Olly si racconta (e annuncia le nuove date del tour): «Non sono perfetto, voglio vivere anche a costo di essere chiacchierato»
Le parole del vincitore di Sanremo 2025 in occasione della nuova edizione dell’album “Tutta Vita (Sempre)”: «L’esigenza vera? Quella di sentirsi vivo...»
Nuovi brani «per fare capire che non sono perfetto» e dove c'è tutta la voglia di vivere anche a costo di essere chiacchierato. A un anno dall'uscita di 'Tutta Vita', e dopo la vittoria Sanremese che gli ha cambiato la vita, Olly si racconta. Con la nuova edizione dell'album, 'Tutta Vita (Sempre)', il cantautore genovese non solo celebra un percorso lastricato di successi, ma esorcizza le vertigini della fama. Dai sold-out negli ippodromi alla sfida di riaprire lo stadio della sua Genova, l'artista svela la sua battaglia per non perdere il contatto con la realtà, anche a costo di "sentirsi un gran coglione", come canta nel nuovo brano 'Il brivido della vita'.
È un fiume in piena, Olly, al secolo Federico Olivieri. A 24 anni, con una vittoria a Sanremo alle spalle e un album, 'Tutta Vita', già quattro volte disco di platino, si ritrova a fare i conti con un'onda anomala di successo. La celebrazione arriva con 'Tutta Vita (Sempre)' (Epic Records/Sony Music Italy), una riedizione prodotta da Juli che arricchisce la tracklist originale con cinque inediti: 'Così così', 'Il brivido della vita', 'Come noi non c'è nessuno', 'Occhi color mare' e 'Buon trasloco'.
Questi brani sono il diario di bordo di un anno vissuto a trecento all’ora dove 'vivo', 'vita', 'vivere' sono le parole chiave. "Non è un lavoro a tavolino", chiarisce subito Olly. "Anzi, quando abbiamo chiamato na canzone 'Il Brivido della Vita', abbiamo persino pensato che fosse ridondante. Ma nasce tutto dal percorso che sto raccontando. L'esigenza vera è quella di sentirsi vivo". Ma cosa significa per lui? "Non è per forza l'allucinazione collettiva o rischiare la patente. Significa tantissime cose, anche quelle più semplici: scrivere 'ti amo' su un marciapiede, ballare nudo per casa, seguire il vento. Con questo album siamo andati un po' dove ci ha portato la corrente. E vorrei che fosse così per sempre".
Questo desiderio di vita si scontra, inevitabilmente, con la fama. "Ci provo a non farmi male", ammette. "La situazione in cui mi trovo, da ragazzo di 24 anni attualmente molto famoso - e lo dico con umiltà, è un dato di fatto -, comporta già vivere con delle premure che, paradossalmente, cerco di togliermi. La mia guerra sta nel cercare di vivermi le cose comunque". Un esempio? "Al bar ci voglio andare lo stesso, anche se so che non è più l'esperienza di prima. Ma sto riscoprendo la bellezza nel non fermarmi alla foto: se una persona me la chiede, allora ci parlo pure, e trovo lo stupore nei suoi occhi nel vedere che il vincitore di Sanremo è una persona qualsiasi". Questa estate, il paradosso si è fatto ancora più evidente.
"Quando dicevo che volevo andare in vacanza in Sardegna, tutti mi dicevano: 'Sei pazzo'. E in effetti, è stato complicato. Oggi la sfortuna, o fortuna, è che tutti hanno un 'telegiornale' in tasca. Questo può essere un bene, per mostrare un'altra faccia della medaglia, ma può anche diventare un'occasione per riprendermi mentre bevo una serata, come un qualsiasi ragazzo della mia età, e 'spiattellarmi' sui social in pasto ai commenti di tutta Italia''. Insomma, il rischio c'è (ed è chiaro il riferimento alla polemica estiva della tovaglia imbrattata di vino) ma ''si lega al voler vivere e fare le mie esperienze''.
La sua conclusione è una lezione di filosofia pop con tanto di omaggio al maestro Massimo Troisi: “Preferisco essere chiacchierato per delle cose normali. Non ho paura a condividere, poi l'uso che ne fanno gli altri non è più affar mio. Pago le responsabilità per quello che dico, non di quello che capiscono gli altri".
