Il Tirreno

Livorno

La Fortezza Vecchia in mano all'Authority per altri 4 anni

Mauro Zucchelli
La Fortezza Vecchia vista dall'alto
La Fortezza Vecchia vista dall'alto

Livorno, la scelta dell'Agenzia del Demanio e della Camera di Commercio in cambio di nuovi restauri, partendo dalla galleria nord, inagibile dal dopoguerra.

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LIVORNO. «La valorizzazione della Fortezza Vecchia non farà aumentare i traffici di container, però...». Dietro quel “però” di Massimo Provinciali, segretario generale dell’Authority, c’è un’idea sulla quale l’ex presidente e ora commissario Giuliano Gallanti insiste spesso: c’è bisogno di una alleanza strategica fra porto e città, altrimenti prima o poi partono le gomitate e gli sgambetti. Tradotto: la ricchezza che le banchine riversano sulla città si misura in fatturati e buste paga, in imprese e posti di lavoro, ma anche, come aggiunge Provinciali, nel contributo a migliorare l’identikit urbano e la vivibilità.

Dev’essere questa la spiegazione della caparbietà con cui Palazzo Rosciano, sede dell’istituzione portuale, ha cercato (e ottenuto) di veder prorogata di quattro anni la concessione della Fortezza Vecchia. L’hanno firmata l’Agenzia del Demanio e la Camera di Commercio, che hanno la titolarità dell’antico fortilizio mediceo. Non è solo un atto burocratico, una sorta di “trasloco” di competenze. L’Authority ha preso impegno a: 1) «risistemare la Palazzina di Francesco I (sul bastione della Canaviglia)»; 2) «recuperare una parte del Palazzo di Cosimo I»; 3) «migliorare spazi già usati in passato ma bisognosi di interventi di manutenzione straordinaria, come la sala della Cisterna (che in passato ha ospitato la mostra delle false teste di Modì) e la Sala del Piaggione dei Grani». Ma è il quarto il tassello più importante di questo puzzle di interventi (per i quali la Soprintendenza ha assicurato la propria collaborazione): recuperare «la galleria nord, inagibile dai tempi del secondo dopoguerra».

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Mercoledì mattina, 17 febbraio, sono state messe le firme in calce al contratto che affida all’Authority fino a fine febbraio 2020 la gestione della Fortezza Vecchia: quella di Michele Baronti, responsabile dei servizi territoriali dell’Agenzia del Demanio; quella di Sergio Costalli, presidente della Camera di Commercio; quella di Giuliano Gallanti, commissario dell’Authority labronica. Erano presenti anche Giuseppe Pisciotta (responsabile della direzione Toscana-Umbria del Demanio), Riccardo Lorenzi (Soprintendenza) e Massimo Provinciali (numero due dell’Authority). La firma ha avuto come scenografia proprio uno degli spazi-clou dell’antico fortilizio, la sala dedicata all’architetto Mario Ferretti, scomparso nel 2011 dopo essersi speso professionalmente per riuscire a riaprire questo monumento-simbolo.
Per il presidente della Camera di Commercio, Sergio Costalli, è stata «vincente» la scelta di affidare all’Authority la gestione di questo bene architettonico: «Non solo è stato recuperato, è stato anche restituito alla cittadinanza per spettacoli e eventi: ed è oggi uno dei principali centri di attrazione della vita culturale e sociale della città». Questo atto non è né una sorpresa né un fulmine a ciel sereno: ha alle spalle il fatto che il 18 aprile di tre anni fa era stata messa nero su bianco un protocollo d’intesa fra Camera di Commercio, Comune di Livorno, Demanio e Authority per puntare a «rimettere in funzione la fortificazione». Nel luglio successivo era arrivata la prima concessione, poi il bis undici mesi più tardi. E adesso l’allungamento per altri quattro anni che offre a Palazzo Rosciano un lasso di tempo non più così breve per mettere in campo progetti e iniziative.
Quali? In primis i recuperi e le risistemazioni di cui dicevamo, in primis la galleria nord. Ma non solo: Provinciali dice che «ovviamente per il prossimo quadriennio prevediamo di organizzare, come già fatto negli anni passati, numerose iniziative ed eventi di carattere socio-culturale, ludico e musicale».
Del resto, la Fortezza come palcoscenico di spettacoli non sarebbe una “invenzione” di oggi: anzi, il fatto che a dirlo sia il dirigente dell’Authority che è anche al timone della Porto 2000, la società dello scalo passeggeri in via di privatizzazione, lascia immaginare l’idea di ripetere qualcosa che vada nel solco dell’esperienza fatta con gli spettacoli ad uso dei turisti delle love boat ormeggiate a un tiro di schioppio. Soprattutto l’inossidabile e straordinaria “Cavalleria rusticana” che porta il marchio di fabbrica del compositore livornese Pietro Mascagni.
 

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