Il Tirreno

Livorno

Nasce in casa sul divano, il babbo fa da ostetrico

Lara Loreti
Nasce in casa sul divano, il babbo fa da ostetrico

Il padre, finanziere a Livorno, ha assistito la moglie durante il parto: «Grazie alla dottoressa del 118 che mi ha aiutato a far venire al mondo mia figlia Eleonora»

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Non vedeva l'ora di venire al mondo Eleonora. Non ce l'ha fatta neanche ad aspettare di arrivare all'ospedale. Ha scelto il comodo divano di casa per nascere. Quel divano dove i suoi genitori trascorrono i momenti più teneri e confortevoli.

Di fronte a una "richiesta" così urgente, mamma Daniela e babbo Daniele non hanno potuto far altro che assecondarla. Ed eccola, la piccola Ele, affacciarsi alla vita e fare capolino con la testolina già piena di capelli scuri. Un parto domestico, come ai vecchi tempi, avvenuto a Ponsacco. E improvviso, in cui a fare da ostetrico ci si è ritrovato proprio il papà, Daniele Zambelli, 38 anni, finanziere originario di Nettuno, ma ormai adottato da Livorno, dove lavora all'interno della caserma Russo, in via San Giovanni, nella segreteria del Comando provinciale. È lui che ha assistito la moglie, insieme ai volontari dell'ambulanza e alla dottoressa del 118. Ed è lui che ha tagliato il cordone ombelicale alla figlioletta. Che emozione, ma quanta paura.

«Ritrovarsi da solo, in casa, con la moglie che sta per partorire e non sapere dove mettere le mani… è terribile - racconta Daniele, che ora ha il sorriso sulle labbra - Mamma mia se ci ripenso… Ora dico che è stato bellissimo, un'esperienza unica che mi rimarrà per sempre dentro. Ma mentre ero lì, tremavo. C'è stato un momento in cui ho temuto il peggio. Anche perché la piccina si era arrotolata il cordone intorno al collo e all'inizio andava avanti e indietro, e non ce la faceva ad uscire: ha rischiato. Per fortuna la dottoressa se ne è accorta e l'ha salvata in tempo».

Sono le 6.30 della mattina di martedì 15 luglio quando Daniela comincia ad avere le prime contrazioni. I coniugi decidono di andare all'ospedale, ma fatte le prime scale di casa, la giovane non riesce più a muoversi. Succede tutto in un batter d'occhio.

Eleonora scalpita e paralizza la mamma. A fatica Daniele porta la moglie sul divano: lui pensa così di farla riposare per qualche minuto, ma invece la piccina ha già bussato alla porta del mondo. «Ho provato a prendere mia moglie in braccio per portarla all'auto per la corsa in ospedale. Ma lei non ce la faceva. E quando io mi sono reso conto che non riuscivo neanche a spostarla di un centimetro dal divano, è stato allora che ho realizzato che mia figlia era lì lì per nascere…». Pelle d'oca.

Daniele si ferma un istante, ma è già troppo. Prende il telefono e chiama il 118: «Mi sono detto: ora cosa faccio? Da solo non ce la fo. Ma per fortuna l'ambulanza è arrivata in 5 minuti. E voglio ringraziare la dottoressa Francesca Anselmi e i volontari perché sono stati eccezionali: veloci professionali, svegli, in una parola bravissimi».

Nei momenti caldi del parto, Daniele non sta nella pelle, ma cerca di restare lucido: «Amore respira, dai che ce la fai». Lei soffre, cerca di concentrarsi. È dura, ma i due sono in perfetta sintonia e questo rende tutto più facile. All'amore si unisce la professionalità della dottoressa del 118, che pur avendo una specializzazione diversa, riesce a dare il meglio di sé, da esperta dell'emergenza qual è.

Passano pochi minuti ed Eleonora è nata, sana e salva. Daniela la prende in braccio; Daniele con ha gli occhi lucidi le taglia il cordone ombelicale. E mentre al piano terra di casa Zambelli va in scena "Medici in prima linea" versione labro- ponsacchina, al piano di sopra ci sono i cartoni animati: proprio così. Nella sua cameretta, insieme alla nonna, c'è il figlio maggiore di Daniela e Daniele che ha 5 anni e mezzo. «Lo abbiamo tenuto in cameretta per non traumatizzarlo. E io gli ho sparato la tv a tutto volume per non fargli sentire le grida delle doglie della mamma. Quei cartoni si sentivano fino a Pontedera! - scherza Daniele, il cuore sollevato, colmo di gioia - Poi, quando è finito tutto, il bimbo è sceso e per le scale ha detto: E' nata è nata! Da quella posizione e con quelle parole sulle labbra, sembrava l'arcangelo dell'Annunciazione… ». E sarà un caso che Zambelli junior si chiami Gabriele?

Ora è il suo momento: com’è felice, il piccino, di avere una sorellina. Ed è una gioia immensa per il babbo e la nonna vederlo così entusiasta. Daniela, in quel momento, è già in ospedale: i volontari e la dottoressa del 118 l'hanno accompagnata in ambulanza. Il marito, invece, è rimasto in casa per stare un po’ vicino al bimbo: raggiungerà la moglie di lì a pochi minuti. E poi ha un po’ di faccende domestiche da brigare.... «Il punto - racconta il neo babbo, per la seconda volta - è che Gabriele doveva fare colazione e quindi mi è toccato pulire tutto il soggiorno alla svelta perché giù sembrava una sala… parto», scherza il finanziere.

Nel pomeriggio, poi, padre e figlio vanno in ospedale a Pontedera a conoscere la piccina. Le donne di casa sono tuttora in maternità: stanno bene, ma Eleonora viene sottoposta a qualche accertamento, solo per precauzione. Due giorni dopo, giovedì mattina, il 38enne va all'anagrafe del Comune per registrare la piccola. Lo racconta lui stesso: «L’impiegata mi chiede: dove è nata, all'ospedale di Pontedera? E io rispondo: No, in casa a Ponsacco, sul divano. La donna alza lo sguardo attonito e mi fa: “Davvero? Non ci posso credere, ma questa è da Tirreno!”».

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