Nazionale, Gattuso si presenta come ct: come giocherà, il problema degli stranieri in serie A e la punzecchiatura sugli infortuni
Le prime parole del nuovo allenatore degli azzurri: «Un sogno, l’obiettivo è riportare l’Italia al Mondiale»
"Questo è un sogno che si avvera, spero di essere all'altezza. So che il compito non è facile ma di facile nella vita non c'è nulla". Gennaro Gattuso si presenta così, nel giorno dell'investitura come nuovo ct della Nazionale italiana di calcio. "Io e io mio staff - continua - sappiamo che c'è tanto da lavorare, ma c'è la consapevolezza di poter fare un grandissimo lavoro. C'è da lavorare, da andare in giro e parlare coi giocatori per entrare nella loro testa. Sento dire da tanti anni che non c'è talento, ma io penso che i giocatori ci siano e dobbiamo solo metterli nella condizione di farli esprimere al massimo. L'obiettivo è riportare l'Italia al Mondiale, per noi e per il nostro calcio è fondamentale".
Gattuso al lavoro sull’entusiasmo di stare in nazionale
Cosa bisogna fare: "Dobbiamo ritrovare l'entusiasmo, non pensare in modo negativo. Chi viene a Coverciano deve arrivarci con entusiasmo, creare una famiglia credo sia la cosa più importante. Oltre la tecnica e la tattica dobbiamo ritrovare quel gruppo che per tanti anni ci ha contraddistinto nel mondo". Perché la scelta: "La convinzione di avere a disposizione giocatori importanti, 4-5 giocatori di questo gruppo sono tra i primi dieci nei loro ruoli. Però ripeto: squadra, non singoli giocatori. Sono convinto che la squadra abbia dei valori e si possa raggiungere l'obiettivo. Quando Buffon e Gravina mi hanno chiamato non ho esitato un istante, credo abbiamo le doti per raggiungere l'obiettivo".
«In Serie A 68% di stranieri: dobbiamo riflettere»
Che identità bisogna ritrovare: "Quest'anno in Serie A c'era il 68% di giocatori stranieri e questo dato deve farci riflettere. A livello di settore giovanile è stato fatto un grande lavoro, ma poi dopo l'Under 19 i calciatori si perdono un po'. Quest'anno all'Hajduk giocavo con 2005, 2006, 2007... Dobbiamo dare spazio ai giovani. Stare fuori due volte dal Mondiale non è semplice, per questo motivo dobbiamo ritrovare entusiasmo perché con la paura non si va da nessuna parte". La Russa ha fatto un po' di polemica: "Spero di fargli cambiare idea. Ma posso assicurarti che nel 2005 sono stato male dopo la finale, volevo lasciare il Milan. Su La Russa: spero di fargli cambiare idea e di raggiungere l'obiettivo".
«I calciatori fanno più fatica a fare gruppo»
Che Gattuso vedremo: "La figura da calciatore è difficile da cancellare. Tutti pensano a un Gattuso tutto cuore e grinta, ma oggi un Gattuso nella mia squadra non lo metterei per come voglio giocare. Questa è la verità. Bisogna analizzare bene: con cuore e grinta non si sta undici-dodici anni ad allenare. Mi piace aggiornarmi, parlare di calcio. Negli ultimi anni il calcio è cambiato, ogni calciatore ha una testa e non tutti sono uguali. Oggi i calciatori sono più professionisti, ma fanno un po' più fatica a fare gruppo".
Come giocherà la nazionale di Gattuso
Bisognerà iniziare a segnare qualche gol: quattro anni fa abbiamo vinto un Europeo con Chiesa, Berardi, Insigne e Bernardeschi: "Io penso che in questo momento il nostro campionato dice che abbiamo il 40% di squadre che giocano a tre e il 60% di squadre che giocano a quattro, ma in questo momento bisogna mettere i giocatori al posto giusto. Bisogna mettere una squadra in campo a cui piace stare nella metà campo avversaria e metterla in condizioni di creare gioco per fare male agli avversari. Poi i moduli a tre o a 4 trovano il tempo che trovano. La cosa più importante è come vogliamo stare in campo"
I dolorini e la necessità di andare in nazionale
Cosa pensa dei giocatori che rifiutano la nazionale: "Bisogna vedere e capire perché è un giocatore rifiuta la nazionale. Io non credo che i giocatori rifiutino la nazionale. È la prima cosa che ho chiesto al presidente e a Gigi, che mi devono aiutare per fare in modo che chi viene in nazionale, anche se ha un problemino, e in questo club ci devono dare una mano, stia a Coverciano. Abbiamo fisioterapisti, dottori, attrezzi, macchine, tutto per gestire i giocatori e penso che se vogliamo essere credibili e non creare delle scuse o un precedente, chi è convocato in nazionale sta a Coverciano come si faceva ai tempi quando giocavo io, e dopo se non riusciamo a far guarire il giocatore ritorna al club. Ma la cosa più importante è riuscire a stare più giorni possibile insieme. I dolorini ci sono sempre, se avessi dovuto ascoltare il mio fisico avrei giocato 50 partite in meno."
«Ho chiamato 30/35 giocatori»
Quali saranno le prime parole che dirà ai giocatori: "Quello che ho detto prima: creare una famiglia, provare a dirci le cose in faccia, perché nei momenti di difficoltà, e in campo le difficoltà ci sono in qualsiasi momento, quando ti senti solo e non senti la voce del compagno, diventa dura e 90 minuti sono interminabili. In questo momento dobbiamo riuscire a cambiare questo aspetto, di aiutarci, di dire anche le cose che qualcuno magari non vuole sentire, perché solo così si può crescere." Tra i giocatori che Spalletti non ha chiamato nell`ultimo periodo, ha individuato qualcuno che può fare al caso suo: "Vediamo quello che dice il campionato, in questi giorni ho chiamato 30 o 35 giocatori e ho fatto una chiacchierata con tutti loro. Ci sono giocatori che in questo momento sono stati fuori perché hanno caratteristiche ben precise e possono dare una mano ma bisogna far parlare il rettangolo verde e quando dice che le cose sono state fatte bene le porte della nazionale sono aperte. A Chiesa ad esempio ho detto quello, che deve trovare il modo di giocare con continuità, e questo vale per tutti".