Poche, rotte e sconnesse: il “bike sharing” è a terra
Livorno, a quasi 3 anni dall’inaugurazione del progetto ecco la fotografia del servizio. Appena 169 le tessere emesse dal 2012. E ogni giorno solo 5 salgono in sella
LIVORNO. Strutture danneggiate e furti a catena. Ma anche malfunzionamenti del software e usura prematura dei mezzi. E una generale noncuranza dei livornesi, come dimostra il numero esiguo dei fruitori del servizio.Il bike sharing, progetto avviato dal Comune nel novembre 2012, si rivela un clamoroso flop. Il sistema di bici a noleggio ha avuto grande successo in numerose città italiane e costituiva come un'opportunità di agevole utilizzo del mezzo non inquinante, anche per chi fosse venuto da fuori città, così da incentivare la mobilità sostenibile e ridurre il traffico automobilistico. Il servizio, però, non è mai decollato, e finora ha fatto notizia soprattutto per episodi di vandalismo e disservizi.
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I mezzi a due ruote. Così a distanza di quasi tre anni dall’inaugurazione e dopo una spesa che ha sfiorato i 130.000 euro, martedì mattina abbiamo fatto un giro per verificare il funzionamento del bike sharing in città. La prima cosa che abbiamo notato, oltre alle cattive condizioni di alcune stazioni di servizio, è stato lo scarso numero di bici agganciate alle colonnine. Chi pensa a un ampio utilizzo dei mezzi, però, si sbaglia. È la stessa Tirrenica Mobilità (cui ci siamo rivolti con l'intermediazione del Comune) a smentire questa ipotesi, spiegando che le biciclette in dotazione dovrebbero essere 46, ma quelle attualmente funzionanti sono solo 13. E ad oggi sono stati rubati ben 12 mezzi. Altri 19 sono fermi in deposito per danneggiamenti o furti di varie parti (faretti e sellini), avvenuti soprattutto alla postazione in piazza Dante, ma di recente anche in centro. Due bici, infine, sono collocate nella stazione di piazza Mazzini, attualmente fuori uso. Insomma: abbiamo contato 4 mezzi fermi in piazza Dante, 3 in piazza del Municipio, 3 in piazza Cavour, 2 in piazza Mazzini. Tradotto: in uso c'era solo una bici.
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Gli accessi. Il quadro fornito dal gestore sulla fruizione del servizio non è incoraggiante. Dall'avvio del bike sharing, tra abbonamenti annuali, settimanali e giornalieri, sono state emesse solo 169 tessere (dati aggiornati al febbraio 2015).Dal numero vanno sottratte 24 «tessere di servizio e del Comune non utilizzate». Sulle restanti 145 card dei cittadini, ne risultano attive, in quanto emesse negli ultimi 12 mesi o recentemente rinnovate, appena 41. Nel report di febbraio si legge che il numero medio di prelievi giornalieri è 5,7. Le stazioni di servizio più usate sono quelle di piazza Dante e piazza Cavour, rispettivamente con 72 e 82 prelievi mensili. Inattive da oltre un mese le postazioni di piazza della Repubblica e piazza Mazzini.
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Problemi. La Tirrenica Mobilità rivela anche la presenza di problemi "strutturali", rimandando indirettamente le responsabilità alla ditta che ha fornito le apparecchiature. Qualche esempio? Alcuni lucchetti (in seguito chiusi con il nastro adesivo) agganciano male le biciclette alle colonne; il sistema di gestione non avvisa se una postazione non funziona o se ha problemi di collegamento a Internet; l'usura dell'ancoraggio dei mezzi alle colonnine crea difficoltà di connessione e successivi malfunzionamenti.Le catene delle bici si allentano spesso, mentre le pile dei faretti si scaricano con facilità. Alcuni mezzi, inoltre, già presentano la ruggine: un fatto considerato "non giustificabile" dopo così poco tempo.
La manutenzione ordinaria di Tirrenica Mobilità prevede la sistemazione periodica delle bici, mentre l'ufficio Mobilità del Comune ha manifestato l'intenzione di sostituire progressivamente il sistema attuale con uno più affidabile per ridurre le inefficienze. Difficile però che questo possa bastare per rilanciare il bike sharing, un progetto colato a picco tra l'indifferenza generale.