fattoria Varramista. Un gioiello di arte e storia da sempre legato alla famiglia Agnelli: qui, nel 1959, si celebrarono le nozze tra Antonella Bechi Piaggio e Umberto Agnelli. Sempre qui, nel ’96, si festeggiò il matrimonio tra Avery Howe e “Giovannino” Alberto Agnelli. Mentre undici anni dopo, nel 2007, a dire “sì” a Montopoli fu la sorella Chiara Visconti di Modrone. È proprio stato lui, Giovannino, negli anni appena precedenti alla sua prematura scomparsa nel 1997, a 33 anni, il pioniere di Varramista, luogo senza tempo dal fascino irresistibile. Tanto che ancora oggi il suo ritratto campeggia solenne all’ingresso degli uffici della tenuta, circondato da magnum e cassette del suo Syrah.

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Presidente della Piaggio, nipote di donna Paola ed Enrico Piaggio, proprietari dagli anni ’50 dell’azienda e della Fattoria, fu lui a inaugurare nella tenuta il sogno del vino. Esploratore e demiurgo, in tempi non sospetti, del grande vitigno che ha fatto la fortuna dell’azienda. In quel periodo, ormai 60 anni fa, la fattoria diventa un luogo di attrazione per grandi personaggi del mondo della cultura e del cinema: nella villa cinquecentesca, progettata da Bartolomeo Ammannati, celebre scultore e architetto fiorentino della corte medicea (e secondo alcuni “schizzata” da Michelangelo), sfilano personalità come il conte Emilio Pucci di Barsento, Marcello Mastroianni, il conte Clemente Zileri dal Verme e la contessa Franca Spalletti Trivelli. E un secolo prima di qua passò anche Alessandro Manzoni. Poi negli anni la tenuta è rimasta storicamente legata alla galassia della famiglia Agnelli.

Ma è in epoca ben più recente, esattamente nel 1994, che Varramista diventa un’azienda agricola. Oggi la fattoria, di proprietà della società Sopor Sa, è diretta da Michela Bulleri: 400 ettari, di cui 13 vitati e coltivati per metà a Syrah, il resto a Sangiovese, Merlot e Petit Verdot. Per un totale di 26mila bottiglie, con rese molto basse, 40 quintali di uva per ettaro, tutto a vantaggio della qualità.

Vino di punta è il Syrah Varramista Igt Toscana che, con la sua eleganza, si fa strada nel mondo enologico toscano, nazionale e non solo. Fu dunque di Giovannino Agnelli l’intuizione di dare impulso a quel vitigno che profuma di spezie, dai natali contesi tra Europa e Persia, diffuso oggi anche nel nuovo mondo, basti pensare all’Australia. «Dopo macerazioni medio-lunghe, il nostro Syrah affina in barrique usate da 225 litri per un anno e mezzo all’interno della cantina sotto la villa rinascimentale – spiega l’enologo Federico Staderini – La fase di avvio di questo vino c’è stata tra il ’90 e il ’94, ma l’azienda ha spiccato il volo dall’inizio degli anni Duemila». Il Syrah Varramista di Giovannino oggi fa il giro del mondo. Le sue verticali conquistano i palati più raffinati e conquista premi (grappolo d’oro già nel 2000). La nuova annata, la 2012, grandi profumi e classe da vendere, sarà presentata a novembre al Merano Wine Festival. Del vino oggi, oltre a Staderini, si occupa il responsabile di cantina, Luca Collecchi. Non solo Syrah in casa Varramista, ma anche altre etichette, tutte a base di uve a bacca rossa: è un blend il Frasca Toscana Igt, dove il Syrah incontra Sangiovese e Merlot. Poi c’è il Monsonaccio Chianti Docg, senza dimenticare lo Sterpato Igt Toscana, etichetta di grande piacevolezza.

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