Ilaria Salis, confermata l’immunità al Parlamento Europeo: cosa succede ora e perché rischia ancora il carcere in Ungheria
L’eurodeputata ha commentato il voto sui social, sottolineando che la commissione ha difeso la sua immunità e l’indipendenza del Parlamento: «È un segnale importante. Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta in plenaria»
La commissione Affari giuridici del Parlamento europeo martedì 23 settembre ha respinto la richiesta di revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, coinvolta nella vicenda dell’aggressione a militanti neonazisti in Ungheria a febbraio 2023. La votazione si è chiusa con 13 contrari e 12 favorevoli, confermando che Salis non dovrà affrontare al momento un processo. La decisione finale spetterà all’Aula del Parlamento europeo, con il voto previsto indicativamente per martedì 7 ottobre.
Le reazioni e le dichiarazioni
Salis ha commentato il voto sui social, sottolineando che la commissione ha difeso la sua immunità e l’indipendenza del Parlamento: «È un segnale importante. Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta in plenaria». La decisione ha suscitato reazioni contrastanti in Italia. Matteo Salvini ha definito la situazione una «vergogna», mentre la delegazione della Lega al Parlamento europeo ha parlato di «eurovergogna targata sinistra». Al contrario, esponenti del Pd e della sinistra, tra cui Nicola Zingaretti, Pina Picierno, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, hanno lodato la scelta come un passo fondamentale a tutela dei cittadini europei e dello stato di diritto.
La posizione della commissione e del relatore
Il relatore spagnolo Adrián Vázquez Lázara (Ppe) aveva proposto di revocare l’immunità, ritenendo che Salis avrebbe dovuto rispondere di un presunto reato commesso prima del suo mandato. Tuttavia, la commissione ha ritenuto prevalente la tutela dell’indipendenza parlamentare e delle garanzie democratiche, rigettando la richiesta del governo ungherese, che aveva chiesto di condannare Salis.
Il contesto politico
Il voto finale in Aula sarà fortemente influenzato dal Partito popolare europeo (Ppe), che esprime 188 voti e può decidere l’esito della votazione. La sinistra e i liberali (Renew) sosterranno Salis, mentre l’estrema destra voterà contro. L’esito dipenderà quindi dall’atteggiamento dei Popolari: una compattezza con la destra potrebbe portare alla revoca, mentre eventuali defezioni garantiranno il mantenimento dell’immunità.
Possibili sviluppi
Se il Parlamento dovesse revocare l’immunità, Salis rischierebbe di essere processata in Ungheria, dove il sistema giudiziario è considerato fortemente condizionato dal governo di Viktor Orbán. La parlamentare ha più volte ribadito che non intende sottrarsi alla giustizia, ma chiede un processo equo, auspicabilmente in Italia, come confermato dai suoi legali, Eugenio Losco e Mauro Straini.
Difendere i diritti e lo stato di diritto
Per Salis e i suoi avvocati, la decisione della commissione rappresenta una protezione contro possibili persecuzioni politiche. «Difendere la mia immunità non significa evitare la giustizia, ma tutelarsi da un regime illiberale», ha dichiarato l’eurodeputata. Secondo i legali, un processo corretto in Ungheria non può essere garantito, mentre altri Paesi europei, come la Germania, hanno già affrontato casi simili di cittadini coinvolti in episodi a Budapest.