Aamps, Nogarin conferma il concordato: «Non si torna indietro»
Livorno, il sindaco ribadisce che la procedura garantisce l’occupazione e il salario. «Il nostro è un atto di responsabilità verso i cittadini e i lavoratori»
LIVORNO. Sindaco Nogarin: le organizzazioni sindacali e le forze di opposizione le chiedono di ritirare l’atto di indirizzo sul concordato di Aamps mentre alcuni esponenti del M5S annunciano un voto negativo. Cosa pensa di fare?
«Semplice: la decisione è stata presa e vado avanti. Perché se non interveniamo con il concordato preventivo in continuità, martedì prossimo i sindaci revisori apriranno la procedura per la messa in liquidazione dell’Aamps. È dunque nostro dovere farlo: è un atto di responsabilità verso i cittadini e verso i lavoratori dell’azienda».
Dunque, l’ipotesi di ricapitalizzare Aamps è definitivamente tramontata?
«L’ipotesi della ricapitalizzazione era la nostra intenzione che abbiamo cercato di perseguire fino alla fine. Ma di fronte ai tagli che avrebbe comportato, ci siamo resi conto che questo percorso andava a mettere in ginocchio la città, riducendo i servizi essenziali per i cittadini e di conseguenza cancellando molti posti di lavoro».
Insomma, vuol dire la città avrebbe pagato un prezzo carissimo per il salvataggio di Aamps?
«Si, troppo caro. I tagli che avevamo ipotizzato per ricapitalizzare Aamps erano pari a 7,5 milioni di euro e andavano ad aggiungersi ai circa 6,5 milioni di euro di minori entrate. Di conseguenza, nel bilancio di previsione 2016, saremmo dovuti andare a toccare in maniera pesante i servizi: sto parlando di tagli di 2 milioni e 270 mila euro al sociale, di 1 milione e 750 mila euro a scuola e sport, di 1 milione e 40 mila euro alla cultura, di 5 milioni e 100 mila euro all’ambiente e trasporti, 4 milioni di euro al personale, etc. Era obiettivamente impossibile fare una cosa del genere».
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Ma la decisione di puntare sul concordato non può essere saltata fuori all’improvviso...
«No di certo. A spingerci a decidere di non procedere alla ricapitalizzazione è stato il parere scritto dei sindaci revisori che ci ha messo di fronte a una scelta: a loro giudizio , infatti, in assenza di un piano industriale approvato dal cda dell’azienda, dalla giunta e dal consiglio comunale, sarebbe stato impossibile procedere col percorso della ricapitalizzazione. E il piano richiesto doveva garantire un equilibrio economico -finanziario nel medio e lungo periodo, tale da rispecchiare i criteri stabiliti dalla Corte dei Conti. A questo, come ho già detto, sono da aggiungere le minori entrate per 6,5 milioni di euro calcolate nell’assestamento di bilancio 2015 che hanno cambiato la prospettiva della manovra del 2016. Da qui è cominciata una lunga riflessione che giovedì scorso, dopo una seduta di sei ore, ci ha portati a decidere per il concordato preventivo in continuità».
Ed è scattata la protesta, con tanto di contestazione alla sua giunta nel salone consiliare durante la commissione di venerdì. C’è molta preoccupazione...
«A me preme evidenziare che questa procedura concorsuale garantisce i dipendenti, sia sul fronte dell’occupazione sia su quello del salario. Inoltre tutela al 100% i creditori privilegiati e anche per gli altri fornitori le condizioni sono più vantaggiose rispetto all’eventualità di uno scioglimento dell’azienda».
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I dipendenti di Aamps non sembrano pensarla allo stesso modo: l’assemblea permanente, con il servizio di raccolta bloccato e la città invasa dai rifiuti, sembra una risposta chiara.
«Ribadisco che il concordato garantisce tutti i posti di lavoro. Qualche sindacato, purtoppo, sta approfittando di questa fase per trasformarla in una battaglia politica. Lo stato di agitazione che è stato proclamato è davvero poco comprensibile: la situazione è oggettivamente difficile ma è nota ai sindacati per come si è sviluppata nel corso degli anni. Che si cerchi di ostacolare un percorso che va a garanzia dei lavoratori è quanto meno curioso. Una cosa è certa: non è per i lavoratori che questa azienda è in crisi e abbiamo intrapreso questo percorso proprio per garantirli al massimo. Loro dovrebbero essere i primi a chiedere che Aamps torni su un piano di stabilità e perciò dovrebbero dichiararsi d’accordo con la nostra scelta».
E cosa dice ai consiglieri del M5S che hanno annunciato di votare contro l’atto di indirizzo sul concordato?
«Vedremo lunedì mattina (ndr) cosa accadrà. E comunque, chi lo dovesse fare, si assumerà la responsabilità di indurre l’Aamps verso lo scioglimento».
Se l’atto di indirizzo non dovesse passare in consiglio, si sentirebbe sfiduciato?
«No, non la riterrei una sfiducia. Però devo dire che non capisco come un consigliere del M5S possa votare contro la volontà di risanare l’Aamps: è un’operazione trasparente, garantita dal controllo della magistratura , una vera e propria svolta per tirare via il coperchio da questa azienda . Se qualcuno vuole tenerlo ancora chiuso, significa che ha un interesse a farlo: io invece voglio che l’Aamps sia aperta come una scatoletta. Voglio vedere tutto ciò che contiene».
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