Portano la bara a casa ma dentro c’è il morto sbagliato
L’episodio in provincia di Catania: l’Azienda Sanitaria Provinciale ha diffuso una nota ufficiale in cui sostiene di aver rispettato tutte le procedure previste dalla normativa
Un episodio tanto incredibile quanto doloroso ha scosso Biancavilla, in provincia di Catania. Martedì 2 dicembre, una famiglia si è trovata di fronte a una scena surreale: al termine del rito funebre, nella bara giunta a casa non c’era il corpo del proprio congiunto, bensì quello di un altro uomo.
La dinamica dell’errore
Il fatto è avvenuto all’interno dell’ospedale Maria Santissima Addolorata, dove due pazienti, deceduti lo stesso giorno e di età simile, erano stati collocati fianco a fianco nella sala mortuaria. Per una delle salme era arrivato regolarmente il nullaosta, e l’agenzia funebre aveva provveduto a vestirla con gli abiti scelti dai parenti, predisponendo la bara per il trasporto. Solo durante la veglia, quando il coperchio è stato sollevato, i familiari hanno scoperto l’amara verità: non si trattava del loro caro.
Le reazioni e le richieste di chiarimento
Lo scambio ha suscitato indignazione e richieste di spiegazioni. La Federazione provinciale del Partito Democratico di Catania, attraverso il segretario Giuseppe Pappalardo, ha definito l’accaduto «un fatto gravissimo che colpisce la dignità delle persone e delle famiglie coinvolte». Pappalardo ha chiesto all’Asp di Catania di avviare un’indagine interna rigorosa, individuare le responsabilità e adottare misure concrete per evitare il ripetersi di simili episodi.
La versione dell’ospedale
L’Azienda Sanitaria Provinciale ha diffuso una nota ufficiale in cui sostiene di aver rispettato tutte le procedure previste dalla normativa. Secondo la ricostruzione, le salme sarebbero state consegnate regolarmente ai familiari aventi diritto, con ogni fase documentata. L’ospedale ha quindi escluso responsabilità dirette, attribuendo eventuali disguidi a momenti successivi alla riconsegna. Resta da chiarire come si sia potuto verificare un simile cortocircuito organizzativo. L’errore ha colpito una famiglia già provata dalla perdita, amplificando lo smarrimento e la sofferenza. La vicenda ha aperto un dibattito più ampio sulla gestione delle procedure mortuarie e sulla necessità di garantire, oltre alla correttezza amministrativa, il massimo rispetto per i defunti e per i loro cari.
