Ponte mobile e nuova ferrovia: la base Usa sarà potenziata
di Danilo Renzullo
Maxi progetto con la realizzazione di “opere strategiche militari e per la sicurezza nazionale” Previsto il taglio di circa mille alberi. L’Ente Parco presenta la lista degli interventi di compensazione
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LIVORNO. L’obiettivo è di eliminare camion e tir, consegnando alla strada ferrata il compito di far sbarcare a Camp Darby tutto il materiale, bellico e non, necessario per alimentare la sussistenza dell’enclave americana. Il maxi progetto di potenziamento della base che sorge tra Pisa e Livorno potrebbe però nascondere anche la volontà del Pentagono di ridare centralità, nei mutati scenari politici e militari internazionali, all’installazione costruita nel 1951, dopo il graduale ridimensionamento degli ultimi anni. Una pioggia di verdoni americani si abbatterà su Camp Darby e sulle zone circostanti. O, almeno, questo è ciò che prevede il progetto elaborato dalla Difesa americana e portato avanti dal ministero della Difesa italiano per il potenziamento delle linea ferroviaria che raggiunge e attraversa la base.
Secondo quanto trapelato, il piano - su cui è stato apposto il timbro di riservatezza in quanto “opera strategica militare e per la sicurezza e la salute nazionale” - prevederebbe la realizzazione di una nuova linea ferroviaria per collegare la base alla stazione di Tombolo e di due nuovi terminal all’interno dell’installazione militare: uno, di 18 metri di altezza, destinato ad accogliere le merci e un altro che assumerà le funzioni di controllo e sicurezza. Nel progetto rientrerebbe anche la costruzione di un ponte “mobile” sul Canale dei Navicelli per permettere l’attraversamento dei treni, ma anche la navigazione delle barche.
Le opere previste dovrebbero assicurare l’arrivo di almeno due treni al giorno, rispetto al singolo passaggio che attualmente avviene in media ogni due-tre mesi.
Merci e materiali, anche bellici, in futuro viaggeranno principalmente su rotaia eliminando quasi completamente il traffico su gomma: per questo l’opera è considerata dal ministero della Difesa italiano strategica per la sicurezza e la salute pubblica, bypassando così ogni eventuale decisione assunta dalle istituzioni e dall’Ente Parco, sul quale ricadono le scelte urbanistiche per l’area compresa nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli dove sorge Camp Darby.
Con una delibera dello scorso aprile, il consiglio direttivo dell’Ente Parco ha approvato la valutazione di incidenza negativa al progetto, ma non ha alcun potere per bloccare o rivedere la realizzazione delle opere, per la quale è previsto il taglio di circa mille alberi.
Per sopperire alle negative conseguenze sulla flora e sulla fauna, l’Ente ha potuto limitare il suo intervento ad una lista di opere compensative e di mitigazione. «Il Comune di Pisa - spiega l’assessore pisana all’urbanistica Ylenia Zambito - è stato coinvolto solo inizialmente in un vertice durante il quale è stato presentato il progetto. Successivamente non è stato più invitato ai vari summit, anche perché non ha competenze e responsabilità urbanistiche se non per il Canale dei Navicelli, per il quale il sindaco ha chiesto alla Regione di convocare un tavolo, che però non è mai stato indetto».
Il nuovo progetto contrasta con il percorso di spending review avviato nel 2015 dal Pentagono con una previsione di tagliare circa 500 milioni di dollari l’anno per le spese militari e la chiusura di quindici basi in Europa entro il 2021.
Per l’installazione militare che sorge tra Pisa e Livorno è stata prevista la restituzione entro la fine del 2018 di un’ampia porzione, la cosiddetta area ricreativa (alcune decine di ettari che comprendono scuole, una piscina, palestre, caserme e numerose altre strutture). Pochi mesi fa sono iniziate le operazioni di ridefinizione dei confini della base militare con la costruzione di una barriera che segnerà anche uno storico “arretramento” degli anfibi statunitensi. Tra i pini che affacciano su viale Mezzapiaggia tra poco più di un anno tornerà a sventolare il tricolore italiano, mentre la bandiera a stelle e strisce si prepara a “conquistare” nuovi territori.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Secondo quanto trapelato, il piano - su cui è stato apposto il timbro di riservatezza in quanto “opera strategica militare e per la sicurezza e la salute nazionale” - prevederebbe la realizzazione di una nuova linea ferroviaria per collegare la base alla stazione di Tombolo e di due nuovi terminal all’interno dell’installazione militare: uno, di 18 metri di altezza, destinato ad accogliere le merci e un altro che assumerà le funzioni di controllo e sicurezza. Nel progetto rientrerebbe anche la costruzione di un ponte “mobile” sul Canale dei Navicelli per permettere l’attraversamento dei treni, ma anche la navigazione delle barche.
Le opere previste dovrebbero assicurare l’arrivo di almeno due treni al giorno, rispetto al singolo passaggio che attualmente avviene in media ogni due-tre mesi.
Merci e materiali, anche bellici, in futuro viaggeranno principalmente su rotaia eliminando quasi completamente il traffico su gomma: per questo l’opera è considerata dal ministero della Difesa italiano strategica per la sicurezza e la salute pubblica, bypassando così ogni eventuale decisione assunta dalle istituzioni e dall’Ente Parco, sul quale ricadono le scelte urbanistiche per l’area compresa nel Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli dove sorge Camp Darby.
Con una delibera dello scorso aprile, il consiglio direttivo dell’Ente Parco ha approvato la valutazione di incidenza negativa al progetto, ma non ha alcun potere per bloccare o rivedere la realizzazione delle opere, per la quale è previsto il taglio di circa mille alberi.
Per sopperire alle negative conseguenze sulla flora e sulla fauna, l’Ente ha potuto limitare il suo intervento ad una lista di opere compensative e di mitigazione. «Il Comune di Pisa - spiega l’assessore pisana all’urbanistica Ylenia Zambito - è stato coinvolto solo inizialmente in un vertice durante il quale è stato presentato il progetto. Successivamente non è stato più invitato ai vari summit, anche perché non ha competenze e responsabilità urbanistiche se non per il Canale dei Navicelli, per il quale il sindaco ha chiesto alla Regione di convocare un tavolo, che però non è mai stato indetto».
Il nuovo progetto contrasta con il percorso di spending review avviato nel 2015 dal Pentagono con una previsione di tagliare circa 500 milioni di dollari l’anno per le spese militari e la chiusura di quindici basi in Europa entro il 2021.
Per l’installazione militare che sorge tra Pisa e Livorno è stata prevista la restituzione entro la fine del 2018 di un’ampia porzione, la cosiddetta area ricreativa (alcune decine di ettari che comprendono scuole, una piscina, palestre, caserme e numerose altre strutture). Pochi mesi fa sono iniziate le operazioni di ridefinizione dei confini della base militare con la costruzione di una barriera che segnerà anche uno storico “arretramento” degli anfibi statunitensi. Tra i pini che affacciano su viale Mezzapiaggia tra poco più di un anno tornerà a sventolare il tricolore italiano, mentre la bandiera a stelle e strisce si prepara a “conquistare” nuovi territori.
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