Il Tirreno

Livorno

Case Peep, il tribunale dà ragione al Comune

di Alessandro Guarducci

Dopo tre anni di contenzioso, è stato respinto il ricorso di trecento famiglie «Difetto di giurisdizione». Ora dovranno pagare i maggiori oneri di esproprio

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LIVORNO. La vicenda delle aree Peep , che si trascina da quasi dieci anni e che da circa tre è anche al centro di un contenzioso giudiziario, è arrivata a una svolta. importante.

Il Tribunale civile di Livorno (giudice Gianmarco Marinai), con sentenza del 21 febbraio, ha infatti respinto la domanda di decine e decine di assegnatari di alloggi in aree Peep che contestavano l'operato dell’amministrazione comune in merito alle richieste di conguaglio sui maggiori oneri sostenuti dal Comune per l'esproprio delle aree sulle quali sono stati realizzati gli alloggi Peep. Una causa che inizialmente era stata promossa da 310 livornesi , rappresentato dall’avvocato Claudio Cecchella.

Il giudice, al termine dello svolgimento del processo, ha dichiarata il difetto di giurisdizione, «appartenendo la controversia alla sfera di attribuzione del giudice amministrativo» (quindi al Tar) e non al giudice ordinario, accogliendo così la tesi del Comune, che era rappresentato dagli avvocati Paolo Macchia e Lucia Macchia .

La causa era iniziata nel 2010, dopo l'invio da parte del Comune (attraverso Spil) di una lettera dove si prospettava agli assegnatari di alloggi in aree Peep - che a Livorno sono circa tremila - la possibilità di trasformare il loro diritto di superficie in diritto di piena proprietà.

In pratica si trattava di una procedura avviata dal Comune (e seguita in particolar modo dall’assessore Paola Bernardo e dal segretario generale Antonio Salonia), rivolta ad offrire ai cittadini che avevano il loro alloggio in area Peep l’occasione di acquisire la piena proprietà degli alloggi, usufruendo di un abbattimento sul valore di trasformazione dei singoli alloggi e relative pertinenze, e quindi a definirne l'acquisto a condizioni vantaggiose anche perchè la cifra era comprensiva del conguaglio sui maggiori oneri di esproprio eventualmente ancora dovuto.

Questo perchè, come prevede la normativa in materia, i cittadini in questione avrebbero dovuto pagare un conguaglio per maggiore indennità di esproprio delle aree di edilizia economica e popolare sulle quali erano stati edificati gli alloggi di loro proprietà. E ciò a fronte di sentenze che negli anni avevano comportato a carico del Comune maggiori oneri di esproprio, che doveva tornare in possesso di queste somme per non incorrere nei fulmini della Corte dei conti.

La maggioranza degli assegnatari aveva aderito alla proposta avanzata dall’amministrazione, mentre un gruppo di cittadini avevano deciso di intraprendere un’azione legale - ritenendo troppo elevato il prezzo da pagare - e si erano affidati all’avvocato Cecchella per citare in giudizio il Comune, chiedendo al Tribimnaleche fosse dichiarato "che nulla è da essi dovuto al Comune di Livorno a titolo di conguaglio".

Dopo tre anni di attesa - caratterizzata da polemiche tra il comitato Peep (molti aderenti abitavano alla Leccia e alla Scopaia) e lp’amministrazione - ecco che il Tribunale si è pronunciato, non accogliendo la richiesta dei ricorrenti.

Nel frattempo però, a ricorso ancora pendente, ben 141 di quei 310 cittadini che avevano fatto causa, avevano cambiato idea, aderendo alla proposta del Comune grazie anche alla proroga dei termini per l’accettazione. Chi n on l’ha fatto, si vedrà ora richiedere il pagamento dei maggiori oneri di esproprio.

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