Elezioni, a Livorno il Pd la spunta sul M5s per soli 256 voti
Livorno, la Lega è il terzo partito in città. Le forze di sinistra, ancora divise, valgono più del 10%
LIVORNO. Il responso delle urne, dopo il voto di domenica 4 marzo, ci consegna una città la cui geografia politica si è profondamente modificata. È vero, il Partito Democratico resta il primo partito ma ce l'ha fatta solo per un soffio: alla Camera è riuscito ad evitare il sorpasso del M5S solo per 256 voti pari allo 0,29% . Un’inezia. E perciò, anche se non si è registrato lo storico ribaltone (il Pci-Pds-Ds-Pd è sempre stato il primo partito a Livorno nella storia repubblicana del Paese) il giudizio non cambia. Il suo arretramento prosegue inesorabile: tralasciando le Regionali del 2015, quando i Dem a Livorno toccarono il 41,83%, basti pensare che nelle sciagurate amministrative 2014 - per il Pd, ovviamente - al primo turno aveva ottenuto il 35,26% (29.456 voti) mentre il M5s si era fermato al 19,17% (16.017) per poi imporsi al ballottaggio per una particolare combinazione di alleanze a sostegno di Filippo Nogarin.
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Da quelle elezioni, anche se le Comunali sono una cosa assai diversa dalle Politiche, il Pd ha perso quasi quattromila voti mentre il Movimento 5 Stelle ha riscosso oltre novemila consensi in più. Chi pensava che i pentastellati dovessero pagare dazio in una città da loro governata, con tutte le difficoltà e i problemi che ciò comporta, si è dunque sbagliato. Così come si è sbagliato chi riteneva che Livorno, quattro anni dopo il voto per il Municipio, si sentisse in qualche modo orfano del Partito democratico. Secondo i ricercatori dell’Istituto Cattaneo, il M5s a Livorno, pur perdendo qualcosa verso la Lega e l'astensione, ha "rubato" al Pd il 7,8% dell'intero corpo elettorale, la quota più alta fra quelle rilevate in Italia.
Insomma, in previsione delle amministrative che si svolgeranno il prossimo anno, il compito del Pd di riconquistare il Comune appare quanto mai arduo. E ci sarà da fare i conti anche con la Lega, che si è fatta avanti prepotentemente. Se pochi giorni fa, davanti al Centro Diocesano c’erano 250 persone che gridavano “Salvini fascista, Livorno non ti vuole” , ecco che domenica scorsa quasi 14.000 livornesi hanno invece detto che lo vogliono. Eccome. Proprio grazie all'exploit della Lega, il centrodestra che in città sembrava essersi dissolto è volato oltre il 26%.
Infine c’è il fenomeno tutto livornese della sinistra. Anche qui, come nel resto del Paese, si è presentata più spaccata che divisa, ma a differenza di ciò che è avvenuto a livello nazionale, i risultati delle urne sono stati abbastanza positivi. Liberi e Uguali ha ottenuto il 5,56% alla Camera e il 5,24 al Senato; Potere al Popolo ha brillato alla Camera con il 4,43%: il voto dei giovani ha inciso parecchio, visto che al Senato ha preso il 3,90; con l’1,45% del Partito comunista (1,37 alla Camera) la sinistra radicale supera il 10% ma non supera le divisioni.