Istat, a maggio cala la fiducia di consumatori e imprese: inversione rotta dopo due mesi
Per alcuni l’ottimismo per il calo dell’energia ha arrestato la sua spinta positiva a maggio e continua a pesare la stretta dell’inflazione
Battuta di arresto per la fiducia dei consumatori e delle imprese in Italia. Dopo due mesi consecutivi di miglioramento, infatti, a maggio il clima torna a peggiorare. L'Istat ha rilevato che l'indice di fiducia per i consumatori è diminuito - seppur lievemente - da 105,5 a 105,1 punti, e quello composito per il clima delle imprese è passato da 110,4 a 108,7 punti. L'istituto di statistica commenta che "il clima di fiducia delle imprese diminuisce dopo due mesi consecutivi di crescita" e che "la flessione dell'indice esprime un generale peggioramento della fiducia in tutti i comparti indagati più accentuato nelle costruzioni".
Spiega poi che "l'indice di fiducia dei consumatori cala riportandosi sul livello dello scorso marzo. Anche in questo caso l'indice sintetizza un diffuso deterioramento delle opinioni". Migliora il clima economico dei consumatori, che aumenta da 119,0 a 119,8 punti, mentre quello personale, corrente e futuro diminuiscono (rispettivamente, da 100,9 a 100,1, da 100,2 a 100,0 e da 113,3 a 112,6). Per le imprese il peggioramento riguarda tutti i comparti oggetto dell'indagine: nella manifattura e nelle costruzioni l'indice scende, rispettivamente, da 102,8 a 101,4 e da 164,2 a 159,4; nei servizi di mercato cala da 105,5 a 104,1 e nel commercio diminuisce da 112,9 a 111,6. Per l'Unione nazionale consumatori si tratta di "effetto realtà" dopo il rialzo "illusorio di aprile, dovuto ai ponti e al primo periodo di vacanze primaverili degli italiani", passato il quale "si torna al modo reale e ai problemi irrisolti degli italiani".
Secondo Massimiliano Dona, presidente dell'Unc, "non solo peggiorano sia i giudizi che le attese sulla situazione economica dell'Italia, ma anche quelli sulla famiglia. In particolare le attese sulla condizione economica della famiglia precipitano fa -11,3 a -14,8, ben 3,5 punti percentuali". Dona aggiunge che "il Governo continua a navigare a vista, senza alcuna svolta nella sua politica economica, troppo fiacca per incidere sulla condizione di difficoltà delle famiglie". Fa eco Federconsumatori, che spiega: "Dopo l'entusiasmo iniziale dato dai primi cali del costo dell'energia, una volta visto che i costi di beni e servizi non sono affatto diminuiti ma son rimasti invariati, su livelli altissimi, l'ottimismo è svanito ed è scattato, purtroppo, un clima di generale sconforto". Confesercenti vede nei dati "una battuta d'arresto per la fiducia di famiglie ed imprese", trovando che "sul versante dei consumi, in particolare, la situazione è ancora critica, con un rientro dell'inflazione più lento del previsto e che per tre anni si manterrà, comunque, abbondantemente al di sopra del 2%: con questi andamenti il potere d'acquisto delle famiglie continuerà ad essere eroso ed il livello di spesa si manterrà ancora al di sotto dei livelli pre-crisi".
Meno pessimista Confcommercio, il cui Ufficio Studi ritiene che "la riduzione della fiducia dei consumatori e degli imprenditori rilevata a maggio non è affatto grave ma riflette direttamente le incertezze che caratterizzano il quadro economico, a cominciare dall'inflazione il cui riassorbimento potrebbe essere più lento del previsto". Confcommercio invita poi alla cautela, osservando che allo stato attuale sarebbe "prematuro leggere lo stop della fiducia come l'inizio di una fase di ripiegamento dell'attività economica che, in ogni caso, appare in moderato rallentamento come si evince dalle recenti dinamiche della produzione industriale e delle vendite al dettaglio".