I nuovi brani sono figli diretti del caos post-vittoria. 'Così Così' suona come una risposta diretta a quel periodo. "Voglio essere onesto: come Federico, ho avuto momenti in cui critiche e minacce di morte mi hanno preso male, non lo nascondo. Ma è lì che Olly entra in gioco, va sul palco, si mette Federico sulle spalle e dice: 'Ok fra, ci penso io'". La ferita più grande? "L'alone del 'progetto costruito', come se fossi stato messo lì per vincere dai poteri forti. Per un mesetto non ho capito un cazzo. Leggevo cose che mi ferivano, ma fuori il mondo era un'altra cosa: vendevo biglietti, la gente voleva venire ai concerti".
A differenza di altri colleghi, non ha mai pensato di interrompere i rapporti con i media. "Sono dell'idea che il confronto non vada mai negato. L'argomento per me è la musica, il resto è un di più". Il palco, infatti, è la sua vera dimensione. Dopo aver unito 80.000 persone nelle due date sold-out all'Ippodromo Snai di Milano, Olly si prepara al 'Tutta vita tour 2025-2026', il suo primo tour nei palazzetti con 20 date sold out che parte domani dall'Rds Stadium di Genova. "Aver fatto gli ippodromi prima ci ha fatto capire che possiamo farlo. Ora affronto i palazzetti, una dimensione nuova, con una verticalità che non ho mai sperimentato. Sarà una bella incognita". E dopo i palazzetti, il sogno più grande: 'Tutti a casa', tre date evento (18, 20 e 21 giugno 2026) allo Stadio Luigi Ferraris di Genova, tutte già sold-out. Un evento storico, che riapre lo stadio alla musica a 22 anni dall'ultimo concerto, tenuto da Vasco Rossi. "Il fatto che l'ultimo sia stato proprio Vasco mi sembra parte del film che sto vivendo", commenta emozionato. "È una sfida, un rischio che mi assumo volentieri. Avrei potuto fare stadi più grandi, ma ho bisogno di fare le cose passo dopo passo. L'idea di fare il mio primo stadio lì, a casa mia, mi tranquillizza. E poi penso che i miei coetanei non hanno mai vissuto un concerto in quello stadio".
Ai tre concerti si aggiungono inoltre due nuovi appuntamenti. Le nuove date de 'Il Gran Finale Tour' saranno il 30 giugno 2026 al Rock in Roma (Ippodromo delle Capannelle) e il 3 luglio alla Reggia di Caserta (Piazza Carlo di Borbone).
In un album che pulsa di vita, trova spazio anche la sua fine. 'Buon Trasloco' è forse il brano più intimo e toccante, dedicato al padre del suo produttore e amico fraterno, Juli, scomparso durante la lavorazione del disco. "Sentivo che in un album chiamato 'Tutta la Vita' non poteva mancare il tema della morte. Ho pesato ogni parola, ho chiesto il permesso a Juli per ogni frase. Vorrei che fosse una lettera aperta per simboleggiare che la morte è solo un altro livello della vita". Il dettaglio che chiude il cerchio è potentissimo: "La fisarmonica che si sente nel brano è la stessa che suo papà suonò in una nostra vecchia canzone. È questo mondo sommerso, questo non detto che le persone riescono a percepire nelle canzoni, la cosa che sta funzionando''.
Dopo la doppietta allo Stadio di Genova (4 e 5 ottobre 2025), il tour nei palazzetti, prodotto da Magellano Concerti, proseguirà toccando le principali città italiane: Unipol Arena, Bologna (8 ottobre); Unipol Forum, Milano (10 ottobre); Palazzo dello Sport, Roma (14 e 15 ottobre); Palapartenope, Napoli (17 ottobre); Palazzo del Turismo, Jesolo (7 e 8 marzo 2026); Nelson Mandela Forum, Firenze (10 e 11 marzo 2026); Vitrifrigo Arena, Pesaro (13 marzo 2026); Unipol Arena, Bologna (16 marzo 2026); Inalpi Arena, Torino (18 e 22 marzo 2026); Unipol Forum, Milano (20 marzo 2026); Palazzo dello Sport, Roma (25 e 26 marzo 2026); Palasele, Eboli (28 marzo 2026); Palaflorio, Bari (30 marzo 2026).