I consiglieri si contano la maggioranza traballa
Fuoti si sfila dal gruppo dei dissidenti, ma i numeri per governare ora sono risicati Sul concordato interviene Beppe Grillo: «Scelta difficile ma necessaria, piena fiducia»
LIVORNO. «Il Movimento 5 Stelle dà piena fiducia alla giunta Nogarin e sposa la scelta intrapresa: per governare serve responsabilità e coraggio». Questo è uno dei passaggi chiave del testo sparato ieri mattina sul blog di Beppe Grillo e rilanciato su Fb dallo stesso leader del Movimento per mettere un punto sul caso Aamps.
I verticissimi pentastellati, insomma, appoggiano la scelta della giunta Nogarin di andare verso il concordato preventivo in continuità e di non ricapitalizzare l'azienda dei rifiuti facendo tagli per 10 milioni al bilancio comunale. Nel blog si parla dell’avvio della procedura come di una decisione presa «responsabilmente». «Una scelta difficile ma necessaria – si legge – per evitare a tutta la cittadinanza una manovra lacrime e sangue che avrebbe comportato il taglio di servizi essenziali, dal sociale alla scuola, ai trasporti». Poi, dopo il solito attacco al Pd, la chiamata a raccolta arriva così: «In alto i cuori». Anche se con la città piena di rifiuti, più che di cuori ci sarebbe bisogno di scope.
Il messaggio di Grillo. Per carità, tutto è possibile, e le ultime settimane lo hanno dimostrato. Ma dopo che anche lo staff del leader si è pronunciato, se la giunta cambiasse di nuovo idea sarebbe clamoroso. Quello di Grillo non è stato solo un chiaro messaggio all'esterno del Movimento, un modo per provare a dire “tutto ok” all’Italia che guarda verso Livorno come esperimento nazionale di governo a 5 Stelle. È stata una chiamata all’ordine interna: un messaggio indirizzato alla base, dopo che in commissione, per bocca di Alessandro Mazzacca, un gruppo di consiglieri comunali M5S ha annunciato che voterà contro l’atto di indirizzo della giunta.
Maggioranza spaccata. C’è poco da interpretare: la maggioranza si è spaccata in mondovisione, fuori dalle stanze segrete del Meetup. Mazzacca ha annunciato il suo no al concordato dicendo di parlare anche a nome di Giuseppe Grillotti, Sandra Pecoretti e Giovanni Fuoti. A quel punto il capogruppo Alessio Batini gli ha sussurrato all’orecchio: «Da stasera sei fuori dal Movimento». E nella sala piena di lavoratori di Aamps infuriati si è consumato lo psicodramma politico, con tanto di lacrime finali.
Conclave dei consiglieri: pressing sui dissidenti. Ma il contraccolpo politico qual è? Intanto c’è da dire che al momento non risultano fuoriuscite ufficiali dalla maggioranza. Anche se ieri, nel gruppo M5S, insieme al pressing sui dissidenti è partita la conta dei consiglieri per scongiurare quella che sarebbe una clamorosa bocciatura della principale decisione politica e amministrativa presa dalle elezioni.
La maggioranza si è riunita a casa di Edoardo Marchetti, insieme a gran parte della giunta. I consiglieri si sono guardati negli occhi per capire se ci sono ancora i numeri per andare avanti. E per ora ci sarebbero. All’incontro, infatti, era presente anche Fuoti, che subito dopo ha dichiarato al Tirreno: «Ho delle perplessità sull’atto, ma è il gruppo che decide in modo compatto, non ci sono correnti nel Movimento, mi allineerò alla decisione della maggioranza». Quindi voterà a favore del concordato. «Il gruppo è d’accordo con la giunta – ripete infatti Batini – Lo sapete chi sono gli unici non d’accordo, e fra questi non c’è Fuoti...».
I numeri. Se Grillotti, Mazzacca e Pecoretti non voteranno a favore – e se nessuno offrirà una stampella dalle opposizioni – domani in consiglio i 5 Stelle si troveranno con una maggioranza risicatissima: 17 voti a favore del concordato (considerando anche il sindaco) e 16 contrari (o eventuali astenuti). Vietato, insomma, prendere un raffreddore o non presentarsi.
Sos governo, al di là di Aamps. È chiaro che per la giunta la bocciatura dell’atto di indirizzo non equivarrebbe a uno stop amministrativo, ma sarebbe comunque uno stop politico difficile da ignorare. In passato Grillotti, Mazzacca e Pecoretti hanno già preso più volte le distanze dalla giunta: nei fatti esiste un sottogruppo M5S e se anche domani la strada del concordato dovesse passare, gli assessori sanno che d’ora in avanti, al di là di Aamps, rischiano di non avere sempre i numeri per governare.
Grillo chiama Grillotti. Il momento è delicatissimo. Nei giorni scorsi Grillotti avrebbe ricevuto una telefonata da Grillo in persona: cosa si sono detti? Contattato dal Tirreno, non smentisce ma svia: «La seconda domanda?». Ieri mattina l’ex capogruppo era alla manifestazione romana sul pubblico impiego con il Fials. «Vediamo cosa accadrà – ha risposto dalla capitale – se ci sarà un ripensamento della giunta, se si riuscirà a dare un contributo per trovare i soldi che servono a ricapitalizzare, Alessandro (Mazzacca, ndr) ci sta lavorando con altri attivisti». C’è l’ipotesi, insomma, che presentino un emendamento.
«Se non ci buttano fuori loro...». Intanto Grillotti controbatte che «non siamo fuori dal M5S e non è Batini che lo può decidere. Noi non usciamo, se poi ci buttano fuori loro...». «Condivido i valori e lo spirito del M5S nazionale – chiosa – a livello locale c’è bisogno di una correzione di rotta, nei modi e nei contenuti». Ma alla fine come voterà? «Non è detto che ci allineeremo, dobbiamo capirci un po’ di più, eravamo convinti di andare in una certa direzione perché questo ci era stato detto. Del concordato non ci convince la parte sui lavoratori a tempo, vogliamo capire le eventuali ripercussioni sugli altri, le ricadute sull’indotto. E se così Aamps arrivasse comunque al fallimento?». Con questo clima la parola passa al consiglio.